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OCM VINO: BUONI COMMENTI DA FEDERVINI E UNIONE ITALIANA VINI. LE DUE MAGGIORI ORGANIZZAZIONI DELLE IMPRESE ITALIANE D’ACCORDO CON FINANZIAMENTI E DIVIETO DI ZUCCHERAGGIO. PARERI DIVERSI, INVECE, SULLE DOC E LIBERALIZZAZIONI

Reazioni positive da parte delle due maggiori organizzazioni delle imprese vitivinicole italiane, Federvini, presieduta da Piero Mastroberardino, e Unione Italiana Vini, diretta da Andrea Sartori, alla bozza di riforma Ocm presentata ieri a Bruxelles.
Ma se a mettere d’accorco le due organizzazioni ci sono i 120 milioni di euro destinati alla promozione del vino italiano ed europeo nel mondo e il divieto alle pratiche di zuccheraggio, a dividerle sono invece le differenti posizioni sui capitoli della riforma delle denominazioni e della liberalizzazione degli impianti: Federvini ha espresso soddisfazione e sostiene che si deve continuare sulla strada proposta da Bruxelles senza temere il confornto con il mercato; l’Unione Italiana Vini ha manifestato, invece, di non condividere questi aspetti della bozza di riforma.

Di seguito le due posizioni ufficiali ...

Andrea Sartori, presidente Unione Italiana Vini …
L’impianto della proposta di riforma dell’Ocm vino formalizzato dalla Commissione guarda al mercato, di conseguenza l’imprenditoria vinicola italiana che si riconosce nella Confederazione Italiana della Vite e del Vino (l’anima politica dell’Unione Italiana Vini) esprime moderata soddisfazione per una filosofia capace anche di scelte coraggiose come l’eliminazione dell’uso del saccarosio.
“Al tempo stesso però - precisa Andrea Sartori, presidente della Confederazione - non condividiamo l’idea di riportare l’indicazione di vitigno e di annata sull’etichetta dei vini da tavola e richiamiamo l’attenzione sulla delicata questione della liberalizzazione degli impianti, che dovrà comunque essere ‘guidata’ affinché non sconvolga gli assetti di mercato. In merito alla nuova impostazione sulle denominazioni d’origine, si deve assolutamente evitare il rischio di smontare un impianto che in Europa vanta oltre 200 anni di storia e che è parte essenziale della nostra cultura”.
Decisamente positivo il capitolo “promozione”, ma bisognerà prestare particolare attenzione alla questione fondi disponibili anche per il mercato comunitario.

Piero Mastroberardino, presidente di Federvini …
Il commissario Fischer Boel tiene fede alle dichiarazioni iniziali e propone una riforma profonda ed incisiva con importanti elementi di semplificazione e, finalmente, una nuova attenzione al mercato con il capitolo “promozione”.
Questa sintesi può dare a pensare che ci siano soltanto elementi positivi nella riforma, ma probabilmente ci troviamo a metà percorso nell’analisi dell’impatto che la riforma stessa avrà sulla vitivinicoltura europea ed italiana.
I fondi destinati alla promozione, che troverà come sempre il Ministro De Castro pronto nelle azioni di sostegno e coordinamento, da soli non basteranno al settore vitivinicolo per superare sia le difficoltà del mercato interno che le condizioni di maggiore concorrenza sul mercato.
“E’ indispensabile cogliere l’occasione di questa riforma per una analisi serena dello scenario italiano” ha dichiarato il Presidente di Federvini Piero Mastroberardino. “Non dobbiamo temere le liberalizzazioni e le semplificazioni che ci attendono ma dobbiamo, anzi, proseguire sulla strada del confronto, della valutazione comune all’interno della filiera produttiva, dedicando una attenzione ancora più forte alle attese del consumatore”.
Il primo passo fu compiuto all’indomani della riunione degli Stati Generali del Vino: si deve ora proseguire su quel percorso con ancora più profonda convinzione di realizzare un gioco di squadra che consenta a tutto il sistema vitivinicolo italiano di confermare quel ruolo di leader che i consumatori hanno già testimoniato in più di una occasione.
“Certamente è una riforma il cui elemento di maggiore spicco risulta essere la decisione strategica di vietare lo zuccheraggio” ha concluso Mastroberardino “ elemento che certamente, in questi ultimi anni, ha influito non poco sulla concorrenza tra le diverse enologie”.

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