Non è stato un successo rotondo, ma l’asta di “Finest & Rarest Wines” by Sotheby’s, di scena ieri a Londra, nonostante qualche lotto di troppo rimasto invenduto (alla fine sono stati 168 i lotti senza un compratore, sui 591 finiti sotto il martello), ha portato diverse conferme, anche sull’attrattività delle etichette italiane nelle grandi vendite all’incanto internazionali.
Le aggiudicazioni top hanno rispettato le attese, con le tre bottiglie di Château Pétrus 2000 che hanno superato le quotazioni iniziali, toccando le 10.810 sterline, e le 11 bottiglie di Le Pin 1993, che hanno sfiorato le 10.000 sterline. Bene anche le 6 bottiglie di Château Pétrus 1995, aggiudicate a 9.185 sterline. Al di là del successo dello Château di Pomerol, si difendono bene i Grand Cru bianchi di Borgogna, come le tre bottiglie di Ramonet Montrachet 1992, battute a 6.462 sterline (da una valutazione di 3.600 sterline).
Come detto, però, i vini del Belpaese si sono difesi assai bene: la cassa di Brunello di Montalcino Riserva 1990 di Casse Basse (Soldera) ha più che raddoppiato la valutazione iniziale di 3.000 sterline, spuntando 7.285 sterline. Il lotto faceva parte di una collezione arrivata direttamente dall’Italia, insieme ad una cassa di Brunello di Montalcino Riserva 1995 Intistieti, sempre di Case Basse, aggiudicato a 4.230 sterline, da una valutazione iniziale di 1.500 sterline.
Da sottolineare, infine, l’eterogeneità dei collezionisti, visto che le maggiori aggiudicazioni sono state ad opera di collezionisti europei, asiatici ed americani.
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