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NON PIU’SOLO TACHIPIRINA E ANALGESICI, IL GRUPPO FARMACEUTICO ANGELINI MIRA A ENTRARE NELLA TOP 20 DEI PRODUTTORI VITIVINICOLI ITALIANI CON UN MAXI INVESTIMENTO DI 30 MILIONI PER ACQUISTARE UN’AZIENDA IN VENETO E UNA IN PIEMONTE

Non più solo Tachipirina e analgesici. Il gruppo farmaceutico Angelini diversifica, e sul vino con “Tenimenti Angelini”, che ha sede a Montalcino (Siena), lancia un progetto di investimenti per 30 milioni di euro. Il gruppo, ha detto il presidente di Tenimenti Angelini, Jorge Ballesté Doldi (il responsabile di tutto quello che non è farmaceutico, ndr), “mira a entrare nella top 20 dei produttori italiani completando il portafoglio che già comprende le aziende vinicole Valdisuga a Montalcino, Tre Rose a Montepulciano, San Leonino a Castellina in Chianti, Collepaglia Castelli di Jesi, e Puiatti Collio-Isonzo, per un totale produttivo di 1,2 milioni di bottiglie e un fatturato di 8,5 milioni di euro” (info: www.tenimentiangelini.it).
Il presidente Ballesté, ieri sera a Roma, insieme allo staff e al friulano Giovanni Puiatti, il wine maker del Ribolla Gialla extra brut, ha prefigurato maxi-acquisizioni “entro un anno di un’azienda di alta gamma in Veneto, produttrice di Amarone e non solo, nonché di un marchio consolidato di Barolo e di altre denominazioni in Piemonte”. Fermo restando il grande omaggio alla tradizione bianchista delle Marche, terra d’origine della famiglia Angelini, dove è prodotto un verdicchio tra Jesi e Cingoli “al momento non pensiamo ad altre denominazioni, oltre a quelle venete e piemontesi, perché ci sembra - ha detto Puiatti - non abbiano ancora superato il collaudo del tempo”.
“Noi siamo un marchio del benessere - ha concluso il presidente di Tenimenti Angelini, Ballesté, che è spagnolo/catalano - e scartati prossimi investimenti nel mondo del golf e delle Spa, puntiamo su vino e profumi, settore quest’ultimo dove curiamo la distribuzione di 7 marchi tra cui Dolce e Gabbana, Mandarina Duck, e Custo Barcellona, con un fatturato di 60 milioni di euro. Ma è sul vino che vogliamo essere riconosciuti come produttori big di vini italiani, non più solo toscani, e dove porteremo il nostro marketing, solidità finanziaria, e un progetto serio, a lungo termine. Rafforzeremo la nostra quota di mercato nazionale, che è il 35% delle vendite, dopo aver triplicato le agenzia in 73 province italiane. Per l’export ora siamo forti in Svizzera e Germania, ma contiamo di crescere negli Stati Uniti e Regno Unito”.

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