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MEDIOBANCA & “BOLLICINE” - L’EXPORT PARLA CHIARO: BOOM DEGLI SPUMANTI. I GRANDI GRUPPI ITALIANI DELLE BOLLICINE, NEL 2010, SEGNANO UN +5% DI VENDITE SUL 2009. A DIRLO È L’INDAGINE MEDIOBANCA, CHE VEDE I VINI ITALIANI PRONTI PER LA BORSA

Sono i grandi gruppi vinicoli a brindare alla ripresa, particolarmente quelli delle bollicine. Una ripresa sancita dall’export che, per gli spumanti dei gruppi al di sopra dei 25 milioni di euro di fatturato annuo (e che rappresentano il 55% della produzione vinicola made in Italy), è letteralmente “esploso” nel 2010. Emerge da un’indagine dell’Ufficio Studi di Mediobanca, che indica un fatturato del comparto vinicolo in ripresa: dopo il -4,1% fatto segnare nel 2009, il 2010 ha visto una crescita del 5%, passando da 4,2 miliardi di euro a 4,4 miliardi. E se il giro d’affari nel mercato interno è aumentato del 2,1%, è l’export il vero motore della ripresa, con un +8,5% sul 2009.

Cifre, queste, che renderebbero adatti, i grandi gruppi spumantistici italiani, alla quotazione in borsa, ad oggi ancora non praticata per la bassa redditività: il margine operativo netto è al 4,7% del giro d’affari, mentre la media dei gruppi mondiali quotati è al 18,5%. In campo internazionale, nel periodo 2001-2011, l’indice del settore vinicolo ha corso del 122%, contro un aumento del 14% dei mercati azionari mondiali. Il paniere dei titoli che compongono l’indice del vino è composto per il 35% da società australiane e per poco meno del 30% da quelle cinesi, che hanno enormi margini di redditività. Ma i gruppi italiani, che hanno una solida struttura finanziaria (con un rapporto medio tra debiti finanziari e mezzi propri dell’84%, contro il 108% dei gruppi mondiali quotati in Borsa), potrebbero investire sulla Borsa americana e francese: nella prima, i titoli dei vini sono andati meglio del 60% rispetto alla Borsa di riferimento; nella seconda, addirittura, il borsino enoico supera quello dei titoli azionari generali del 172%. E, ad oggi, l’unica società italiana indirettamente presente in Borsa è l’Ilva di Saronno, che detiene il 16% del gigante cinese del vino Yantai Changyu, che viaggia a crescite di fatturato del 20% annuo.

Tornando ai fatturati dei “big group” di bollicine tricolore, anche il 2011 si presenta sotto auspici favorevoli: nella ricerca Mediobanca, il 53% delle aziende dichiara stime di crescita del fatturato superiori al 3%, mentre il 41% esprime aspettative stabili. Solo il 6% formula previsioni leggermente ribassiste (-3%), mentre nessuno ha dichiarato tendenze fortemente negative. A quasi una settimana dall’avvio di Vinitaly, particolare ottimismo si respira tra i produttori di bollicine: il 40% si aspetta una forte crescita del fatturato, il 60% un leggero aumento. Nel 2011 è attesa una leggera ripresa degli investimenti (+3%), mentre il settore tiene anche sul fronte dell’occupazione: nel 2009 - l’anno peggiore della crisi per il mondo del vino - i dipendenti dei maggiori gruppi del comparto sono cresciuti dello 0,2% a una quota superiore alle 10.000 persone.

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