Un nulla di fatto voluto da chi non fa gli interessi dei viticoltori. È l’analisi di Agrinsieme Moscato, il soggetto di rappresentanza agricola che raggruppa Cia, Confagricoltura e Alleanza delle Cooperative, che fa della riunione della commissione paritetica che si è svolta a Torino con il coordinamento della Regione e dell’assessorato all’Agricoltura della Regione Piemonte.
A poco più di un mese dalla vendemmia delle uve moscato, i rappresentanti di Agrinsieme Moscato, insieme a quelli di Cia, Confagricoltura e Cooperative, hanno dichiarato la propria intenzione a firmare un accordo che, secondo la proposta di parte industriale, prevede aumento di reddito per i viticoltori attraverso un prezzo fissato a 10,55 euro al miriagrammo e una resa di 110 quintali ad ettaro a cui si devono aggiungere altri 5 quintali di blocage/deblocage (la quota di riserva Docg da usare per soddisfare eventuali esigenze di mercato) e altri 5 di esuberi pagati attorno ai 5 euro al miriagrammo.
Intesa che farebbe oscillare (a seconda dell’applicazione del blocage/deblocage) il reddito minimo garantito per i viticoltori tra i 12 mila e 12,500 euro ad ettaro. La proposta prevede anche il non secondario impegno che intendono prendere le Case spumantiere a ritirare un minimo di 100 quintali ad ettaro di uve moscato per le prossime due vendemmie (2015 e 2016) e l’assicurazione ad aumentare il prezzo dei grappoli con ulteriore incremento del reddito dei viticoltori. Ma ancora l’accordo non è arrivato.
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