02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

PICCOLE DIMENSIONI, NICCHIA, ORIGINALITÀ IMPRENDITORIALE SONO QUESTE LE PAROLE D’ORDINE IN TEMPO DI CRISI DELLA TENUTA DI BISERNO, L’AZIENDA DELL’“ALTA MAREMMA” DELLA “REUNION” ENOLOGICA DI PIERO E LODOVICO ANTINORI

Italia
Andrea Malfatti e Lodovico Antinori

Piccole dimensioni aziendali, che permettono una maggiore prontezza di risposta alle sollecitazioni del mercato, nicchia, ovvero, un pubblico di clienti fidelizzati e sempre pronti a premiare novità e qualità, originalità imprenditoriale, cioè una capacità superiore di interpretare le tendenze e le opportunità dei mercati, anche quelli apparentemente più remoti: sono queste le parole d’ordine che premiano anche in un momento delicato come quello attuale, la Tenuta di Biserno, l’azienda nata dall’intuizione dell’inventore del Masseto e dell’Ornellaia. Il progetto enologico dell’Alta Maremma che ha visto la “reunion” dei fratelli Piero e Lodovico Antinori, ha ottenuto buoni risultati nel 2009, l’annus horribilis dell’economia mondiale (si parla di un incremento del fatturato sul 2008 almeno a due cifre). “Una serie di tattiche e strategie - spiega Andrea Malfatti, general manager della Tenuta di Biserno - che messe adeguatamente in moto ci hanno consentito di articolare una serie di mosse che alla fine ci hanno premiato”.
Lo scenario generale dei mercati vede, da un lato, una decisa tendenza verso il consumo di vini dai prezzi più competitivi e, dall’altro, la tenuta di quello rappresentato dalle etichette di alto-altissimo prezzo. “Proprio sfruttando questa fisionomia dell’offerta - sottolinea Malfatti - abbiamo potuto giocare la nostra partita vincendo. La presentazione del nostro prodotto di punta, il Biserno, vendemmia 2006, avvenuta nel settembre, ci ha permesso di soddisfare la domanda di un vino importante”.
L’azienda, che ha fatto il suo esordio commerciale nel 2005 e che può, quindi, essere rubricata fra le imprese vitivinicole giovani, ha saputo conquistare molti dei mercati più importanti abbastanza rapidamente. “Il merito, naturalmente non può essere nascosto, è in gran parte di Lodovico Antinori - osserva il general manager della Tenuta di Biserno - una personalità che, nel mondo del vino internazionale, non ha mai cessato di rappresentare un punto di riferimento. L’azienda oltre a questo grosso vantaggio ha saputo poi contare sulla freschezza e la novità, rappresentata dalla sua breve storia e questo mix ha indubbiamente costituito un ulteriore vantaggio competitivo”.
Ma evidentemente anche alla tenuta toscana non sfugge la criticità del momento: “non possiamo di certo ignorare che la situazione è complicata e non solo per il vino - puntualizza Malfatti - ma la nostra particolare posizione di azienda di piccole dimensioni, collocata in una nicchia specifica, ci fa soffrire meno che se fossimo una grande azienda da milioni di bottiglie e questa considerazione penso che valga anche per altre realtà analoghe alla nostra. Nel 2009, Italia, Germania, Austria e soprattutto Cina, Singapore e Corea, sono stati mercati molto buoni per noi - conclude Malfatti - e specialmente da quelli asiatici abbiamo registrato segnali di ripresa decisi che ci fanno sperare in un 2010 molto positivo”.

La scheda - Tenuta di Biserno
La Tenuta di Biserno si trova al confine con Castagneto, nel Comune di Bibbona e conta su 80 ettari di vigneti, coltivati prevalentemente a Cabernet Franc e Merlot, ma anche a Syrah, Petit Verdot e Cabernet Sauvignon. Il progetto enologico, firmato da Piero e Lodovico Antinori, prevede, in un prossimo futuro, anche una cantina d’autore (attesa nel 2011) disegnata da una dei più famosi e bravi architetti, Gae Aulenti.
La Tenuta di Biserno possiede poi la sua personale dependance “bianchista” ad hoc, in una delle regioni più vocate per la coltivazione del Sauvignon: la Nuova Zelanda, e precisamente, a Marlborough, dove si trovano i vigneti e la cantina che producono il “Mount Nelson”.
Alla base della piramide produttiva aziendale, l’Insoglio del Cinghiale, blend di Syrah, Cabernet Franc e Merlot; il “second vin” della Tenuta è il Pino di Biserno, ottenuto da un uvaggio con prevalenza di Cabernet Franc e Merlot. All’apice della piramide, troviamo il Biserno, generato dall’eccellenza dei migliori grappoli di Merlot e Cabernet Franc, assemblati con una minima parte di cabernet Sauvignon e Petit Verdot, che rappresenta il “grand cru” aziendale.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli