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Non solo status symbol: i brand del vino, per conquistare i wine lover cinesi, devono costruirsi una strategia, che li renda innanzitutto “riconoscibili”, “rassicuranti” e “vicini” ai consumatori, come racconta l’ultimo report di “Wine Intelligence”

Il mercato cinese, come abbiamo scritto spesso, è ancora il più promettente per la crescita del settore enoico, ma non è certo una facile terra di conquista. Non tanto, e non solo, per la concorrenza agguerrita di qualsiasi grande Paese produttore, né per l’ormai consolidata capacità espansionistica della produzione interna, quanto per la difficoltà di imporsi, come singolo brand, all’attenzione di un consumatore assai complesso. Il wine lover cinese, infatti, ha approcciato il vino come un qualsiasi bene di consumo, o meglio ancora, come racconta il report “How to Build a Wine Brand for China”, di “Wine Intelligence” (www.wineintelligence.com), come uno status symbol, affidandosi, più che al proprio gusto ed alla propria conoscenza, al valore sociale di una determinata bottiglia: spesso è ancora così, ed il consumatore cinese, specie il “Prestige-seeking Traditionalist”, sceglie l’etichetta che può fargli fare un passo avanti nella scala sociale.
Oggi, però, la situazione sta lentamente cambiando, il wine lover del Dragone è informato e consapevole come mai prima d’ora, gli orizzonti si ampliano e vanno ben al di là dello status symbol, ma molto passa per un buon posizionamento del brand. A partire dalla sua collocazione sugli scaffali dei supermercati, dove è difficile farsi “notare”, tra 500 etichette diverse, per questo è fondamentale puntare sulla riconoscibilità del proprio marchio, un requisito ancora più importante sui portali di vendite online, dove la scelta è tra migliaia di bottiglie. Quindi, visti i numerosi casi di contraffazione che riguardano proprio il mercato del vino in Cina, è centrale, per un brand, essere rassicurante in tal senso: i consumatori cinesi hanno bisogno di avere fiducia in ciò che comprano, ed i marchi devono fornire loro la rassicurazione che stanno facendo la scelta giusta, comunicando la qualità l’autenticità della bottiglia.
Così si costruisce un marchio di successo in Cina, senza dimenticare un ultimo “accorgimento”, che in realtà vale per qualsiasi prodotto e qualsiasi target: bisogna costruire un rapporto di vicinanza tra un brand ed un target, perché non basta riconoscere ed essere rassicurati da un marchio, serve qualcosa di più, e per quanto riguarda il vino l’impegno deve essere quello di migliorare l’esperienza del consumatore lungo tutto il percorso, focalizzandosi su ogni singolo passaggio, dal momento dell’acquisto a quello del consumo: dai corridoi e dagli scaffali dei supermercati al personale del negozio, dall’etichetta alla retro etichetta, dal packaging al gusto, nulla deve essere lasciato al caso. Anche se in Cina può essere molto difficile, perché spesso e volentieri non si ha alcun controllo su dove, come e a chi verranno vendute le bottiglie esportate nel Dragone.

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