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FUTURO

Nuova Zelanda, 12.000 varianti per scoprire il Sauvignon Blanc del futuro

Il “Sauvignon Blanc Grapevine Improvement Program” per poter contare su varietà produttive e resistenti alle malattie e alla siccità
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La ricerca sul Sauvignon Blanc in Nuova Zelanda

La vite, per sua natura, è una pianta estremamente resiliente, e quindi capace di rispondere ed adattarsi al cambiamento delle condizioni climatiche. Che, però, non è mai stato rapido come in questi ultimi decenni, che hanno segnato un salto in avanti evidente, sia nelle temperature medie che nelle precipitazioni complessive. La natura, alla distanza, farà sicuramente il suo corso, ma la scienza, fortunatamente, può dare un aiuto fondamentale - attraverso la genetica - nella ricerca di varietà resistenti su cui costruire la viticoltura del futuro. In Italia, il ruolo della genetica e del vivaismo è ben chiaro a molti studiosi, a partire dal professore Attilio Scienza, da tempo convinto che “il meticcio salverà la viticoltura” (qui la sua lectio sul tema), e la ricerca corre in tutto il mondo.

Anche in Nuova Zelanda, dove gli scienziati del Bragato Research Institute, a Marlborough, insieme al Plant & Food Research, hanno sviluppato 6.000 nuovi ceppi genetici di Sauvignon Blanc, il vitigno iconico del Paese, che presto lasceranno le serre per essere piantati in vigneto. Alla fine del “Sauvignon Blanc Grapevine Improvement Program” - che fa parte di un programma settennale da 1,25 miliardi di dollari destinato ad aiutare l’industria vitivinicola neozelandese a diventare più resiliente - saranno addirittura 12.000 le varianti di Sauvignon Blanc, con tratti utili come rese migliorate, resistenza alle malattie, tolleranza al gelo ed efficienza nell’uso dell’acqua.

“La Nuova Zelanda ha 26.559 ettari di vigneti di Sauvignon Blanc e, a causa del modo in cui è stata propagata la vite, la stragrande maggioranza di questi vitigni è geneticamente uguale”, si legge in una dichiarazione del Bragato Research Institute. “Ciò significa che qualsiasi nuovo parassita, malattia o cambiamento ambientale che colpisce una vite, potrebbe interessarli tutti”. Ovviamente, le piante avranno la capacità naturale di diventare geneticamente più diversificate in risposta allo stress ambientale, ma questo non comporta incroci con altri vitigni, per cui le piante saranno ancora Sauvignon Blanc, mantenendone quindi ogni caratteristica organolettica.

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