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INIZIATIVE

L’impegno dei detenuti per il riciclo dei tappi: Amorim Cork Italia tra ambiente e solidarietà

Il progetto, che punta a valorizzare e recuperare il sughero, è solo l’ultimo esempio di tante collaborazioni virtuose tra vino e sistema carcerario

Da una parte ci sono i detenuti della Casa circondariale di Treviso, che si impegneranno a lavorare e recuperare il sughero dei tappi gettati via; dall’altra c’è Amorim Cork Italia, azienda leader del settore, che garantirà uno sbocco sul mercato del granulato di sughero prodotto in carcere; insieme a loro Contarina, società operativa del Consiglio di Bacino Priula (che gestisce i rifiuti in 49 Comuni della provincia di Treviso), la cooperative sociale Alternativa Ambiente e Sogni Onlus: sono i protagonisti del nuovo progetto “La filiera sostenibile dei tappi in sughero”, volto a sperimentare un modello di cooperazione virtuoso attraverso la raccolta e valorizzazione di questa risorsa, con doppia finalità ambientale e sociale. Questo è solo l’ultimo esempio delle tante collaborazioni virtuose tra il mondo del vino ed il sistema carcerario italiano: come “Ripartiamo dalla nostra Terra. L’Agricoltura Sociale”, ideato da Confagricoltura, Jti Italia e Caritas, con 15 detenuti ed ex detenuti che gestiscono un’azienda agricola in Calabria; o come Gorgona, ultima isola-carcere dove i detenuti coltivano i vigneti per riscattare le proprie vite, grazie al sostegno fattivo di Marchesi Frescobaldi; o come le detenute del Carcere Femminile di Rebibbia a Roma, che studiano dietro alle sbarre per ottenere il diploma di sommelier da parte della Fondazione Italiana Sommelier (Fis).
Ogni anno in Italia un miliardo di tappi finisce nella spazzatura: sono 5.000 tonnellate di sughero che diventano rifiuto. Il progetto prevede di recuperare il più possibile questi tappi, di trattare e valorizzare questa risorsa nel territorio, in particolare con l’impiego di detenuti all’interno del carcere di Treviso, e di attivare una rete di sostenibilità sociale grazie all’attività inclusiva e partecipata dei cittadini e delle associazioni di volontariato. I punti di raccolta dei tappi in sughero sono presenti presso gli EcoCentri, i Punti Contarina e in molte scuole ed enti del territorio. I contenitori - realizzati in materiale rigenerato al 40% e al 100% riciclabile - sono ampiamente riconoscibili e contraddistinti dalla comunicazione dedicata, destinata a sensibilizzare tutti i cittadini sul tema del riciclo di questa preziosa risorsa, nel rispetto dell’ambiente e delle persone.
La valorizzazione dell’aspetto sociale e solidale di questo progetto viene garantita anche dall’erogazione di un contributo economico alle onlus aderenti all’iniziativa per il sostegno delle loro attività. Nella cornice del protocollo di intesa ognuno ha un ruolo preciso: Contarina Spa, società operativa del Consiglio di Bacino Priula, oltre ad essere a capo del progetto, ne gestirà il coordinamento tecnico-operativo, in conformità al quadro normativo vigente; Amorim Cork Italia, azienda leader nella produzione di tappi in sughero naturale al 100%, che ha intrapreso già da tempo un significativo percorso di sostenibilità, garantirà lo sbocco di mercato al granulato di sughero prodotto dalla lavorazione in carcere; la Casa circondariale di Treviso rivestirà un ruolo centrale nel progetto in una logica di riabilitazione, al fine di provvedere in modo organizzato e continuativo all’inserimento lavorativo di detenuti: per questo sono stati individuati dei locali all’interno dell’istituto penitenziario per la lavorazione ed il trattamento dei tappi; Alternativa Ambiente cooperativa sociale si occuperà della lavorazione all’interno del carcere: attraverso una linea dedicata verrà svolta l’attività di pulizia e selezione dei tappi di sughero e, successivamente, grazie ad un piccolo impianto, si effettuerà la triturazione per l’ottenimento del granulato di sughero; la onlus Sogni rappresenta il grande contributo di sensibilizzazione che viene dal mondo dell’associazionismo e del volontariato, attivo da sempre nel territorio grazie alla propria rete di sostenitori.
“L'attivazione di questa micro-raccolta in un territorio che ha già raggiunto ottimi risultati nel campo della raccolta differenziata - dichiara il presidente del Consiglio di Bacino Priula, Franco Bonesso - rappresenta un passo fondamentale per la creazione di un sistema virtuoso che risponde a molteplici esigenze. Oltre a dare valore a materiali preziosi come il sughero, che altrimenti andrebbe disperso, l’iniziativa consente di regolarizzare le raccolte di tappi, che fino ad oggi venivano effettuate in modo estemporaneo”. “Un esempio molto concreto di economia circolare per il territorio - dichiara il presidente di Contarina, Sergio Baldin - grazie a questa filiera possiamo anche restituire una dignità lavorativa alle persone socialmente più deboli, dando così un ulteriore servizio alla collettività”.
“Il Progetto Etico nasce nel 2011 e, fino a oggi, ha raccolto più di 250 milioni di tappi usati attraverso una rete di oltre 40 onlus, diffuse capillarmente in tutta Italia - spiega Carlos Veloso dos Santos, ad Amorim Cork Italia - oggi, questo progetto dà origine a un circolo ancora più virtuoso, che unisce il recupero di una materia unica come il sughero a un processo che vede coinvolti altri enti, che aiuteranno a trasformare un tappo usato in materia prima, una seconda vita che sarà utilizzata per creare materiali di isolamento, bioedilizia e design”.
L’agricoltura come sinonimo di riscatto e reinserimento sociale è la filosofia che guida numerosi progetti che coinvolgono il mondo del vino ed il sistema carcerario italiano: come “Ripartiamo dalla nostra Terra. L’Agricoltura Sociale”, ideato da Confagricoltura, JTI Italia e Caritas, con 15 le persone, detenuti ed ex detenuti, che partecipano attivamente a tutte le fasi della gestione di un’azienda agricola autosufficiente, nel “Casale del Melagrano” di Castrolibero (Cosenza), per reinserirsi, attraverso il lavoro, nella vita sociale. I destinatari dell’iniziativa si occupano di tutte le attività dell’azienda, dalla coltivazione di frutta e verdura all’allevamento di animali, per poi dedicarsi alla lavorazione e al confezionamento dei prodotti agroalimentari e, infine, alla loro commercializzazione. L’intero processo è agevolato dall’aiuto di un’equipe multidisciplinare - composta da psicologi, educatori, esperti del settore agricolo e volontari - e prevede l’attivazione di tirocini formativi e lavorativi.
Ormai da qualche anno Gorgona non è più famosa solo per essere l’ultima isola-carcere in Italia, e l’unica in Europa, nata oltre un secolo e mezzo fa, nel lontano 1869, ma, dal 2012, è anche, e soprattutto, “L’Isola che c’è”, merito di un progetto sociale che vede in prima linea Marchesi Frescobaldi, storica famiglia del vino italiano. A Gorgona i detenuti trascorrono l’ultimo periodo di pena lavorando a contatto con la natura per sviluppare professionalità che facilitino il reinserimento nella realtà lavorativa e sociale. Intorno ad un piccolo vigneto, nel cuore di un anfiteatro da cui si domina il mare, parte il progetto il cui obiettivo è permettere ai detenuti, regolarmente stipendiati da parte della Marchesi Frescobaldi, di fare un’esperienza concreta ed attiva nel campo della viticoltura, con la collaborazione e la supervisione degli agronomi ed enologi della casa vitivinicola toscana. Con la possibilità di entrare a lavorare nelle Tenute Marchesi Frescobaldi anche a seguito del periodo detentivo, come professionisti del settore. Invece le detenute del Carcere Femminile di Rebibbia a Roma apprendono dietro alle sbarre, per riscattarsi, le tecniche di degustazione, l’analisi sensoriale, la geografia dei luoghi e dei vigneti. Sono già molte quelle che hanno ricevuto il diploma del Corso di Qualificazione Professionale per Sommelier da parte della Fondazione Italiana Sommelier (Fis). Terminata la pena, grazie al diploma, alle nuove sommelier è stato offerto un lavoro nella ristorazione italiana.

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