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LA CURIOSITÀ

Nasce il “Vino del Duomo” di Milano della Veneranda Fabbrica del Duomo e La Collina dei Ciliegi

L’11 ottobre lo storico Ente “custode” del monumento simbolo italiano e la cantina veneta presenteranno il nuovo progetto che unisce vino e cultura

Vino e cultura sono sempre più uniti, e insieme possono fare molto per il patrimonio culturale italiano di cui sono un simbolo nel mondo, con tante iniziative promosse dalle più importanti istituzioni museali e dalle cantine del Belpaese con i monumenti più importanti d’Italia, della cui bellezza il vino è un perfetto ambasciatore. Nasce così il “Vino del Duomo” di Milano (probabilmente un Rosso Veronese Igt, ndr), grazie ad un progetto della Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano e della cantina veneta La Collina dei Ciliegi, griffe della Valpolicella, in Valpantena, e dell’Amarone della Valpolicella, che lo presenteranno l’11 ottobre con Fedele Confalonieri, presidente della Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano, Massimo Gianolli, presidente e ad La Collina dei Ciliegi e ad di Generalfinance (una delle società più importanti nel factoring) e l’archivista della Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano Maddalena Peschiera, al Maio Restaurant (al 7° Piano Rinascente), con vista, ovviamente, sulla bellissima Piazza Duomo, emblema della città, così come il suo monumento più importante, insieme alla storica Galleria Vittorio Emanuele, cuore della vita di Milano e dei suoi eventi più importanti, visitata da oltre 2 milioni di turisti ogni anno, e che ora anche il vino racconterà nel calice.
La Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano è lo storico ente preposto alla conservazione e valorizzazione della Cattedrale. Istituito nel 1387 da Gian Galeazzo Visconti, Signore di Milano, per la progettazione e costruzione del monumento, si adopera da oltre 630 anni nella conservazione e nel restauro del Duomo, nell’attività di custodia e di servizio all’attività liturgica e nella valorizzazione del suo patrimonio, provvedendo al reperimento delle risorse necessarie al suo mantenimento, anche attraverso collaborazioni e progetti con il mondo dell’enogastronomia, proprio come accadeva nel Medioevo e nel Rinascimento.

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