Nel segno dell’eccellenza e della continuità di vedute: Marilisa Allegrini (Allegrini) raccoglie da Sandro Boscaini (Masi Agricola) “lo scettro” alla guida delle “Famiglie dell’Amarone d’Arte”, che riunisce 12 realtà storiche del grande vino veronese (Allegrini, Begali, Brigaldara, Masi, Musella, Nicolis, Speri, Tedeschi, Tenuta Sant’Antonio, Tommasi, Venturini, Zenato), che insieme “fatturano” 37 milioni di euro, di cui oltre l’81%. Per il presidente uscente, Sandro Boscaini, “tutto sembra andar bene per l’Amarone, ma i produttori storici sono preoccupati: con l’aumento progressivo delle quantità c’è anche uno svilimento di prezzo e di posizionamento. Le Famiglie dell’Amarone se ne sono rese conto già nel 2009 quando si sono riunite per chiedere il rispetto del prodotto bandiera del Veneto e per dare l’allarme. Sono onorato di essere stato presidente di questo gruppo e di aver sollevato il problema dell’identità e del rispetto dell’Amarone e facendo nel contempo conoscere nel mondo autentiche espressioni della tradizione del territorio della Valpolicella. Lascio ora per un doveroso avvicendamento un’associazione nella quale impegnati produttori credono, tutelano e promuovono il proprio prodotto come valore e traino della nostra enologia”.
“E’ un onore per me accettare la presidenza delle Famiglie dell’Amarone d’Arte - ha commentato Marilisa Allegrini - e l’auspicio è che il mio mandato, in continuità con il lavoro svolto dal mio predecessore Sandro Boscaini, che ringrazio, rafforzi e valorizzi il ruolo della nostra associazione. Se la Valpolicella ha, in questi ultimi anni, raggiunto con i suoi vini e in particolare con l’Amarone i vertici dell’enologia internazionale, lo si deve all’impegno e all’intelligenza di molte e differenti realtà produttive unite nelle Famiglie dell’Amarone e nel suo dogma di eccellenza. Accanto ai successi emergono alcune difficoltà e contraddizioni che non ci nascondiamo: fra esse il rischio che l’Amarone, da vino frutto di poderi d’alta vocazione collinare, conosca, a causa di una non credibile aspettativa di profitti più facili, una dannosa massificazione che ne comprometta i livelli qualitativi. Per difendere l’Amarone, bene comune della Valpolicella e del mondo del vino italiano, occorre ridare fiato ad un tavolo di confronto fra tutti gli attori della produzione, contando su di un clima di totale disponibilità, ma che abbia ben chiara l’urgenza di decisioni rapide e non ambigue. Vorrei infine ricordare che una delle iniziative intraprese dalle Famiglie, a me piace considerarlo un “dono” alla città di Verona, è stata l’acquisizione del locale storico La Bottega Del Vino, rarissimo esempio di sforzo collettivo a salvaguardia di un patrimonio, prima di tutto storico-culturale. Sarebbe bello - ha concluso la neo-presidente dell’associazione - che da lì partissimo, vignaioli, ristorazione veronese, ospitalità alberghiera, a discutere di come, tutti assieme, si possa rilanciare il profilo dell’accoglienza in una città che deve, con concretezza, saper volare alto”.
Alla vice presidenza confermato Stefano Cesari, a cui si affianca Sabrina Tedeschi.
Info: www.amaronefamilies.it
Copyright © 2000/2025
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025