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Allegrini 2024

Panorama

Questo vino è un nettare. Parola d’ordine: qualità. Dai nobili rossi piemontesi ai profumati bianchi di Sicilia, diminuiscono le bottiglie prodotte, ma gli standard salgono ai massimi livelli. Ecco le etichette da non perdere, secondo il parere di un grande esperto ...
E’ il miglior vino di sempre ... L’incremento di qualità dei nostri vini negli ultimi dieci anni non ha eguali nella storia della produzione agricola italiana. In questo periodo in tutte le regioni si è attuato un radicale processo di ottimizzazione die vigneti e dei sistemi di vinificazione. Ciò consente all’immenso patrimonio vinicolo italiano di distinguersi per varietà, unicità, pregio d’assoluto standard mondiale. Alla base di questa virtuosa rivoluzione c’è un miracolo semplice quanto vero: l’abbandono della nefanda pratica della quantità, a favore della qualità. Si parli con un addetto ai lavori: neanche un minuto e pronunzierà la parola qualità. Che è anche bellezza: i siti dove nascono i nostri tesori enologici sono stupendi. Vi si coglie la luminosa purezza dell’aria, la calda solarità del clima, l’impegno, l’amore per la terra. Nel 1993 si stimavano in 500 le aziende sistematicamente dedite alla produzione di vini d’alta qualità, oggi sono oltre 3000, in aumento. Più ristretto il novero dei produttori e dei vini top (per approfondimenti, assaggi, graduatorie: www.sensonline.com). Regione per regione, fra classici ed emergenti, ecco ... il meglio della produzione italiana.

In Val d’Aosta lo Chardonnay di Les Cretes è da anni il bianco migliore; fra i rossi brilla il Gamay dell’Institut Agricole Regional. Il Piemonte presenta in anteprima i Barolo 1999. Spiccano il Cannubi Sandrone, il Briccco delle Viole Vajra, il Bric del Fiasc Scavino, i cru di Altare, Bruno Giacosa e Ceretto (Bricco Rocche, Brunate). In verticale impennata la qualità di tutti i barolo dei Marchesi di Barolo, splendido l’Estate Vineyard 1999. Barbaresco è Gaia, in costante eccellenza. Barbaresco 2000, Sorì Tildin, San Lorenzo e Costa Russi 1999 valgono in qualità i migliori rossi del mondo. Eccellenti i cru di La Spinetta: Vigneto Gallina e Vigneto Starderi. Sempre fra i top Bruno Giacosa (Santo Stefano), Ceretto (Bricco Asili), Prunotto, Pio Cesare, Moccagatta e Molino (Bricco Ausario). Piemonte è ormai anche grandi barbera. Icardi propone alcune fra le migliori (Surì di Mù, Tabarin). Altrettanto super in consistenza la Barbera Vigneto Gallina La Spinetta. Eccellenti la Paiagal 2001 Marchesi di Barolo, la Vignone Pico Maccario, il San sì Scagliola. Sempre valente fra i clasici il Bricco della Bigotta di Braida. Crescono anche i nebbiolo: eccezionale fra questi è il Pafoj Icardi, da anni fra i migliori rossi in assoluto.

La Lombardia celebra la Franciacorta. Gli iniziatori, Bellavista, Ca’ Del Bosco, Berlucchi, migliorano di anno in anno i loro spumanti, pari ai migliori champagne. Prepotenti emergono Contadi Castaldi (il loro Saten è da tre anni di fila la migliore bollicina italiana) e Barone Pizzini.

In Liguria cresce al qualità dei vermentino e dei pigato, con Il Monticello, Lupi, Cantine Lunae e Terre Bianche, in costante trend migliorativo.

Il Veneto presenta valpolicella e amarone di valore mai raggiunto (Allegrini, Accordini, Conte Sant’Alda, Michele Castellani, Masi, Musella, Dal Forno e Quintarelli i top producer). Diversi i bianchi e rossi da vitigni internazionali d’assoluta grandezza: Fratta Maculan, Godimondo La Montecchia, Campigie Piovene. Veneto il miglior vino dolce dell’anno: il Moscato Fior d’Arancio La Montecchia, monumento di frutto di piacevolezza massima.

In Friuli crescono i bianchi: eccellenti i profumi dei vini Schiopetto, Marco Felluga, Livio Felluga, Russiz Superiore, Livon, Villa Russiz. D’eccezionale potenza i rossi autoctoni Schioppettino e Pignolo di Moschioni. Conquistano con stupendi aromi di frutto i vini Di Lenardo, Valle, Borgo San Daniele. I picolit Aquila del Torre e Rocca Bernarda valgono il celebrato vino francese Yquem.

In Trentino e in Alto Adige il vino italiano festeggia il profumo. Si va dal teroldego del Granato Foradori, fra i grandi rossi del mondo, a tutti i fuoriclasse della Cantina La Vis: in Italia il produttore dalla miglior gamma qualità-prezzo. Splendidi i vini di Pojer & Sandri. Bordolese di gran classe il San Leonardo, fantastici i bianchi della Cantina San Michele, di Maso Furli e Cesconi. Indimenticabile fra i vini dolci il Moscato Rosa Maso Bergamini.

Molti i lambrusco vieppiù qualitativi in Emilia (stupendo il Puntamora di Tenuta Pederzana). Impeccabili i vini Tre Monti di Imola, con il Thea fra i migliori sangiovese della regione. Ottima la performance dei vini di San Patrignano, con il Montepirolo nella top ten dei rossi. Clamorosa la crescita dei vini della provincia di Piacenza. Le Malvasia di La Tosa e di Luretta, il Luna Selvatica, il Gutturnio Vignamorello di La Tosa impressionano per la loro caratura.

Il bicchiere toscano è in forma smagliante. Frescobaldi conquista con i suoi classici radicalmente potenziati (Montesodi, Castello di Nipozzano, Lamaione e Brunello di Castelgiocondo) e stupisce con una novità assoluta: il Giramonte 2000 della Tenuta Castiglioni è il migliore rosso dell’anno, inarrivabile per morbidezza e integrità. Antinori propone tutta la gamma di livello ottimo, con le perle Tignanello e Solaia 2000 che si attendono grandi. I migliori versioni di sempre anche per gli eccellenti vini del Castello di Fonterutoli e del Castello di Brolio. Nel Chianti valgono Castello di Ama, La Massa, Rocca delle Macie, Rocca di Castagnoli, Agricoltori del Geografico, Cecchi, Fattoria di Fiano, Fattorie Chigi Saracini, Fontodi, Felsina, Villa Cafaggio, Isole e Olena, l’elegante I Sodi di San Nicolò di Castellare 1999. S’annuncia morbido e potente il Solare 1998 di Capannelle. Sulla spinta di Frescobaldi, Travignoli e Selvapiana, stupirà nel futuro il Chianti Rufina. Formidabile il frutto dei magnifici vini della Cantina Leonardo Da Vinci, con il Chianti Leonardo da non perdere. A Montalcino primeggiano i Brunello Banfi, Castello di Romitorio, Caparzo,Tenuta La Poderina e Cantina di Montalcino. A Montepulciano regnano i nobile della Fattoria del Cerro, Avignonesi, Valdipiatta, Dei e Canneto. In ascesa i morellino, in particolare dell’azienda Le Pupille, con il cru Saffredi fra i migliori rossi d’Italia. A Bolgheri leader è il mitico Sassicia, il primo vino moderno italiano. Splendidi i vini di Ornellaia (Ornellaia e Masseto), ulteriormente cresciuti in nettezza e souplesse gustativa. Gaja si è insediato a Ca’ Marcanda: di gran classe Promis e Magari 2000. Eccellente il Levia Gravia 2000 di Caccia al Piano. Cresce l’Aretino, con l’exploit dei vini della Tenuta Sette Ponti: l’Oreno 2000 è Supertuscan di gran rango.

In Abruzzo i produttori leader sono Masciarelli, Farnese, Valentini Sarchese Dora, Agriverde, Velenosi e Illuminati, tutti capaci di presentare Montepulciano e Trebbiano di spessore.

I Verdicchio marchigiani rivelano doti mai sfoggiate: si assagino i gran cru di Fazi-Battaglia e Tordiruta. Fra i rossi, eccellenti i Lacrima di Morro d’Alba Mancinelli, il Pelago Umani Ronchi, l’Adeodato Monte Schiavo, il Pathos Santa Barbara. Santa Cassella e Agricola Montecappone gli emergenti.

L’Umbria è in fermento assoluto. Grazie, fra gli altri, ad Antinori e a Cardeto, l’Orvieto è ormai bianco d’aromatico rango. Caposcuola fra i merlot, il Montiano Falesco. Il Castello della Sala propone un Cervaro sempre qualificante, un Muffato che supera i gradi Sauternes. Il Sagrantino brilla assieme al suo primo interprete: Caprai ha aperto una strada che Colpetrone, Terre de’ Trinci, Tenuta San Lorenzo, Adanti percorrono con vini eccellenti.

Il Lazio cresce bene: guidano Colle Picchioni, Castel de Paolis e Casale del Giglio, con i suoi validissimi vini in stile bordolese. Fra i nuovi si affermano Poggio Le Volpi e Principi Pallavicini.

Il Sud è il nucleo del rinascimento enologico recente. Da tre anni il miglior produttore italiano in assoluto è Feudi di San Gregorio, azienda irpina capace di produrre vini eccellenti in oltre 3,5 milioni di bottiglie. Il Campanaro dei Feudi di San Gregorio è da due anni il miglior bianco d’Italia. Favoloso il dolce Privilegio. Monumentali i rossi Taurasi e Serpico (aglianico); il Patrimo (merlot). In tutta la Campania l’aglianico è rinato in magnifiche esecuzioni, così i bianchi Greco di Tufo, Falanghina, Fiano di Avellino. Caputo, Luigi Maffini, Moio, De Conciliis e D’Orta, Telaro, Galardi, Gran Furor Divina Costiera, Villa Matilde e Silvia Imparato, con il suo eccezionale Montevetrano, i produttori migliori.

Pur piccolo, il Molise ha due interpreti capaci di ottimi vini: Di Majo Norante con il suo fuoriclasse Don Luigi, e Cantine Borgo di Colloredo.

In Puglia l’Eldorado si è avviato con qualche ritardo, ma ecco quest’anno fiorire diversi primitivo di Manduria, Nero di Troia, Negroamaro, di assoluta caratura mondiale. Nero dei Conti Zecca, Masseria Maime di Tormaresca, Donna Lisa Salice Salentino Riserva, Puer Apuliae Rivera sono i campioni di un’ascesa ancora agli inizi. Basilicata è Aglianico del Vulture. Qui i fuoriclasse sono il Basilisco dell’azienda Basilisco, La Firma delle Cantine del Notaio, il Rotondo Paternoster.

Calabria in avanzata con cirò tonici e vivi: Librandi, Statti, Lento, Fattoria San Francesco, Odoardi i più avanti nell’attualizzare il potenziale di questa regione magnifica. La luce e i profumi della Sardegna cominciano a sfolgorare nei vini dell’isola. Il Vermentino è in auge grazie a Giovanni Cherchi (Bighes), Capichera, Salla & Mosca (Monteoro), Pala (Entemari). Fra i rossi cresce deciso il Cannonau, nelle splendide esecuzioni di Alberto Loi, nel Turriga di Argiolas.

Ma nessun’altra regione è cresciuta e crescerà più della Sicilia. Tasca d’Almerita l’iniziatore, con il Rosso del Conte e con lo Chardonnay ancor oggi fra i migliori interpreti. Quindi Planeta, con Chardonnay e rossi di superiore classe. Mirabolante la bellezza del territorio, la capacità dei produttori della provincia di Trapani, vera Bordeaux mediterranea. Stupendi i vini Fazio, profumatissimi, di valore assoluto come nel caso del celebre Müller. D’inaudita potenza i vini Firriato, con il Camelot e l’Armonium fra i rossi più consistenti al mondo. Il Cabernet Sauvignon della Cantina Sociale di Trapani e il Roccagiglio Adragna sono fra i migliori vini in stile bordolese mai realizzati in Italia. Eccezionali i passiti di Pantelleria: non si scorda l’Abrax una volta contattato, Zibibbo passito che è certo fra i migliori vini dolci del mondo. Così il Ben Rye di Donnafugata, di grande caratura. Fra i Nero D’Avola, vanto autoctono dell’isola, menzione di merito va infine a Feudo dei Principi di Butera, Avide e Aziende Vinicole Miceli. (arretrato del 17 aprile 2003 di "Panorama")

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