Poiché anche il vino è “custode” delle bellezze italiane, dai paesaggi ai monumenti, sempre più spesso raccontiamo la nascita di progetti che lo vedono insieme ai più importanti enti culturali italiani per promuovere il patrimonio del Belpaese, del quale anche il vino stesso fa parte. Progetti sempre più esclusivi che prima di tutto confermano lo straordinario potere evocativo in dote al patrimonio culturale italiano oltre al grande potenziale rappresentato dalla sinergia pubblico-privata. L’ultima case history vede insieme, da un lato, Palazzo Te a Mantova, uno dei più straordinari esempi di Villa rinascimentale suburbana manierista, realizzato nel Cinquecento su imitazione delle antiche ville romane, da Giulio Romano per i Gonzaga, come luogo di delizie e piaceri del vivere, compresi vino e banchetti, raffigurati nei sontuosi affreschi che sono tra le meraviglie dell’arte italiana come la “Caduta dei Giganti”; e dall’altro lato, Villa Della Torre a Fumane, “gioiello” del Rinascimento italiano, voluta dalla nobile famiglia veronese a pochi passi da Verona, e costruita con la mano dello stesso Giulio Romano tra Quattro e Cinquecento in chiaro omaggio alla civiltà di Roma ed esempio unico di “domus antiqua romana”, ma considerata anche un “piccolo Palazzo Te”, luogo di incontri letterari e simposi, e oggi cantina di proprietà della famiglia Mastella Allegrini tra i vigneti della Valpolicella. Due capolavori accomunati proprio dal maestro Giulio Romano, che ora, assecondando evidenti risonanze storico-artistiche che ruotano anche attorno alla Villa come dimora signorile di campagna, sintesi di bellezza, arte ed amore per l’agricoltura, stringono un’alleanza felice e fertile, salutata dalla produzione di un vino nuovo nato nel cuore della Valpolicella Classica: il vino “Camera dei Giganti”, edizione limitata del Valpolicella Classico Superiore di Villa della Torre, prodotto per la Fondazione Palazzo Te con le uve dei vigneti che circondano la Villa e “vestito” con l’affresco della Volta della “Camera dei Giganti” di Palazzo Te.
Patrimonio culturale sono le arti, i monumenti, le architetture, ma anche i territori, le tradizioni produttive, la cucina, i vini, e lo spirito affascinante del convivio. Con questo progetto spiega, a WineNews, Caterina Mastella Allegrini, “abbiamo voluto unire i due Palazzi nel segno “giuliesco” e celebrare questa nuova alleanza con un vino. È un progetto molto lungo, perché abbiamo iniziato a lavorarci nel 2019. Ora, il vino “Camera dei Giganti” si potrà trovare nelle due Ville e anche nel nostro wineshop online. Quello che vogliamo è far appassionare gli amanti del vino al mondo dell’arte, e viceversa”. “La funzione dell’arte e delle istituzioni culturali che si dedicano all’arte è anche quella di partecipare ai processi complessivi di sviluppo del territorio - sottolinea Stefano Baia Curioni, direttore della Fondazione Palazzo Te - l’arte è sempre contemporanea, e l’atto poetico non è sempre astratto, ma concreto ed ha a che fare con la capacità di fare cose che possono ispirare meraviglia, qualità della vita e civiltà. In questo caso con il vino, che è il saper fare un prodotto che non solo appartiene al mondo dei sensi, ma della civiltà, dello stare insieme e della convivialità. Chi viene in Italia deve venire perché è il regno dell’arte del vivere che passa attraverso i prodotti come il vino, che è il racconto della cura della terra, di un sistema aromatico che parla di idee, per questo insieme al vino si lavora molto bene. L’uva, poi, è raffigurata a Palazzo Te perché è parte della cultura del Mediterraneo, che è la “culla” del nostro sapere e del nostro saper fare che si riverbera nell’arte del Rinascimento e ci offre motivi di godimento”.
Ma in questa nuova alleanza tra eccellenze italiane c’è di più, perché il gioco di sovrapposizioni tra le due Ville, di cui ora il vino fa da fil rouge, avvicina virtualmente anche due delle città più belle d’Italia, Patrimonio dell’Unesco: la Verona degli Scaligeri e “capitale” della Valpolicella, e la Mantova dei Gonzaga, che dopo aver conquistato il potere con l’aiuto di Cangrande della Scala, signore di Verona, ne fecero la “Roma del Nord”, come la definiva il critico d’arte Philippe Daverio, che abbiamo conosciuto proprio a Villa della Torre. E che raccontava Giulio Romano come una vera “archistar”, l’allievo più geniale di Raffaello, e per il quale la “Camera dei Giganti, la sua opera più spettacolare e bizzarra, era il primo racconto espressionista cinematografico della storia della nostra pittura. Realizzato con quella stessa fantasia creativa che, con i richiami al grottesco e all’orrido, si ritrova nei giganteschi Camini antropomorfi del Leone, dell’Unicorno, del Diavolo e dell’Angelo di Villa della Torre.
Il vino, proprio come l’arte, è spesso artefice di un’estetica perfetta, che può finire in un bicchiere, a patto che sia un vino ben fatto. E insieme, arte e vino, sono simboli di quella risorsa generosa per la cultura, capace di coinvolgere la sensibilità estetica, l’educazione a vivere i piaceri e lo sviluppo stesso delle civiltà, che è il nostro patrimonio culturale, a patto di saperlo valorizzare. “Il vino è un’eccellenza italiana e una forma d’arte anche se minore, e le bellezze paesaggistiche ed architettoniche del nostro Paese possono anche supportare le produzioni. È importante unire iniziativa tra pubblico e privato che servono per valorizzare l’immenso patrimonio artistico e allo stesso tempo le produzioni italiane - ha concluso, a WineNews, Marilisa Allegrini - il “messaggio in bottiglia” di un vino si può propagare all’infinito, e il vino “Camera dei Giganti” con la sua etichetta stimola la curiosità per venire a visitare l’Italia e le sue meraviglie. L’arte ispira l’impresa e l’impresa deve sostenere l’arte”.
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