Una ricerca congiunta tra Italia e Francia che punterà a caratterizzare il genoma della vite, ovvero il contenuto complesso del suo Dna: l’accordo è stato stipulato dal Ministro per le Politiche agricole italiano, Gianni Alemanno, e dal collega francese, Dominique Bussereau, insieme al Ministro francese della Ricerca, François D’Aubert, che hanno concordato un programma bilaterale per lo studio del genoma della vite. L’impegno finanziario di Italia e Francia sarà paritario e ammonterà a 6 milioni di euro.
Ma quali saranno in futuro le applicazioni concrete di questa ricerca? Per esempio l’individuazione dei meccanismi di resistenza della pianta a malattie e parassiti, con conseguente sviluppo di nuove strategie di difesa, possibilmente svincolate dall’impiego di fitofarmaci; la comprensione dei percorsi metabolici che portano alla sintesi di composti importanti nel determinare le caratteristiche e la qualità del vino (ad esempio tannini e antociani), o composti con effetti positivi per la salute umana (come il resveratrolo); la comprensione dei processi riproduttivi della pianta, per studiare vitigni con vigoria vegetativa e carica di gemme a fiore ottimali, al fine di ridurre gli interventi di potatura; la selezione di porta-innesti in funzione delle caratteristiche pedologiche (tolleranza a sale e siccità).
La ricerca sul genoma della vite opera in un settore nel quale è fondamentale stare al passo con i tempi, perché chi riesce a decodificare i genomi si trova avanti rispetto ai competitori nello sviluppo di nuovo materiale e di nuove tecnologie e in questo senso Italia e Francia hanno deciso di unire le forze.
Spiega il professor Enrico Pè, coordinatore scientifico della ricerca: “Il finanziamento di questo progetto è strategico per la ricerca del nostro Paese: per questo dobbiamo ringraziare l’Unione Italiana Vini, l’Università di Verona e gli industriali del vino veronese - in particolare Giorgio Pasqua - insieme ad importanti fondazioni nazionali che hanno fortemente appoggiato l’iniziativa, fino alla decisione del ministro Alemanno di finanziarla attraverso il Ministero delle Politiche Agricole”.
Il progetto originale presentato dal gruppo di lavoro italiano - ovvero il Consorzio Interuniversitario Nazionale per la Biologia Molecolare delle Piante (CINBMP), formato da 16 gruppi di lavoro in tutto il Paese - è denominato Vigna (Vitis genome analysis), riunisce competenze in materia genomica, in biologia molecolare e cellulare, in genetica, in patologia vegetale e in bioinformatica, e non prevede la produzione né di piante transgeniche né di microrganismi geneticamente modificati.
“La realizzazione di un progetto genomico della vite - conclude Pè - finanziato e gestito dalla comunità italiana, accrescerà notevolmente il prestigio scientifico del nostro Paese, spesso messo in discussione in tribune internazionali rinomate”. L’Unione Italiana Vini ha svolto in questo progetto l’importante ruolo di collegamento tra mondo della ricerca e mondo delle istituzioni, a dimostrazione della valenza dell’iniziativa per i vitivinicoltori.
Il presidente dell’Unione Italia Vini (Uiv), Andrea Sartori, afferma: “Si tratta di un segnale importante, forse il primo progetto concreto che finalmente in Italia lega il mondo della ricerca a quello del vino. E’ purtroppo noto che nel nostro Paese la ricerca è considerata un fanalino di coda, speriamo adesso che cominci un’inversione di tendenza, con sempre maggiori legami anche con il mondo imprenditoriale”.
L’approfondimento - Cos’è il genoma
Il genoma è l'intero patrimonio genetico di un organismo vivente. Lo si può paragonare ad un grande libro (il libro della vita) in cui sono contenute le istruzioni che regolano lo sviluppo e il funzionamento dell' organismo. Il genoma è “scritto” in un composto chimico chiamato Dna (cioè acido desossiribonucleico), una lunghissima molecola composta dalla successione di quattro diverse basi nucleotidiche.
Come un libro è composto dalla successione di innumerevoli lettere dell'alfabeto, il genoma è composto dalla successione delle basi nucleotidiche che costituiscono il DNA. Il sequenziamento del genoma, cioè la “lettura” del grande libro della vita di un determinato organismo, costituisce una tappa fondamentale per la comprensione delle “istruzioni” in esso contenute. L’inizio del terzo millennio ha visto il completamento del sequenziamento dell’intero genoma umano, che è il raggiungimento di una tappa fondamentale nel cammino delle conoscenze delle basi genetiche e molecolari della vita, proiettandoci nell’era cosiddetta genomica. La realizzazione del progetto genoma umano, oltre ad avere enormi ricadute concettuali, metodologiche e conoscitive per tutte le specie viventi, ha lasciato in eredità un enorme patrimonio in termini di capacità tecnologica e di know how che sono state sfruttate immediatamente per generare altre conoscenze e altra tecnologia.
Una conferma di ciò è il continuo aumento del numero di genomi la sequenza dei quali è presente nelle banche dati pubbliche (si rimanda al sito Internet http://gnn.tigr.org/sequenced_genomes/genome per una visione riassuntiva della situazione attuale e http://www.ncbi.nlm.nih.gov/PMGifs/Genomes/PlantList.html per una situazione aggiornata relativa ai genomi vegetali). È dell’anno 2002 la pubblicazione della sequenza del genoma di riso che, nel panorama delle specie vegetali, si aggiunge a quello di Arabidopsis. Il 21 settembre del 2004 è stata rilasciata la prima versione della sequenza nucleotidica del genoma del pioppo (Populus trichocarpa) realizzata dal Joint Genome Institute del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti, primo esempio di una specie legnosa. Altre iniziative già avviate per il sequenziamento di genomi vegetali riguardano Medicago truncatula, Lotus japonicus e pomodoro (Lycopersicon esculentum). Soltanto considerazioni legate alle disponibilità finanziarie e alla definizione di priorità determineranno il tipo e il numero di genomi che saranno completamente sequenziati nei prossimi 3-5 anni. Nel caso specifico delle specie vegetali di interesse agrario-forestale, le informazioni derivate da specie modello, per quanto efficaci come Arabidopsis, per essere di validità generale devono essere confermate nelle singole specie di interesse, e ciò è tanto più vero se si prendono in esame caratteristiche peculiari delle diverse specie.
Nella vite, ad esempio, l’importanza delle interazioni pianta-suolo nel determinare la quantità e la qualità delle uve, le peculiarità dei processi di sviluppo e di maturazione della bacca, la sintesi di un gran numero di importanti metaboliti secondari possono essere studiati solamente nella vite stessa. La complessità del genoma di Vitis vinifera è stata stimata pari a circa 480 milioni di paia di basi (480Mb), di poco superiore a quella del riso, e confrontabile con quella di pioppo. Ne consegue che il genoma di Vitis vinifera sia un genoma sequenziabile in tempi relativamente brevi (2 anni) con le attuali tecnologie disponibili, a differenza di altri genomi di interesse nazionale, quali il frumento, le cui dimensioni non lo rendono accessibile al sequenziamento.
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