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“ONORIAMO I BUONI VINI D’ITALIA”: COSI’ SCRIVEVA IL POETA ARETINO E MAESTRO DI OTTAVA RIMA EDILIO ROMANELLI, CHE LODAVA LE BONTA’ ENOLOGICHE DI TUTTA LA PENISOLA. UNA TESTIMONIANZA DI AFFETTO PER IL VINO OGGI PIU’ OPPORTUNA CHE MAI

Italia
Edilio Romanelli, cantore in ottava rima

Correva il 1981 quando il “cantore” trapiantato a Roma da giovane, ma di origine toscana, il poeta aretino Edilio Romanelli (nato nel 1914 e morto a Roma nel 1994), maestro dell’ottava rima, un genere di poesia popolare che affonda le proprie origini in tempi antichi (alcuni la attribuiscono all’attività dei trovatori nel 1300), pubblicava un poemetto dedicato al vino che, nel 1995, si sarebbe classificato secondo al Premio “Citta di Orte”.
Un componimento leggero, intitolato “Onoriamo i buoni vini d’Italia, che oltre che un excursus tra i tanti vini della Penisola, è anche una testimonianza di affetto di Romanelli, “Poeta, sempre col bicchiere in mano”, al vino (oggi più opportuna che mai) e alla sua Toscana, scritto in un linguaggio semplice, colorito e sonoro.
Di seguito, anche su suggerimento del professor Giovanni Kezich, antropologo e direttore del Museo di Tradizioni Popolari di San Michele all’Adige (www.museosanmichele.it) e grande appassionato ed esperto di rime, WineNews ripropone il componimento, pubblicato nel libro dello stesso autore, “Ricordando il poeta Angelo Felice Maccheroni 1882-1982 nel centenario della morte e altri 80 poeti defunti” (Roma, Promograf, 1982)” (www.promograf.it):

“Si dice che dei vecchi sei la poccia
Come usa un proverbio di Toscana
se è puro davvero, è un toccasana
gustato e sorseggiato goccia a goccia.

La tua storia è di un’epoca lontana
Dall’India s’importò vitigno e vite
poi in fertile terreno trasferite;
l’Italia di culture è la sovrana.

Da mani esperte colte e premunite
di pazienza, costanza e fantasia
curate come meglio non ci sia
foste innestate, e bene custodite.

Dal Piemonte val D’Aosta e Lombardia
il Veneto, il Trentino e Friulano
la Giulia, la Liguria, e giù nel piano
l’Emilia, la Romagna, e così via.

Ed ora entriamo nel bel suol toscano
e l’Umbria verde che ci stà vicina
le Marche con il mare e la collina
e il vasto Lazio che non è lontano

L’Abruzzo che dal mare si avvicina
all’Altopiano, e giù in Campania scende
poi nella grande Puglia si distende
alla Basilicata più piccina.

Ed ora la Calabria che ci attende
e la Sicilia al di là del mare
isolette la stanno a circondare
che interessate al vino ce le rende.

Ora al Tirreno si dovrà tornare
a un’isola importante bella e degna
è ovvio che parliam della Sardegna
così il giro lo andiamo a terminare.

Le varie qualità d’uva c’impegna;
i tanti vini si dovrà elencare
alcuni si dovranno sorvolare
ma buona qualità ovunque regna.

Barbaresco moscato ed il barolo
il boca gattinara e il vespolina
la bonarda il brachetto e sizzanina
il caluso il bianchetto ed il nebbiolo.

L’erba luce il dolcetto e sultanina
il fresia il merlot e grignolino
malvasia nevret ed il rubino
giovese botticino marsenina.

Schiavagentil cellatica, e divino
trebbiano gabernet e rondinella
barbera franciacorta rossanella
il lugana e tocai di San Martino.

Il laganà, il cortese il dellabella
cannaiola, lorino e raspiretto
rosatello, aleatico, e verdetto
Lambrusco, ciliegiolo e moscatella

L’Est Est, il Frascati e il fragoletto
il mammoletto di Montepulciano
e la vernaccia di San Gemignano
Marino, e il veliterno assai perfetto.

Chiudo le qualità da buon toscano
spero nessuno mi farà una guerra
perché io sono nato in questa terra
Poeta, sempre col bicchiere in mano.

Variando spesso, facile si erra;
anche perché di vini ve n’è tanti
io amo molto degustare il chianti
e il barilozzo che il vinsanto serra.

Ho smesso col caffè
Ho smesso con il fumo
ma un buon litrozzo al giorno
ancora lo consumo.

Per tanto date retta
se avete angosce e affanni
lontani dal dottore
lontani dal becchino
per vivere cent’anni
bevete del buon vino ...
ché non ci vuol ricetta.

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