I dazi Usa, se davvero dal 1 agosto 2025 fossero al 30% sui prodotti Ue, vino incluso, avrebbero un impatto pesantissimo sul vino del Vecchio Continente, e più in generale sulle economie di tutto il mondo, deprimendo ulteriormente i consumi di molti beni, soprattutto quelli voluttuari come il vino è diventato negli ultimi 50 anni. Ma la vicenda dazi, gioco forza, occupa le cronache e mette in secondo piano altri due problemi “epocali”, per il mondo del vino e non solo. Uno è il cambiamento climatico che, però, con interventi in vigna, in cantina e con la ricerca è in qualche modo è gestibile, o quanto meno mitigabile nei suoi effetti. L’altro è politico, invece, con le spinte salutiste anti-alcol che si fanno sempre più forti, approfittando anche della fragilità attuale del settore e del quadro di grande incertezza. E così, già i primi di luglio, l’Organizzazione Mondiale della Sanità è tornata alla carica, lanciando l’iniziativa “3 by 35”, che è più di un invito e di un incoraggiamento ai Paesi, su scala globale, a prendere iniziative per aumentare del 50%, entro il 2035, appunto, i prezzi al consumo di alcolici, ma anche di tabacco e bevande zuccherate, “attraverso tasse sanitarie, in una mossa progettata per frenare le malattie croniche e generare entrate pubbliche fondamentali. L’iniziativa “3 by 35” arriva in un momento in cui i sistemi sanitari sono sottoposti a un’enorme pressione a causa dell’aumento delle malattie non trasmissibili (Ncd), della riduzione degli aiuti allo sviluppo e dell’aumento del debito pubblico”, spiega l’Oms. Che aggiunge: “il consumo (non l’abuso, ndr) di tabacco, alcol e bevande zuccherate sta alimentando l’epidemia di malattie non trasmissibili. Le malattie non trasmissibili, tra cui malattie cardiache, cancro e diabete, rappresentano oltre il 75% di tutti i decessi in tutto il mondo. Un recente rapporto mostra che un aumento una tantum del 50% dei prezzi di questi prodotti potrebbe prevenire 50 milioni di morti premature nei prossimi 50 anni”.
“Le tasse sanitarie sono uno degli strumenti più efficienti che abbiamo - ha affermato il dottor Jeremy Farrar, vicedirettore generale Oms per la promozione della salute e la prevenzione e il controllo delle malattie - tagliano il consumo di prodotti nocivi e creano entrate che i Governi possono reinvestire nell’assistenza sanitaria, nell’istruzione e nella protezione sociale. È tempo di agire”, dice senza mezzi termini, l’Oms. Secondo la quale “una recente analisi suggerisce che un aumento una tantum delle tasse sufficiente ad aumentare i prezzi del 50% potrebbe generare fino a 3,7 trilioni di dollari di nuove entrate a livello globale entro cinque anni, o una media di 740 miliardi di dollari all’anno, pari allo 0,75% del Pil globale”.
“Tra il 2012 e il 2022, quasi 140 Paesi hanno aumentato le tasse sul tabacco, il che ha comportato un aumento dei prezzi reali di oltre il 50% in media, dimostrando che è possibile un cambiamento su larga scala. Dalla Colombia al Sudafrica, i governi che hanno introdotto tasse sanitarie hanno visto ridurre i consumi e aumentare le entrate. Eppure molti Paesi continuano a fornire incentivi fiscali alle industrie malsane, compreso il tabacco. Inoltre, gli accordi di investimento a lungo termine con l’industria che limitano gli aumenti delle tasse sul tabacco possono minare ulteriormente gli obiettivi sanitari nazionali. L’Oms incoraggia i governi a rivedere ed evitare tali esenzioni per sostenere un controllo efficace del tabacco e proteggere la salute pubblica”.
Ancora, scrive l’Organizzazione Mondiale della Sanità, “la forte collaborazione è alla base del successo dell’iniziativa “3 by 35”. Guidata dall’Oms, l’iniziativa riunisce un potente gruppo di partner globali (Alliance for Health Policy and Systems Research, Bloomberg Philanthropies, Campaign for Tobacco Free Kids, Centre for Global Development - CGDev, Economics for Health at Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health, Movendi International, Ncd Alliance, Oecd - Organisation for Economic Co-operation and Development, Seatca - Southeast Asia Tobacco Control Alliance, United Nations Development Programme - Unpd, Vital Strategies e Banca Mondiale quelli indicati sul sito dell’iniziativa), per aiutare i Paesi a mettere in atto le tasse sanitarie. Queste organizzazioni offrono un mix di know-how tecnico, consulenza politica ed esperienza nel mondo reale. Lavorando insieme, mirano a sensibilizzare l’opinione pubblica sui benefici delle tasse sanitarie e a sostenere gli sforzi a livello nazionale. Molti Paesi hanno espresso interesse per la transizione verso sistemi sanitari più autosufficienti e finanziati a livello nazionale e si stanno rivolgendo all’Oms per una guida”.
Una questione che il mondo del vino, e del beverage in generale, deve gestire con cura, anche in vista della prossima conferenza delle Nazioni Unite sulle malattie non trasmissibili prevista a settembre 2025.
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