02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

LE NUOVE “ISTRUZIONI PER LA REDAZIONE DEL PIANO DEI CONTROLLI DEI VINI A DENOMINAZIONE DI ORIGINE ED A INDICAZIONE GEOGRAFICA” SONO “ASSURDE, ONEROSE E PERICOLOSE”. A DIRLO ARMANDO BOTTEON, DA 30 ANNI, ALLA GUIDA DELLA RIVISTA “LEGISLAZIONE VINICOLA”

E’ da poco (11 maggio) entrata in vigore la nuova legge “quadro” del vino italiano (decreto legge n. 61 dell’8 aprile 2010), di cui Armando Botteon, da 30 anni, curatore della rivista “Legislazione vinicola”, evidenziava le criticità (vedi http://www.winenews.it/index.php?c=detail&id=19313&dc=15), che lo stesso esperto di legislazione vitivinicola denuncia le debolezze e le incongruità che mostra la bozza delle nuove “istruzioni per la redazione del piano dei controlli dei vini a denominazione di origine e ad indicazione geografica”.
Una bozza che, a ben guardare, è circolata molto poco, pur riguardando 700.000 fra viticoltori, vinificatori e imbottigliatori. Il parere estremamente critico di Botteon sul nuovo piano dei controlli trova il suo fondamento a partire da alcune immediate osservazioni: “la qualità dei vini immessi al consumo è buona e in costante miglioramento; il fenomeno frodi, in un certo ambito già ridotto nel suo insieme non appare affatto preoccupante e, comunque, è facilmente bloccabile con controlli più attenti (nel mercato le mele marce sono facilmente individuabili, basta fare maggiore attenzione ai prezzi e quindi rintracciabili a mezzo dei controlli super partes gratuiti da parte dei servizi di controllo statali); l’attuale calo dei prezzi è di per sé un fondamentale disincentivo alla frode; c’è una eccellente e completa regolamentazione Ue sulla tracciabilità dei vini, ritenuta sufficiente dagli altri Stati membri; il momento economico del settore non consente disattenzioni e fanatismi, perché ogni vincolo gestionale e ogni spesa in più che si pone a carico delle cantine italiane è un regalo alla concorrenza estera”.
Così com’è il nuovo piano dei controlli dimostra la sua “assurdità, onerosità e pericolosità complessiva” - incalza Botteon - perché “l sistema di controllo delegato agli Organismi certificatori, come impostato in Italia, è monco in quanto quest’ultimi sono abilitati a controllare solo i prodotti classificati Dop/Igp ma non possono esaminare le giacenze fisiche dei vini generici, né chiedere che siano presentati i relativi registri e altre documentazioni. A tale grave carenza, si aggiunge quella, della mancata estensione delle verifiche ai movimenti di cantina successivi all’imbottigliamento e quelle fondamentali dei controlli fuori cantina, vale a dire proprio laddove notoriamente si evidenziano le irregolarità più macroscopiche segnalate negli ultimi tempi”.
Il nuovo piano dei controlli di fatto estende alla grande massa dei vini a Igt il sistema adottato per i Doc/Docg, “sproporzionato alla modestia qualitativa e ai prezzi dei vini a Igt - osserva Botteon - ormai talvolta inferiori a 1 euro/litro, che non consente di sopportare ulteriori spese che la cantina deve sostenere sia per potenziare la propria organizzazione interna in vista dei nuovi oneri burocratici sia per provvedere al pagamento dei costi fatturati dagli Organismi di controllo. In generale il nuovo meccanismo prospettato dal piano dei controlli per gli Igt - continua Botteon - sembra molto più complesso di quanto può apparire in prima battuta, con tanto di controlli documentali completi per il 100 % delle documentazioni”.
Anche dal alto delle tariffe delle multe la situazione è abbastanza nebuloso, spiega Botteon: “le tariffe nei primi piani di controlli erano prestabilite fra un minimo e un massimo” nella nuova bozza sui controlli, invece, i minimi e i massimi sono stati “soppressi alla faccia di ogni trasparenza, lasciando le aziende alla mercè degli accordi che saranno presi nel chiuso di qualche stanza fra i dirigenti degli enti certificatori e il Mipaaf”. “Gli enti certificatori sono stati privilegiati anche finanziariamente - prosegue Botteon - prima l’azienda paga e solo dopo avrà la certificazione. Una vera e propria tassa obbligatoria mascherata da tariffa, con detto sistema privo di ogni trasparenza che solo un intervento diretto del Ministro Galan potrà riequilibrare”.
“Il sistema imposto dall’alto non è motivato - conclude Botteon - da necessità effettive e, la posta in gioco non è piccola. Con il nuovo sistema sarà guastata la qualità della vita di tutti i viticoltori, vinificatori e imbottigliatori, e per le aziende più fragili, potrebbe essere l’inizio della fine. La triste eredità lasciata dall’ex Ministro su questi delicati aspetti può essere ridimensionata solo dal nuovo Ministro Galan ed è solo da sperare che qualcuno ne solleciti l’attenzione in prima persona”.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli