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NEL REGNO UNITO GOVERNO E GDO FANNO SISTEMA CONTRO L’ABUSO DI ALCOL: STOP ALLE SVENDITE SOTTOCOSTO DI LIQUORI, BIRRA E VINO NEGLI SCAFFALI UK

Altro che svendite a prezzi stracciati: il Governo di Londra ha deciso di proibire le vendite sottocosto di alcol nei supermercati del Regno Unito. Una soglia che, secondo i parametri della Wine & Spirit Trade Association, è stabilita sommando le tasse che il retailer paga sul prodotto più l’Iva. Tradotto, le catene della distribuzione inglese non potranno più utilizzare svendite sottoprezzo di vini di bassa qualità e altri alcolici come strumento per attrarre i consumatori. Levata di scudi contro il provvedimento? Al contrario. Alcuni grandi colossi della gdo, pur con qualche distinguo, si sono detti d’accordo con il provvedimento. Tesco, terzo gruppo a livello mondiale e primo tra i sudditi della regina Elisabetta, “ha accolto con favore l’impegno del Governo di introdurre misure che riducano l’abuso di alcol”. E anche Sainsbury’s, terzo operatore del mercato britannico, ha accolto di buon grado l’iniziativa, pur sottolineando che “l’introduzione di un prezzo minimo per gli alcolici potrebbe penalizzare i clienti, che per la maggior parte comprano alcolici per la loro spesa settimanale e li consumano a casa responsabilmente”. E anche Waitrose, che detiene oltre il 4% del mercato, ha detto di sostenere le iniziative del Governo per correggere le cattive abitudini del consumatore. Una svolta netta dunque, e un bell’esempio di come si può fare davvero sistema per far fronte a un problema comune, pur rinunciando, probabilmente, nel caso dei retailer Uk, a un po’ di liquidità nel breve termine: nel 2007 la Camra, associazione volontaria che mira a promuovere la birra e i pub tradizionali britannici, aveva rilevato che alcuni grandi supermercati, Tesco e Sainsbury’s inclusi, vendevano birra a circa 50 penny per pinta, poco più del prezzo dell’acqua in bottiglia.

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