“Non avevo alcun potere deliberativo: ogni atto per la concessione dei fondi doveva seguire un preciso iter e tutte le procedure sono sempre state rispettate”. Così Giuseppe Ambrosio, fino a pochi giorni fa braccio destro del sottosegretario alle Politiche Agricole, dirigente di lungo corso del Ministero ed a capo della segreteria del sottosegretario Braga e dg del Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura Cra, nel carcere di Regina Coeli, dopo il suo arresto nell’inchiesta della Procura di Roma su casi di corruzione nell’assegnazione di appalti al Ministero delle Politiche Agricole su vicende che vanno dal marzo 2007 al maggio 2011, nella quale sono state arrestate altre 10 persone.
“Tutti gli atti per cui vengo chiamato in causa - sostiene Ambrosio - erano consentiti dalla legge, era tutto in regola”. Ambrosio, assistito dagli avvocati Paola Balducci ed Antonio Villani, ha risposto “con grande serenità su tutti i capi di imputazione”, spiegano i legali al termine dell’atto istruttorio. Gli avvocati hanno presentato anche un’istanza di scarcerazione o in subordine di arresti domiciliari. “C’é stata grande correttezza - sottolinea l’avvocato Balducci - da parte dei magistrati nell’ascoltare le ragioni del nostro assistito. Confidiamo in una valutazione serena della vicenda”.
Fonte: Ansa
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