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PIERO ANTINORI, A CAPO DI DELL’ISTITUTO DEL VINO ITALIANO DI QUALITA’ “GRANDI MARCHI”: “LA CRISI? I GRANDI MARCHI TENGONO”

“Crisi dei consumi? Non per i grandi vini. Le produzioni d’eccellenza tengono e il 2009 si chiuderà con gli stessi valori dell’anno precedente”. Così, da Cortina, il presidente dell’Istituto del vino italiano di qualità Grandi Marchi, Piero Antinori, ha commentato la congiuntura del mercato enologico italiano. Il trend negativo non influisce in modo determinante sulle 17 firme icona dell’enologia nazionale, che insieme valgono un fatturato di oltre 500 milioni di euro, con una quota export pari al 60% delle vendite.

“La domanda sui vini di alta gamma - ha detto Antinori - resiste ai venti di crisi, in virtù di un immagine solida costruita negli ultimi 30 anni e a posizioni di assoluta leadership in numerosi mercati importanti. È vero che c’è stata una flessione degli ordini, ma per l’ultimo trimestre dell’anno si ipotizzano positivi segni di ripresa. Negli Usa - ha proseguito Antinori -, dove le scorte sono ridotte al minimo, gli ordini stanno infatti ripartendo. Spedizioni in ripresa anche verso la Russia e il Canada, altri due fondamentali mercati di sbocco”.

Una lettura, quella del presidente dell’Istituto Grandi Marchi, in controtendenza rispetto agli allarmismi registrati negli ultimi tempi. Per Antinori, c’è un dato di fondo sino ad oggi poco osservato: “i consumi del vino a livello globale continuano ad avere in prospettiva un trend positivo, e questo è un aspetto fondamentale per comprendere come la crisi sia congiunturale. C’è infatti una maggiore attenzione al rapporto qualità prezzo, ma il consumatore è rimasto fedele al prodotto vino. Inoltre, rispetto ad altri settori molto più colpiti, il vino di qualità ha il vantaggio di poter essere conservato in cantina, magari per essere rivenduto anche dopo un paio d’anni, quando sarà aumentato di pregio e di valore. Per questo - ha concluso Anintori - non è vero che “nulla sarà come prima”, come si sente ripetere da più parti, ma servirà invece a fare pulizia di tanti improvvisati hobbisti del mercato e a obbligare le aziende ad una maggiore efficienza allo scopo di rafforzare la loro competitività”.

L’Istituto del vino italiano di qualità Grandi Marchi conta al proprio interno la massima qualità dell’enologia nazionale: 17 aziende top provenienti da tutto il Paese (Franco Biondi Santi, Michele Chiarlo, Ambrogio e Giovanni Folonari, Pio Cesare, Tenuta San Guido, Ca’ del Bosco, Umani Ronchi, Carpenè Malvolti, Lungarotti, Masi, Mastroberardino, Alois Lageder, Rivera, Jermann, Donnafugata, Marchesi Antinori, Tasca d’Almerita).

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