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NONOSTANTE LA CRISI ECONOMICA E L’ULTERIORE CALO DEI CONSUMI DI VINO, LA CAVIRO, UNO DEI GRUPPI INDUSTRIALI DEL VINO PIÙ GRANDI D’ITALIA, CHIUDE IL 2010 CON UN FATTURATO DI 250 MILIONI DI EURO (UTILE NETTO DI 2,9 MILIONI DI EURO, +53%)

Italia
Ecco lo spot del Tavernello (Caviro) sul mercato inglese

Nonostante la crisi economica e l’ulteriore calo dei consumi di vino, la Caviro, uno dei gruppi industriali del vino più grandi d’Italia, chiude il 2010 con un fatturato di 250 milioni di euro ed un utile netto di 2,9 milioni di euro (+53% sull’anno precedente). Lo comunica una nota, oggi, alla fine dell’assemblea dei soci. La Caviro, il gruppo di Faenza, si conferma, dunque, “primo sul mercato italiano del vino con il 9,4% di quota di mercato e primo sul mercato italiano dell'alcool industriale con il 25% di quota. I ricavi ammontano a 250 milioni di euro, in linea con il dato dello scorso anno, e con un ebitda di 13,5 milioni di euro. La posizione finanziaria netta pari a 76 milioni di euro è allineata a quella dell’esercizio passato (nonostante il completamento dell'investimento nella nuova centrale termoelettrica, che influenza il dato per 34 milioni di euro).
“In un anno di pesante crisi economica e sociale - dichiara il presidente Secondo Ricci - il nostro è un bilancio positivo sia dal punto di vista economico che finanziario. Quest’anno assistiamo ad una ripresa dei prezzi del vino che, seppur modesta, è un segnale positivo per il futuro dei viticultori. Vendemmia verde e abbattimenti dei vigneti previsti dagli incentivi comunitari hanno fatto ridurre le quote massime produttive di vino nelle maggiori nazioni (Italia, Francia, Spagna), bloccando il ribasso del prezzo del vino”. “Ci preoccupa, però, il forte calo del consumo pro-capite del vino, dovuto sia al mancato ricambio generazionale, visto che i giovani bevono raramente ai pasti, ed a motivi salutistici che interessano diverse fasce d’età; il mercato italiano è un mercato maturo e rimane solo la prospettiva del mercato estero che tiene e continua a crescere”, prosegue guardando al 2011.
“Il primo trimestre ci vede con l’export in crescita del 20% ed il fatturato Italia allineato con il 2010”.
Più in particolare nel settore vino, la Caviro registra il perdurare “della crisi del canale ristorazione, dove non si arresta la chiusura di molti locali pubblici e si assiste ad una calo dei consumi delle bevande alcoliche in genere. Nella grande distribuzione (gdo), dove si vende oltre il 70% del vino confezionato in Italia, la crisi economica si è fatta sentire con un aumento della promozionalità media e il maggior peso dei prodotti a marchio del distributore che erodono volumi ai prodotti di marca. Tavernello sul brik ha in parte risentito di questa situazione, ma ha lanciato il nuovo Tavernello frizzante in bottiglia da 0,75, che con oltre 2 milioni di bottiglie vendute in soli 6 mesi si colloca fra i primi 5 prodotti della categoria frizzanti. Caviro raggiunge quindi in gdo una quota del 9,4% a valore e del 17,5% a volume, grazie alla prima posizione nel brik, alla terza posizione nel vetro ed alla leadership nella produzione di Private Labels. All’estero, la Caviro ha portato il proprio fatturato a 27 milioni di euro, segnando un incremento pari al 16% sul 2009: è la Gran Bretagna che evidenzia un balzo del +34%, facendo di Caviro oggi la seconda azienda esportatrice italiana verso quel paese; in Germania, Tavernello conferma la prima posizione tra i vini italiani; la Caviro è la prima azienda vinicola italiana anche in Russia, dove cresce del 64%.

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