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“NO ALLE PALE EOLICHE SUI CRINALI DELL’ETNA”: E’ L’APPELLO LANCIATO DAL CONSORZIO DEI VINI ETNA DOC ALLE ISTITUZIONI DI SICILIA

“E’ con grande amarezza ed estremo disappunto che gli operatori viti-vinicoli del consorzio, soprattutto nella zona Nord dell’Etna, hanno assistito impotenti allo “spuntare come funghi”, sui crinali dei Nebrodi che si affacciano sul parco omonimo, nonché su quello dell’Alcantara e dell’Etna di obbriobriose pale eoliche che deturpano un paesaggio rinomato per il suo pregio naturalistico”: è di fronte a questo scenario che il Consorzio di tutela dei vini Etna Doc - che raccoglie oltre 60 aziende agricole del territorio etneo, di cui oltre la metà imbottiglia il prodotto nella zona di origine - ha deciso di lanciare il proprio appello alle autorità della Sicilia, dalla Regione alle Province, i Comuni e gli enti dei parchi interessati, insieme all’onorevole Vittorio Sgarbi, affinché “intervengano immediatamente per bloccare l’ulteriore realizzazione di nuove pale eoliche e, ove possibile, rimuovere quelle già esistenti”.

“Un’operazione industriale così - sottolinea il Consorzio - non solo appare in assoluto contrasto con gli obbiettivi di tutela del territorio di cui sono investiti i tre enti parco, ma cozza inoltre, in modo evidente, con la scelta di puntare fortemente sulla valorizzazione delle produzioni locali e del turismo, anche eno-gastronomico, ai fini della crescita dell’economia locale e dell’occupazione”. Il Consorzio dei vini doc dell’Etna ha deciso, così, di prendere posizione “a fianco delle autorità locali, delle associazioni e dei cittadini che hanno già manifestato la loro disapprovazione alla creazione di impianti eolici nel comprensorio delle Nebrodi. Inoltre il Consorzio non può non domandarsi come un progetto industriale di tale portata, capace di cambiare per sempre il paesaggio di un’area così importante del territorio siciliano, possa essere stato approvato senza consultare preventivamente le amministrazioni locali dei comuni limitrofi, le associazioni imprenditoriali e la società civile nel suo complesso”.

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