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NASCE UN NUOVO POLO PRODUTTIVO IN VENETO: AL VIA FUSIONE TRA LE CANTINE DI SOAVE E ILLASI

Le parole d’ordine sono aggregazione, sviluppo e competitività: al via la fusione tra le storiche cantine di Soave e Illasi. L’operazione, lanciata nei giorni scorsi dalle due assemblee , porta alla creazione di un polo produttivo nell’Est veronese che conta quasi 1.700 soci, 5 stabilimenti e 4.100 ettari di vigneto gestiti, pari al 34% della doc Soave e al 47% della doc Valpolicella. La fusione ha, inoltre, l’obiettivo di sviluppare adeguate economie, capaci di assicurare una massa critica tale fronteggiare i mercati internazionali e dare vita ad una forte politica di espansione commerciale.

Soddisfazione è stata espressa da Luigi Pasetto, presidente di Cantina di Soave, che ha commentato: “come presidente nazionale del settore vinicolo di Confcooperative, sostengo da sempre la necessità di operare fusioni tra cantine, per darsi dimensioni più competitive e fronteggiare meglio la concorrenza sui mercati esteri. Questa fusione è perciò un risultato che ci gratifica molto e permette di garantire ai soci di entrambe le cantine un futuro più tranquillo e una maggior sicurezza di continuità del loro reddito. Dal canto nostro - ha continuato Pasetto - quella che ci assumiamo nei confronti dei nostri nuovi soci di Illasi è una grande responsabilità, perchè c’impegniamo a rispondere alle loro attese in termini di risultati”.

Dello stesso avviso anche Bruno Trentini, direttore della Cantina di Soave, secondo cui “la fusione si inserisce in un’ottica di valorizzazione delle produzioni legate al territorio, perchè solo così si riescono a gestire i prezzi dei vini. L’identificazione territoriale è tra i primi valori aggiunti di un prodotto, e avendo a disposizione una notevole massa critica, diventa possibile mettere in atto su tutti i mercati strategie di marketing e di penetrazione commerciale più efficaci. Un altro scopo è poi lo studio di tipologie di vini in grado di valorizzare produzioni importanti per il reddito dei soci, anche se meno pregiate’.

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