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DAI CAMPI ALLA TAVOLA

Marca 2020: un nuovo patto tra imprese ed istituzioni per una Gdo più sostenibile ed etica

Ricerca Ambrosetti: il prodotto a marchio del distributore (10,9 miliardi il fatturato in Italia), aiuta la sostenibilità e fa crescere il business
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Marca 2020: un nuovo patto tra imprese ed istituzioni

“La Distribuzione Moderna vuole essere un forte propulsore dello sviluppo sostenibile del Paese, anche attraverso ciò che viene fatto con la Marca del Distributore. Ci siamo quindi rivolti alla filiera per stimolare comportamenti etici e responsabili, in linea con la nostra visione e con le nuove esigenze dei consumatori. Il tema del lavoro in agricoltura è estremamente critico: occorre prendere iniziative per garantire legalità e rispetto dei contratti. Per questo abbiamo assunto l’impegno di lavorare, a partire dal 2021, solo con fornitori agricoli che ci assicurino queste condizioni attraverso l’iscrizione alla “Rete del lavoro agricolo di qualità”. Sarà necessario impegnarsi a fondo, da parte nostra e dei nostri fornitori ma anche da parte delle istituzioni, che devono aiutarci rendendo semplice e veloce l’iscrizione delle imprese agricole alla “Rete del lavoro agricolo di qualità”. Siamo convinti che lavorando insieme, imprese e istituzioni, si possano ottenere risultati importanti, per sconfiggere una piaga che affligge il nostro Paese”. Parole, dette ad una voce, dai leader della gdo italiana, Giorgio Santambrogio, presidente di Adm (Associazione Distribuzione Moderna), Marco Pedroni, presidente di Coop Italia, Francesco Pugliese, ad di Conad), e Claudio Gradara, Presidente di Federdistribuzione, al via di Marca, il salone dedicato ai prodotti a marchio proprio delle insegne della distribuzione, il cui giro d’affari ha superato, solo in Italia, i 10 miliardi di euro.
Parole che, da Marca 2020 a Bologna (15-16 gennaio), disegnano un futuro diverso per la distribuzione organizzata, ma anche per l’agroalimentare nel suo complesso, e raccolte dal Ministro delle Politiche Agricole Teresa Bellanova, secondo cui “abbiamo bisogno di ripensare il modello di sviluppo e in questo contesto l’agricoltura, la produzione di cibo, l’alleanza con i consumatori consapevoli, hanno un’importanza fondamentale a tutte le latitudini. L’agricoltura, la buona agricoltura, deve essere parte della soluzione. E così la buona produzione di cibo Per questo dico: creiamo insieme filiere sostenibili e giuste. Lavoriamo insieme anche nella lotta alle pratiche sleali.
Non è accettabile che sul banco degli imputati vadano a finire intere categorie, subendo campagne denigratorie. Non esistono filiere sporche, e non esiste una cattiva distribuzione. Esistono imprese che si pongono fuori dalla legge o che impongono meccanismi che rischiano di minare interi settori. Non possiamo consentirlo. Per questo è urgente recepire la direttiva europea contro le pratiche sleali ed estendere la sua portata a tutti i soggetti, anche a tutela degli acquirenti. E impegnarci insieme per avere un lavoro agricolo e alimentare di qualità, con la giusta remunerazione. La tutela del reddito dei produttori di cibo è essenziale. E’ essenziale riequilibrare la catena del valore lungo l’intera filiera. La vostra decisione di promuovere l’adesione delle aziende agricole fornitrici alla Rete del lavoro agricolo di qualità può rappresentare un momento importante di rilancio di questo strumento. Il vostro apporto sarà decisivo. Una distribuzione attenta ai fornitori, attenta alla sostenibilità economica, sociale e ambientale è uno dei perni su cui si può costruire il cambiamento. Una distribuzione che rinuncia a una pratica come le aste al doppio ribasso va valorizzata. Perché quello strumento è caporalato in giacca e cravatta e va combattuto come va combattuto il caporalato dovunque si annidi”.
Intanto, però, come raccontato dallo studio firmato da The European House-Ambrosetti, emerge che la gdo, dei passi avanti, soprattutto sul fronte della sostenibilità, li ha già fatti. Dai sondaggi tra i vertici tra i più importanti player del settore (che rappresentano 84% del fatturato del settore), e alle aziende fornitrici della Distribuzione con un fatturato inferiore a 150 milioni di euro, integrate dall’analisi dei bilanci di un campione di 415 aziende partner della Marca del Distributore, emerge che già oggi, ad esempio, il supermercato medio sta sistematicamente riducendo i consumi di energia elettrica (-30% dal 2005 al 2017 e -2,9% nel 2018) e il consumo di acqua (112 milioni di litri in meno all’anno); ha inoltre aumentato il recupero di eccedenze alimentari attraverso donazioni di 6 volte negli ultimi 7 anni.
Ed il maggior dinamismo nel campo della sostenibilità si evidenzia proprio nei prodotti a marca del distributore, un settore che vale 10,8 miliardi di fatturato nel 2019 e il cui sviluppo negli ultimi 16 anni spiega l’80% della crescita realizzata nello stesso periodo dall’intera industria alimentare nel mercato domestico.

Una sostenibilità che si evidenzia non solo nei prodotti, che si mostrano sempre più vicini alle nuove esigenze dei consumatori, ma soprattutto nella filiera alimentata dai prodotti della mdd: l’analisi dei bilanci del campione rappresentativo delle aziende fornitrici della Mdd negli ultimi 6 anni dimostra che queste ultime hanno performance economiche, occupazionali e reddituali migliori delle altre aziende del settore alimentare.
Una performance che aumenta al crescere della quota di fatturato generato con la Marca del Distributore, a dimostrazione di quanto il prodotto a marchio proprio sia in grado di dare un impulso positivo a tutto l’indotto che coinvolge. A dimostrazione dell’ampiezza e dell’intensità con la quale vengono perseguiti gli obiettivi di sostenibilità in relazione alla mdd, quest’ultima risulta dallo studio di The European House - Ambrosetti uno dei pochi settori che impattano, direttamente o indirettamente, su tutti i 17 Sustainable Development Goal (SDG) dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
“La sostenibilità economica viene considerata una premessa fondamentale per la transizione verso modelli di sviluppo sostenibili da un punto di vista sociale e ambientale. In quest’ambito, la Marca del Distributore si conferma un attore chiave caratterizzato da grande vitalità e notevole resilienza anche nell’anno 2019. Il fatturato ha raggiunto 10,8 miliardi di euro nel 2019 con una crescita di più di tre volte superiore rispetto a quella dell’industria alimentare italiana negli ultimi 17 anni. Anche la quota di mercato è cresciuta significativamente, passando dall’11,3% nel 2003 al 19,9% nel 2019 e un ulteriore aumento è previsto nei prossimi anni: le nostre stime prevedono che la quota di mercato della Marca del Distributore raggiungerà quasi il 25% nel 2020”,
dichiara Valerio De Molli, Managing Partner & Ceo di The European House - Ambrosetti. “Non solo. La Marca del Distributore contribuisce anche alla sostenibilità economica dei consumatori. I prodotti a Marca del Distributore hanno consentito di risparmiare 2,8 miliardi di euro all’anno (110 euro annui a famiglia), pari al 50% delle risorse stanziate per il reddito di cittadinanza nel 2019”.

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