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LO SBARCO DELLA FAMIGLIA PALADIN IN TOSCANA, NEL CUORE DEL CHIANTI CLASSICO: UN PROGETTO ARTICOLATO CHE SI SVILUPPERA’ STEP BY STEP TRA NUOVI VIGNETI E UNA NUOVA CANTINA

Italia
I fratelli Paladin

Dopo la recente acquisizione da parte della famiglia Paladin del borgo medioevale di Vèscine, 42 ettari tra Castellina e Radda in Chianti e sede di un relais hotel a 4 stelle, cominciano anche i lavori di ristrutturazione delle vecchie vigne annesse alla proprietà. Il progetto prevede, per adesso, l’impianto di almeno 10 ettari di nuovi vigneti e successivamente l’edificazione di una cantina.

“Il progetto di Vèscine è un progetto articolato - spiega Lucia Paladin responsabile marketing dell’azienda veneta, condotta assieme ai fratelli Carlo e Roberto - e comprende una serie di step che vogliamo costruire con prudenza, ma allo stesso tempo con molta convizione”.

Attualmente Vèscine produce già tre vini (con uve provenienti in parte dalle vecchie vigne del borgo e vinificate in una cantina in affitto): un Chianti Colli Senesi, un Igt a base Sangiovese chiamato “Capotondo” e un Chianti Classico, che a settembre sarà affiancato anche da una Riserva il “Lodolaio”. Supervisore tecnico del progetto l’enologo Franco Bernabei, noto winemaker di molte fra le più blasonate aziende del Chianti Classico e già consulente per i Paladin fin dagli inizi degli anni ‘90.


Paladin, il profilo aziendale

Il quartier generale della famiglia Paladin si trova ad Annone Veneto, nel territorio della Doc Lison-Pramaggiore, tra Veneto e Friuli. E’ nel 1962 che Valentino Paladin - padre di Lucia, Roberto e Carlo - compie i primi passi nel mondo del vino e nel 1977, con l’acquisto dei primi terreni ad Annone Veneto, 40 ettari, coltivati prevalentemente a malbech, pinot grigio, chardonnay, sauvignon e verduzzo, affianca alla produzione a marchio Valentino Paladin quella dell’azienda Bosco del Merlo, i cui primi vini escono sul mercato nel 1988. Nel 1994, inizia anche la distribuzione di distillati d'uva, di grappe e liquori, con il marchio Borghi Distillati. Alla fine degli anni Novanta, vengono acquistati a Lison di Portogruaro, altri 54 ettari di terreno, coltivati a tocai, incrocio manzoni, refosco, merlot e cabernet sauvignon, che portano così la proprietà a 94 ettari.

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