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NEI PRIMI 8 MESI 2008 -5,6% L’EXPORT ITALIANO DEGLI USA. COSÌ IL “VINITALY USA TOUR” CHE, DAL 27 AL 30 OTTOBRE, HA TOCCATO LE PIAZZE PIÙ IMPORTANTI PER IL CONSUMO DI VINO NEGLI STATES

L’export italiano di vino negli Usa, nei primi 8 mesi 2008, ha subito un -5,6% in volume (a 1,45 milioni di ettolitri) ed un +6,8% in valore (a circa 789,56 milioni di dollari): sono i dati di “Vinitaly Usa Tour”, il salone internazionale del vino di Verona che, dal 27 al 30 ottobre, ha toccato le piazze più importanti per il consumo di vino negli Usa: Chicago, New York e Washington.

Il “made in Italy” rimane il preferito dai consumatori statunitensi di vino. L’Italia, però, perde meno terreno sui diretti concorrenti per l’export di vino, aumentando il vantaggio sull’Australia, seconda fornitrice del mercato americano, che ha fatto registrare una riduzione del 17,2% in quantità e ha subito anche un crollo del 21,1% in valore. Male anche la performance della Francia, con il 17,3% in meno in quantità, seppure con il 18,1% in più in valore.

Vinitaly ha poi fornito un’ampia panoramica del mercato americano, che è diventato primo al mondo in termini di valore e secondo per quantità. Nel 2007, in particolare, il consumo complessivo di vino negli Stati Uniti è arrivato a 340 milioni di casse (da 9 litri ciascuna), sfondando il tetto dei 30 milioni di ettolitri. La crescita prevista per i prossimi anni è vicina al 4% annuo e questo dovrebbe portare, nel 2011, ad oltre 32,5 milioni di ettolitri il fabbisogno del mercato Usa. Il trend di aumento del consumo unitario è previsto, invece, pari al 2,6% l’anno, e porterà nello stesso periodo dagli attuali 12,9 a 14,8 i litri di vino pro capite. Il consumo di vino negli Stati Uniti, infine, al contrario di quello dei superalcolici e della birra, non ha fatto le spese della riduzione del potere d’acquisto dei cittadini.

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