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MERCATI E POLITICA

Pac, a rischio i fondi per la promozione nei Paesi Terzi per il vino. L’allarme delle Cooperative

Il pericolo, secondo l’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, arriva da alcuni emendamenti approvati in Commissione Ambiente dall’Europarlamento
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Pac, a rischio i fondi per la promozione del vino Ue nei Paesi Terzi, allarme delle Cooperative

Utilissimi, se non indispensabili, per la promozione del vino italiano nel mondo, i fondi Ocm, in Italia, hanno sempre avuto vita travagliata, negli ultimi anni, tra polemiche sui criteri per la stesura delle graduatorie e, soprattutto, per i ritardi, talvolta clamorosi, della loro erogazione. Ma ora, si rischia addirittura di perderli in toto, nel processo di revisione della Pac post 2020. A lanciare l’allarme è l’Alleanza Cooperative Agroalimentari, che rappresenta un settore che vale oltre la metà della produzione vinicola italiana.
“Diciamo un no forte e chiaro ad ogni ipotesi di eliminazione delle misure di promozione del settore vino verso i Paesi terzi attualmente finanziate dall’Europa attraverso i fondi della Pac, come proposto dalla Commissione Ambiente del Parlamento Europeo. Si tratterebbe di un ingente danno economico per uno dei settori di punta del nostro agroalimentare che, anche attraverso quei fondi, è riuscito in questi anni ad affermarsi con successo oltreconfine”, spiega l’Alleanza, all’indomani del via libera ad alcuni emendamenti volti a sopprimere i fondi europei a sostegno degli investimenti delle aziende in materia di promozione.
“Nel periodo di programmazione 2014-2018, solo in Italia, sono stati stanziati ogni anno per la misura di promozione sui Paesi terzi quasi 102 milioni di euro - ricordano le Cooperative - per un totale in 5 anni di 509.985.000. Altrettanti fondi sono quelli investiti dalle imprese, che finanziano la misura al 50%”.
Secondo l’Alleanza Cooperative Agroalimentari, le misure che si sta provando a sopprimere “sono di una importanza vitale per le nostre aziende che a fronte del perdurante calo dei consumi interni, riescono a mantenere la loro competitività proprio esportando i loro vini sui mercati esteri. E che la misura abbia sostenuto e aiutato la crescita dell’export di tutto il comparto lo dimostrano i dati: le esportazioni vitivinicole italiane sono passate da 3,5 miliardi di euro nel 2007 a 5,99 del 2017, con una crescita del 71%. Non solo: le esportazioni italiane in valore verso i paesi extra Ue hanno registrato una crescita media del 63%, ben superiore a quella delle esportazioni rivolte ai Paesi europei (+41%)”.

“I fondi destinati dalla Ue alla promozione, che si sommano ai fondi investiti dalle imprese stesse - così prosegue l’Alleanza - hanno sostituito gli aiuti “artificiosi” al mercato, consentendo alle nostre eccellenze vitivinicole di affermarsi su mercati mondiali, favorendo spesso l’apertura di sbocchi commerciali in nuovi paesi terzi. È per questo che ci opporremo fermamente ad ogni proposta legislativa che intenda abolirli. Non va taciuto anche che l’approvazione di tali emendamenti - prosegue l’organizzazione - è stata motivata da argomentazioni che esulano dagli aspetti economici e di mercato e che mirano genericamente ad un più efficiente utilizzo di denaro pubblico, tutto da dimostrare. Auspichiamo quindi che quando il dossier passerà alla Commissione Agricoltura e poi all’Aula del Parlamento in Plenaria, i parlamentari siano in grado, cifre alla mano, di difendere una misura che ha avuto effetti positivi e tutti dimostrabili, bloccando gli emendamenti presentati dalla Commissione Ambiente, ed evitando così un duro ed ingiustificato colpo al nostro settore”.

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