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PARLA ITALIANO IL VINO IN RUSSIA … E MOSCA ADOTTA IL NOSTRO SISTEMA DI CLASSIFICAZIONE DEI VINI

Brunello di Montalcino e Barolo, certamente … ma anche Amarone della Valpolicella, Nero d’Avola e, soprattutto, bollicine che, nelle vendite, hanno superato lo champagne. Il vino italiano, in Russia, cresce nell’immagine e anche nei consumi. Di questo è altro si è parlato a Mosca a Interdrink, la fiera sulle bevande alcoliche che ogni anno si tiene nelle capitale russa.

E anche in questa edizione un ruolo fondamentale è stato svolto dalle delegazione italiana guidata, come sempre, da Federico d’Errico, direttore generale della Promex, l’azienda partecipata da Fiera di Roma, Agenzia Sviluppo Lazio e Unioncamere Lazio, che da oltre una decade tesse i rapporti commerciali tra le aziende laziali e la realtà russa.

“Possiamo attribuirci il merito di aver intuito prima di altri le enormi possibilità collegate a questo mercato - ha spiegato d’Errico - e quello di aver dato del comparto vitivinicolo italiano e laziale un’immagine all’altezza della situazione che è stata molto apprezzata dall’autorità russe”.

Il sistema di classificazione dei vini in Italia è destinato ad avere un’importante funzione in Russia: “sistema che stiamo studiando con particolare attenzione e che abbiamo intenzione di adottare - ha sottolineato Paragul’gov O.D., presidente della Suar (Associazione degli Importatori e Distributori di Vini e Alcolici della Federazione Russa) - così come abbiamo fatto nel 2007 con il vostro sistema di controllo delle bevande alcoliche presso le dogane. A riprova che nel settore vino, l’Italia resta per noi un esempio da seguire”.

Ma non è stato solo l’aspetto legislativo ad emergere nell’incontro in Russia. Il fatto che i consumatori russi guardino con sempre maggiore attenzione alla produzione del nostro Paese è stato al centro dell’intervento di Roberto Cantiani, vicario della Commissione Commercio del Comune di Roma. “Il consumo di vino in Russia è in costante crescita, 7 litri l’anno, e il gap rispetto ad altre bevande come vodka e birra si sta riducendo di anno in anno - ha evidenziato Cantiani - Primeggiano le bollicine italiane, che hanno superato quelle francesi, ma anche altre tipologie di vino stanno conoscendo un momento di notevole successo. E sono parecchi i produttori del Lazio che hanno trovato nel mercato russo un felice punto di riferimento”.

Del resto l’attenzione dei Russi per la nostra produzione enogastronomia e il nostro stile di vita è confermato dal successo di ristoranti come Turandot e Casta Diva, veri e propri locali cult per la Mosca che conta.

E a proposito di made in Italy, la Promex ha presentato a Mosca un nuovo progetto: un corso di lingua italiana a Vladimir, importante snodo economico a nordest di Mosca, in modo da rendere più semplice il lavoro per gli imprenditori italiani che guardano con attenzione alle attività in questa area in fase di grande sviluppo. “Ed è già al vaglio un corso di degustazione di vini italiani - conclude d’Errico - che si terrà sia a Mosca che a Vladimir. Un modo per avvicinare ulteriormente il pubblico dei consumatori russi alla nostra produzione vinicola”.

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