Anche il lusso soffre, in questa fase difficile dell’economia mondiale. Vale per tutti i settori. Anche se quello del wine & spirits sembra soffrire un po’ di più, almeno a guardare i risultati dei primi 6 mesi 2025 del colosso Lvmh, guidato da Bernard Arnault, che fissa l’asticella dei ricavi a 39,8 miliardi di euro, il -4% sulla prima metà del 2024, con utili a 9 miliardi (-15%). E se profumi e cosmetici (4,08 miliardi di euro) e orologi e gioielli (5,09) tutto sommato tengono, con un -1% di fatturato, molto peggio fanno la divisione moda e pelletteria (19,1 miliardi di euro) e vino e liquori (2,5 miliardi di euro), entrambe a -8%. Con ricavi, per vini e spirits di Lvmh, giù del -33%, a 524 milioni di euro, con una perdita profonda ma imputabile quasi tutta ai cognac (che hanno fatturato 1,19 miliardi di euro nella prima metà 2025, contro 1,41 del 2024, facendo -15% negli incassi), mentre i vini, ed in particolare gli Champagne ed i rosati della Provenza, sono in leggero miglioramento, con un +2% (a 1,39 miliardi di euro nel semestre).
“Il gruppo Wines & Spirits ha registrato un calo dei ricavi e dell’utile operativo nel primo semestre del 2025”, spiega in una nota Lvmh (che conta nel suo portafoglio enoico brand come Moët & Chandon. Krug, Cheval Blanc, Château d’Yquem, Ruinart, Dom Pérignon, Domaine des Lambrays, Veuve Clicquot, Cloudy Bay, Bodega Numanthia, Terrazza de Los Andes ed Ao Yun, tra gli altri, ndr). Il primo semestre 2025, continua il gruppo, “ha visto andamenti simili a quelli osservati nel 2024, in gran parte dovuti all’impatto sui clienti delle tensioni commerciali che pesano sui mercati chiave di Stati Uniti e Cina. In questo contesto, il gruppo Wines & Spirits - sottolinea Lvmh - ha registrato una flessione nel periodo, con un miglioramento sequenziale dello Champagne e una buona performance dei vini rosati della Provenza. Per sostenere la domanda e rafforzare la loro desiderabilità, le maison hanno lanciato iniziative su larga scala nel primo semestre dell’anno, lavorando al contempo per tenere sotto controllo i costi”.
“Lvmh ha dimostrato solidità nel contesto attuale. Lo dobbiamo alla forza dei nostri marchi iconici e alla loro sconfinata capacità di innovazione - ha commentato il presidente e Ceo di Lvmh, Bernard Arnault - pur rimanendo fedeli alla loro cultura di incomparabile artigianalità. Al di là delle incertezze imperanti, rimaniamo concentrati grazie alla visione a lungo termine che da sempre guida il nostro gruppo familiare. Siamo guidati dalla nostra costante ricerca della qualità e della desiderabilità in tutto ciò che creiamo, combinata con la modernità dei nostri marchi storici. Affrontiamo la seconda metà dell’anno con grande attenzione e sono fiducioso nell’enorme potenziale a lungo termine di Lvmh e nell’impegno dei nostri team per rafforzare ulteriormente la posizione di leadership del gruppo nel settore dei beni di lusso. La nostra principale priorità condivisa è quella di offrire ai nostri clienti i prodotti più eccezionali”.
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