Come è noto, la vinificazione in anfora, è una tecnica secolare capace di scrivere pagine storia ma non la parola “fine” visto che, tanto per fare un esempio, in Georgia, i “qvevri”, i vasi di terracotta usati già 8.000 anni fa, non sono mai stati abbandonati, e hanno anche la tutela Unesco. Eppure questo materiale, negli ultimi decenni, è tornato a catturare l’attenzione di un certo numero di produttori, soprattutto in Italia, dove il vino fatto nella terracotta ha una origine antichissima: proprio così si faceva il “nettare di Bacco” ai tempi degli Etruschi e prima ancora dei Greci. La terracotta, d’altronde, è un contenitore naturale che garantisce respirazione al vino e, ancora oggi, può incontrare i gusti di chi ha in mente una certa filosofia produttiva. Ma la storia, per parlare al presente, ha bisogno anche di evolversi, tanto che c’è chi punta sull’innovazione per mantenere vivo il legame tra il vino e la terracotta. Ne è un esempio una delle fornaci più importanti di Toscana, la “Artenova Terracotte” di Impruneta, che ha elaborato una versione professionale per uso enologico di bottiglia in terracotta, sempre fedele all’obiettivo di impegnare la produzione su un formato che garantisca la tenuta e la conservazione del vino nel tempo. Nel 2008 è stata questa, in Italia, la prima azienda a utilizzare la pregiatissima argilla d’Impruneta per la realizzazione di grandi giare in terracotta per la lavorazione del vino, e, all’anfora da vino, oggi deve il 99% del suo fatturato. Quando si parla di terracotta per uso professionale, il riferimento è all’impasto utilizzato per realizzare la bottiglia: si tratta di una composizione che ha caratteristiche diverse rispetto a quella utilizzata per le giare da vino, proprio perché giara e bottiglia hanno una diversa funzione: mentre nella giara il vino evolve in maniera importante, quando invece finisce nella bottiglia di terracotta, il vino ha terminato il suo processo di maturazione ed è pronto per la vendita. Come spiega l’azienda di terracotta, “anche se si tratta di due contenitori con funzioni diverse per il produttore di vino il passaggio dall'uno all’altro può risultare in continuità anche dal punto di vista commerciale. Ragioni di estetica e di marketing possono essere alla base della scelta del produttore che decide di presentare il proprio vino nella bottiglia di terracotta. Un prodotto che, quanto all’invecchiamento, si comporta a tutti gli effetti come una bottiglia di vetro”.
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