Montalcino, nella sostanza luogo del vino tra i più visitati in Italia (lo ha di recente affermato, in uno studio, il Censis, che parla di 1 milione di enoturisti ed un indotto di 150 miliardi all’anno), nonché patria del turismo del vino italiano, sembra però non amare molto la proposta, voluta soprattutto dalla Regione Toscana e dalle Istituzioni pubbliche, di dar vita ad una “strada del vino” (l’idea era già stata “stoppata” dalle imprese e dal Consorzio del Brunello nel ’97). La prova? Ad una riunione, su questo specifico tema, indetta per oggi dal Comune e dalla Regione, a cui erano stati convocati oltre 100 imprenditori e rappresentanti di aziende, operatori del commercio-turismo-artigianato, organizzazioni delle imprese ed istituzioni, si sono presentate soltanto 7 persone. Forse, un modo elegante per dire … no grazie ? Sì, per molti, è sicuramente così. Ed affermano che “Montalcino ha già un suo valido e completo percorso enoturistico; le attività del territorio sono già in sinergia: non si deve, dunque, istituire cose nuove, ma piuttosto lavorare nel perfezionamento della qualità complessiva dell’offerta del turismo del vino e nel miglioramento delle infrastrutture di Montalcino”. Ci sono, però, anche operatori che invece ipotizzano, con soldi pubblici, la realizzazione dell’ennesimo centro d’informazione, della solita nuova segnaletica e dell’immancabile museo della vite e del vino. Chi ha ragione ? Come sempre il mercato e le scelte dei consumatori (in questo caso dei enoturisti), che hanno già eletto Montalcino come una delle mete ideali del turismo legato al vino. E questo, almeno per il momento, senza “strada del vino”.
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