Un territorio unico, storico ed i perenne cerca di concreto riscatto, raccontato da due vini figli dello stesso vitigno, il Pinot Nero, ormai sempre più il simbolo enologico dell’Oltrepò Pavese, che è l’area di maggior produzione di questo amatissimo vitigno di gran successo in Europa, dopo Borgogna e Champagne, oltre ad essere la più estesa in Italia, visto che qui si concentra il 75% dei vigneti coltivati a Pinot Nero di tutto il paese. Grazie alle caratteristiche uniche del suolo, al clima particolare, ma anche all’intraprendenza delle aziende che, guidate dal Consorzio, guardano al futuro e fanno squadra per promuovere questo grande vitigno attraverso sperimentazione, sostenibilità e ricerca. 34 le cantine virtuose, che hanno dato vita a “Oltrepò - Terra di Pinot Nero, un territorio, un vitigno, due eccellenze”, di scena all’Antica Tenuta Pegazzera di Casteggio, dove tanti produttori che credono nella valorizzazione di questo vitigno e delle sue due sfaccettature, hanno presentato le versioni migliori a un parterre di giornalisti nazionali e internazionali, ristoratori, enotecari, agenti e sommelier.
“L’attenzione al Pinot Nero sta diventando sempre maggiore - commenta Carlo Veronese, direttore del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese - e questa edizione è stata per noi un’altra grande ventata di ottimismo. Nel 2021 i produttori erano 20, quest’anno siamo a 34 aziende coinvolte. Questo evento sta diventando un appuntamento riconosciuto a livello nazionale per le eccellenze che si possono incontrare, in un momento in cui la Docg Oltrepò Pavese Metodo Classico è in forte crescita: con un 23% in più dell’anno precedente”.
“La forza del gioco di squadra dimostrato dai produttori in questo appuntamento - ha aggiunto Gilda Fugazza, presidente del Consorzio - sta dando i suoi frutti e ha reso Oltrepò - Terra di Pinot Nero una vetrina di grande valore. Il nostro territorio, il terzo per produzione di questo vitigno dopo lo Champagne e la Borgogna, è un’area unica che stiamo valorizzando come si deve e far conoscere sempre di più per le sue peculiarità: dal terroir, alla mano dei nostri instancabili viticoltori”.
Sulla “consapevolezza da parte di tutto il territorio che, comincia a credere nel suo vitigno più importante, il Pinot Nero”, si è soffermato il sommelier e wine educator Filippo Bartolotta: “dagli assaggi emergono vini sempre più precisi - ha detto - con un’identità territoriale chiara che mostra vini dal frutto deciso e dai tratti sapidissimi al palato. C’è ancora tanto da fare per restituire a questo territorio straordinario l’attenzione che merita, ma sono convinto che la strada intrapresa sia quella giusta”.
“Se il panorama dei vini fermi in Oltrepò Pavese è variegato e frammentato, per quanto riguarda la produzione spumantistica il Metodo Classico trova un punto di congiunzione territoriale importante nell’uva principe del territorio, il Pinot Nero. Nelle due tipologie Blanc de Noir e Cruasè si manifestano le differenti interpretazioni stilistiche dei produttori, che declinano attraverso le scelte di cantina e gli affinamenti la loro impronta personale, pur avendo come filo conduttore la voce territoriale di un’uva in grado di fornire ampie possibilità espressive”, aggiunge Chiara Giovoni, giornalista e critica (e collaboratrice anche di WineNews, ndr).
Un momento di rilancio, dunque, per il territorio, con la partecipazione di cantine come Alessio Brandolini, Azienda Agricola Bio Quaquarini Francesco, Azienda Agricola Cà del Gè, Azienda Agricola Torti L’Eleganza del Vino, Azienda Agricola Pietro Torti, Azienda Riccagioia, Ballabio, Berté & Cordini, Bosco Longhino, Bruno Verdi, Cà di Frara, Calatroni Vini, Cantina Scuropasso, Cantine Cavallotti, Castello di Cigognola, Conte Vistarino, Cordero San Giorgio, Finigeto, Frecciarossa, Giorgi, Giulio Fiamberti, La Genisia, La Piotta, La Travaglina Azienda Agricola, Le Fiole, Manuelina, Marchese Adorno, Monsupello, Montelio, Oltrenero, Prime Alture Winery & Resort, Rossetti & Scrivani, Tenuta Mazzolino e Tenuta Travaglino”.
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