
“Dobbiamo avere dei partner che ci diano numeri concreti, reali e l’indicazione di come muoverci sul mercato, per questo il Consorzio Doc delle Venezie ha scelto Ismea come partner strategico che ci consentirà di trasformare l’analisi dei dati in un vantaggio competitivo”. Così Albino Armani, a capo del Consorzio Doc delle Venezie - giovane denominazione, ma tra le più grandi d’Italia, dai numeri in crescita grazie al suo gioiello, quel Pinot Grigio Doc Delle Venezie che è il primo vino bianco fermo italiano per produzione ed esportazione - sintetizza il senso dell’accordo siglato con Ismea, ente pubblico sotto la vigilanza del Ministero dell’Agricoltura. “Ci siamo rivolti a Ismea - ha aggiunto Armani presentando la partnership al Ministero dell’Agricoltura a Vinitaly 2025 a Verona, assieme al presidente Ismea, Livio Proietti, al responsabile della Direzione Filiere e Analisi di Mercato di Ismea, Fabio del Bravo, al direttore Consorzio Doc delle Venezie, Stefano Sequini, al professore dell’Università di Padova, Eugenio Pomerici e al direttore generale di Ismea, Sergio Marchi - anche alla luce delle difficoltà di lavorare per un Consorzio che associa gli areali del Pinot Grigio del Triveneto, quindi tre regioni sulle quali è difficile avere omogeneità di dati. Dobbiamo semplificare per poter gestire”.
Il Consorzio ha registrato numeri in crescita dalla sua istituzione nel 2017, ha sottolineato Fabio del Bravo di Ismea, facendo il punto su un 2024 che ha confermato la buona salute della denominazione. Difatti il 2024, secondo le elaborazioni Ismea, ha fatto registrare un ulteriore incremento degli imbottigliamenti della Doc, “che hanno raggiunto 1,7 milioni di ettolitri (+4%), una tendenza - ha sottolineato Del Bravo - che dovrebbe proseguire anche nel 2025, come evidenzia il +3% di imbottigliamenti nel primo bimestre 2025 rispetto al pari periodo 2024. Molto bene le vendite all’estero: dall’introduzione sul mercato, sette anni fa, della Doc Delle Venezie, il volume dell’export è più che raddoppiato, con una crescita a tripla cifra anche del fatturato (+117%)”.
Altro dato interessante emerso dalla ricerca Ismea è il graduale spostamento del vigneto Italia verso il Nord-Est, con una crescita record della superficie vitata dal 2000 a oggi in Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige (rispettivamente +38%, +53% e +13%). Un andamento in netta controtendenza rispetto alla dinamica osservata nel resto della Penisola e a livello Ue, conseguente anche al programma straordinario di espianti che ha caratterizzato alcune aree produttive europee.
“Il Protocollo d’Intesa tra Ismea e il Consorzio di tutela Doc Delle Venezie - ha commentato il presidente Ismea, Livio Proietti - ci permetterà di sviluppare analisi approfondite sui mercati, sui costi di produzione e sulle dinamiche commerciali, fornendo dati essenziali per le strategie di crescita e valorizzazione della denominazione”. L’attenzione dell’Istituto, è stato anticipato a WineNews, si rivolgerà come prossimi step alle ricerche di mercato riguardanti i vini dealcolati, che si stanno affermando sempre di più nei trend di consumi e a cui guarda con interesse lo stesso Consorzio Doc Delle Venezie, impegnato nella modifica del Disciplinare per introdurre una nuova tipologia di Pinot Grigio a bassa gradazione alcolica.
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