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MASTROBERARDINO, UNA RISERVA TAURASI 1999 “LIMITED EDITION” PER CELEBRARE I 130 ANNI DALL’ISCRIZIONE AL REGISTRO DELLE IMPRESE DELLA STORICA GRIFFE IRPINA. NELL’ETICHETTA LE IMMAGINI DI TRE PROTAGONISTI: ANGELO, MICHELE E ANTONIO MASTROBERARDINO

Italia
La Riserva Mastroberardino 130 Anni

Una versione limitata della Riserva Taurasi 1999, con l’etichetta che riproduce i volti dei tre esponenti di maggiore spicco della famiglia Mastroberardino (Angelo, Michele, Antonio), per celebrare i 130 anni dell’iscrizione al registro delle imprese di Mastroberardino, una delle grandi firme storiche della viticoltura italiana, che ha riportato il Taurasi all’antico splendore ed ha contribuito alla rinascita dell’enologia del Belpaese. È quella che l’azienda irpina lancerà in “limited edition” a Vinitaly (Verona, 3/7 aprile), a 130 anni esatti da quando, nel 1878, il Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia, Angelo Mastroberardino (1850/1914), bisnonno dell’attuale presidente Piero, iscrisse la cantina alla Camera di Commercio di Avellino, iniziando così l’attività di internazionalizzazione della cantina, attraverso l’esportazione dei vini in Europa e nelle Americhe.
Lavoro che è stato poi portato avanti da Michele Mastroberardino (1886/1945), secondo protagonista della speciale etichetta, che rivolse i suoi sforzi, nei primi decenni del secolo scorso, alla promozione dei vini dell’azienda soprattutto oltreoceano.
Terzo protagonista dell’immagine della speciale Riserva Taurasi 1999 è Antonio Mastroberardino, Cavaliere del Lavoro, che laureato in Chimica all’Università di Napoli nel 1954, ha dedicato la vita al recupero e alla rivalutazione dei vitigni autoctoni d’origine greco-romana, contribuendo in modo determinante alla riscoperta e al rilancio di vini dal passato prestigioso, come il Greco di Tufo Docg, il Fiano di Avellino Docg, il Taurasi Docg e il Lacryma Christi del Vesuvio Doc, curandone la delimitazione dei relativi disciplinari di produzione e delle aree vocate per la produzione. Attività che, oltre a numerosi riconoscimenti, gli è valsa il soprannome di “archeologo della vite e del vino”.
L’impegno dell’azienda nella ricerca e nella viticultura di qualità continua anche oggi sotto la direzione di Piero Mastroberardino, come testimonia la rassegna di circa un secolo di bottiglie del prodotto di punta della griffe, il Taurasi, ambasciatore della viticoltura irpina nel mondo, ottenuto da 100% di uve Aglianico, collezionate e custodite nel caveau di famiglia.

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