02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Libero

A Montepulciano il “bravìo” delle botti nelle antichissime terre del Nobile ... L’itinerario del gusto.
Il “bacco di Toscana” in festa tra Valdichiana e Val d’Orcia per celebrare il riscatto del Rosso... Si rinnova, domani, ultima domenica d’agosto, una “singolare” tenzone, la sola - forse - che abbia
sfidato i secoli mutando di segno, ma non di senso. È il “bravìo” delle botti, corsa ebbra tra vicoli
remoti di un bello antico e attualissimo che Montepulciano celebra in forma di palio. Vanno i giovanotti delle contrade a perdifiato a ruzzolar barili e si votano allo stesso tempo a Bacco e alle sue terre, all’arte e agli echi del Medioevo, al Prugnolo Gentile, ah quanto è stilnovistico questo designar locale del Sangiovese, e a un’atmosfera che da secoli regna in questo crocevia d’incanto dove la Valdichiana serena e opima passa il testimone geografico all’aspra e straniante Val d’Orcia. C’è un condensato in queste terre che difficilmente trova riscontro in altri angoli del mondo. È una sorta di manuale a cielo aperto d’arte e della storia, un incrocio d’etnie e di vicende, che certo non è impresa ardua rintracciare in fondo a un cristallino e rubescente calice di Nobile di Montepulciano. Anzi, per dirla meglio, di vino Nobile di Montepulciano. Deve questo suo designarsi quasi araldico, uno dei frutti più antichi e spessi della Toscana di cantina che è come dire il meglio del mondo del vino, a un alchemico poeta e cerusico. Un uomo rinascimentale ancorché seicentesco, perfettamente galileiano, al soldo dei Medici, ma libero di pensiero. Era Francesco Redi, aretino, medico di corte e grande erudito.
Come s’addiceva all’epoca precedente fondava sulla fusis (la natura dei greci che è qualcosa di profondamente diverso dal nostro concetto di naturale, ma semmai è un accordo tra cosmogonia e filosofia, tra scienza e mito) la sua conoscenza in questo interprete tardo, ma non tardivo, del Marsilio Ficino innesco del neoplatonismo e del Rinascimento mediceo, e la sua scienza pre-illuministica sul postulato del gran pisano, Galileo Galilei, che si debba procedere per “prova ed errore”. Ma intellettuale e bon vivent (basta leggersi i suoi quaderni di casa per capire quanto tenesse al vino, al buon cibo e quanto oculato fosse nella gestione di dispensa e finanze) il Redi non poteva lasciar correre di narrare il suo mondo di vino. Così in un ditirambo famoso quant’altri mai, almeno tra la gente che abita le terre etrusche, “il Bacco in Toscana” designa il vino di Montepulciano come la manna delle viti e con questo verso lo battezza a imperitura memoria: “Monteulciano, d’ogni vino è il Re”.
Da qui il Nobile che era tale ben prima che il limitrofo Brunello esaltasse il mondo, ben prima che il Chianti si levasse di dosso gli abiti di vin pretto e cominciasse a costruirsi fama più altolocata. Ma davvero non si può respirare Montepulciano, bere il suo miglior vino, anche se da questo immenso tappeto di vigne che ricopre dolcissimi profili di coline ataviche esce un’altra gemma enologica che è il Vin Santo Occhio di Pernice meticolosa sfida del tempo da parte del Sangiovese e un serico Rosso di Montepulciano che ha la stesse caratteristiche del Nobile, ma appare all’olfatto e al tatto delle papille più sbarazzino, se non considerando che questa città di palazzi rinascimentali ingentilita, di bellissimo vestita nella sua piazza Grande (sarà domani l’arrivo e il proscenio del bravìo) è il crocevia di altrettanto bello diffuso. L’incipit può essere Chiusi, terra etrusca da cui Porsenna pare si mosse, vestito delle regali insegne di Lucumone, proprio a fondare Montepulciano. La seconda tappa non può che essere Pienza, la città ideale di Papa Pio II il Piccolomini che volle dare uno spazio concreto all’idea dell’armonia universale. La terza tappa ha necessariamente da essere Castiglione del Lago in riva al Trasimeno per capire quanto liquidi (in realtà inesistenti) possano essere i confini amministrativi ché questo borgo di pesca e di acque dolci è Umbria ma appartiene alla Valdichiana così come all’areale aretino dove svetta la quarta tappa di questo andare bellissimo e suggestivo che sarà Cortona, dove la cultura etrusca sfuma in quella rinascimentale. In pendolo costante tra Siena Firenze nel corso dei secoli Montepulciano ne guadagnò in fama e in ricchezza e oggi a noi viandanti del paesaggio e dell’assaggio offre un condensato di suggestioni dal quale si riemerge rinfrescati nello spirito, sazi nel corpo, ebbri nell’anima.
Basti dire che a tante delizie d’arte (e vale appena ricordare che a Montepulciano visse il Poliziano che anzi battezza con il suo patronimico d’arte tutto ciò che appartiene a Montepulciano: uomini, cose, case e gioielli del gusto) si sovrammette per noi contemporanei un centro termale che è all’avanguardia e dunque si può dire che siamo qui nella culla delle armonie. La città si riassume nelle opere dei maggiori architetti rinascimentali, nella fortezza del Sangallo, nella miriade di chiese che custodiscono un trattato di storia dell’arte. Il contado respira invece di lecci, di castagni, di pascoli, di foreste di corbezzoli. A contrappuntarle queste essenze stanno ettari ed ettari di vigne che stanno in condominio con ettari ed ettari d’olivo. Sul versante enoico è da dire che Montepulciano sta vivendo un nuovo Rinascimento.
Lo si capisce frequentando le cantine, da quelle del Cerro primo grande insediamento voluto da Saiagricola che ha scommesso e forte su questo territorio, ai nuovissimi impianti di Antinori un monumento all’architettura contemporanea, ma anche all’efficienza produttiva, passando per produttori storici come Dei e come gli Avignonesi. Si sente che per il Nobile è arrivato il momento del riscatto. Appena sfiorato da uno scaldaletto sul non rispetto del disciplinare e sui soliti viaggi notturni di cisterne che apportano vini ignobili per impinguare le produzioni, Montepulciano ha reagito con energia rilanciando sulla qualità. Ha ammodernato il disciplinare così che oggi chi vuole può abbondare in Cabernet e Merlot senza ricorrere a sotterfugi, ha ridato slancio al Rosso puntando sulla competitività del prezzo, mentre fa del Vin Santo (Occhio di Pernice) una gemma esclusivissima che raggiunge in taluni casi quotazioni auree. Ma il Nobile in quanto tale resta ancora tradizionalissimo.
I migliori sono ancora frutto di Prugnolo Gentile (si chiama così il Sangiovese grosso di toscana anche se qualcuno in eccesso di sciovinismo sostiene trattarsi di un clone esclusivo) in declinazione con Colorino, Canaiolo, Ciliegiolo. Affinamento biennale per lo più in botti grandi e esaltazione della finezza a dispetto del corpo anche in forza di notevoli acidità conferite da consistenti escursioni termiche che esaltano un naso dove il fiore di geranio, la mammola, la prugna, la mora e la marasca concorrono a dare peculiarissimi sensazioni d’olfatto e a rendere il Nobile riconoscibile tra mille Sangiovese.
Quel ruzzolare dei barili disfida all’ultimo respiro ...

È giostra antica come la città...
il Bravìo (altro non vuol dire che drappo, ed è il trofeo che va in premio a chi vince) che un tempo si correva con i cavali e oggi, ormai da un secolo, si corre a piedi con i rappresentanti delle otto contrade di città che si sfidano a far ruzzolare pesanti barili in onore anche del vino Nobile. Il Bravìo si corre ogni anno l’ultima domenica di agosto e gli “spingitori” fanno ruzzolare i barili del peso di ottanta chili per un percorso di un miglio (circa 1.700 metri) con partenza e arrivo da Piazza Grande. La festa cominci a mezzogiorno con il sorteggio dell’ordine di partenza, c’è poi la messa, il pranzo in contrada e alle 15.30 comincia il corteo storico (bellissimo) che si snoda per tutto il cuore antico della città. Alle 19 c’è la partenza del Bravìo che si conclude in una mezz’ora. Quest’anno il palio che va in premio alla contrada vincitrice è stato disegnato da Daniel Sasson, senese d’adozione, uno dei maggiori artisti contemporanei.

On the road...
Come arrivare - Il modo migliore per arrivare è l’auto. Percorrere l’A1 uscire a Bettole-Valdichiana, prendere il raccordo per Perugia e uscire a Foiano. In treno si arriva ad Arezzo e si prosegue con regolari linee di pullman. In aereo si atterra a Firenze e si prendono i collegamenti per Siena in pullman e da lì si prosegue per Montepulciano.
Dormire - Atmosfera di charme alla Locanda San Francesco (tel. 0578 758725), un palazzo del ‘300 nel centro di Montepulciano: quattro camere con mobili di antiquariato e wine bar. Villa Nottola (tel. 0578 708549), della famiglia Giomarelli, è un’antica residenza di campagna immersa nei vigneti. Nel ristorante vera cucina toscana. Dionora (tel. 0578 717496) è una country house immersa nel verde. A Poggio Etrusco (tel. 0578 798370) quattro appartamenti ricavati un tipico casale toscano.
Mangiare - Le Logge del Vignola (tel. 0578 717290), ambiente caldo e raffinato tutto legno e mattoni, cucina del territorio con spunti creativi. A Valiano, a pochi km da Montepulciano, la Piccola Trattoria Guastini (tel. 0578 724006), propone una vera cucina casalinga. Un tuffo nel Liberty al suggestivo Caffè Poliziano (tel.0578 758615), uno dei Locali Storici d’Italia. All’Osteria del Conte (tel. 0578756062) cucina tradizionale.
Shopping - Utensili di rame lavorati a mano, alla Rinomata Rameria Mazzetti (tel. 0578-758753), laboratorio artigianale nato nell’800. Da Maledetti Toscani (tel. 0578 757130) si trovano accessori, scarpe e valigeria, tutti in cuoio e realizzati amano dalla famiglia Quadri. Al Caseificio Cugusi (tel. 0578- 757558) si produce pecorino con il latte che arriva dagli allevamenti dell’azienda. All’Enoteca del Consorzio del Vino Nobile (tel. 0578-757812) c’è la possibilità di degustare e acquistare i vini delle cantine associate al Consorzio. Per tour guidati e informazioni: Strada del Vino Nobile (tel. 0578-717484, www.stradavinonobile.it). Per chi cerca di tutto e di più a Foiano c’è il Valdichiana Outlet Village (Info: 0575/649926).

Le bottiglie top ...
Braccesca vigna Santa Pia
 La riserva di Nobile di Antinori si segnala per morbidezza e complessità all’olfatto con note di fragoline (euro 32)

Nottola Nobile
All’insegna della piacevolezza questo Nobile “base” (fami - glia Giomarelli) dai profumi definiti e dal gusto fragrante, armonico (euro 17)

Le Casalte
Vino Nobile Frutti di bosco a profusione, palato carezzevole eppure austero. Un grande Nobile di tradizione. Grande bottiglia (euro 14)

Poliziano Asinone
È l’emblema della qualità. Al naso regala mirtillo e marasca, al palato carezza e freschezza. Da cucina intensa (euro 35)

Angelini Villa Tre Rose
Nobile immediato al palato, complesso all’olfatto con vena balsamica. Esalta il Sangiovese. Da cucina di terra (euro 18)

Vigna d’Alfiero
Val di Piatta Specialissimo cru è il fiore all’occhiello di questa cantina. Questa bottiglia è austera, fresca, elegantissima. Gran vino (euro 32)

Nocio dei Boscarelli
Una bottiglia storica di Nobile, Sangiovese in purezza, ha nerbo e freschezza. Al palato è carezzevole (euro 45)

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su