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METTI IL GENIO IN BOTTIGLIA … NASCE IL VINO DI LEONARDO DA VINCI: UN PROGETTO CULTURALE FIRMATO DA “LA FUCINA DI LEONARDO” CON LO ZAMPINO DI GIACOMO TACHIS

Italia
Vigneti del Chianti

Il grande Genio di Leonardo entra in bottiglia. Credeteci o no, ma Leonardo Da Vinci è stato anche uno scrupoloso appassionato di vino e antesignano dei moderni enologi. Durante i suoi viaggi Leonardo studiava ovunque i sistemi di coltivazione e di vendemmia e, rifacendosi a tecnologie dell’antichità greco-romana, progettava fontane da tavola per il vino, che egli definiva “divino” e “odorifico soave licore dell’uva” e che trasformò persino nel protagonista di favole e trattati scientifici. In una lettera del 1515 l’artista-scienziato spiega il proprio concetto di vino ideale, parlando di “perfectione del grappolo” e “exentia in el bullimento”. E’, inoltre, dello stesso Da Vinci il progetto per la realizzazione della prima cassetta (Chassetta come la chiamava lui) per i vini datato 1487.
I concetti enologici e di viticoltura del genio toscano sono stati oggi tradotti e messi direttamente in bottiglia. Il merito è di Raffaella Simoni Malaguti, mente e ispiratrice del progetto Fucina Leonardo (www.fucinaleonardo.it, info@lafucinadileonardo.com), che, in collaborazione con il Museo Ideale Leonardo Da Vinci, si occupa di riscoprire e trasformare in oggetti le intuizioni, i disegni, le opere del grande Genio del ‘500.
Il vino non poteva certo mancare in questo poliedrico percorso. Nasce così il Broncone - con la complicità di un altro genio del mondo enologico come Giacomo Tachis - un Sangiovese in purezza realizzato con grappoli selezionatissimi, provenienti dalla Toscana centrale. Il vino deve il proprio nome ad un emblema commissionato dalla Famiglia De Medici al grande maestro.
Leonardo lo disegna in un manoscritto databile 1494, con la descrizione di “albero tagliato che rimette”, cioè rinasce, tornando a germogliare. Non dimentichiamo poi che il Broncone è anche chiamato il palo che sostiene le viti. “E’ un’operazione anomala - spiega Simoni Malaguti - squisitamente culturale. Da studiosi di Da Vinci ci ha stupito scoprire questa sua passione. Abbiamo voluto così provare a interpretare questo grande vino che Leonardo tanto cercava, provando a coniugare la migliore tradizione toscana con lo spirito innovatore del maestro”. Per il carattere culturale del progetto, la produzione è di sole 1.515 magnum (come la datazione della lettera?) e 2.000 lussuose bottiglie bordolesi decò, che, nei prossimi anni, arriveranno ad un massimo di 10 mila. Anche le etichette sono delle vere e proprie d’arte, ispirate alla produzione dell’artista con tanto di autentica da parte del Museo Ideale Leonardo Da Vinci.
Leonardo Roselli

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