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Potrebbe essere la “next big thing” del vino italiano dopo il Prosecco, e i primi passi sembrano confermarlo: già ordini per 230.000 ettolitri (75 milioni di euro) per il Pinot Grigio Doc delle Venezie. Albino Armani: “inizio incoraggiante”

Italia
Parte con il botto il percorso del Pinot Grigio Doc delle Venezie

Potrebbe essere la “next big thing” del vino italiano dopo il Prosecco, secondo molti, e i primi passi sembrano confermarlo: è partito con il botto il percorso del Pinot Grigio Doc delle Venezie, che, con i vini delle vendemmia 2017 ancora in vasca, ha già ricevuto ordini per 230.000 ettolitri (30 milioni di bottiglie) per un valore franco cantina di 75 milioni di euro, da parte dei principali player di mercato americani (come Constellation Brands, E. & J. Gallo e The Wine Group, come anticipato ieri da “Il Sole 24 Ore”).
“Un inizio incoraggiante considerato che stiamo avviando in queste settimane le prime iniziative di promozione e comunicazione sulla nuova Doc - ha commentato il presidente del consorzio, Albino Armani - segnale importante che ci conferma come il mercato degli Stati Uniti, che rappresenta il primo mercato di sbocco per il Pinot grigio italiano (assorbe il 37% dell’export) ha accolto favorevolmente la nostra proposta di qualificazione e certificazione di un vino che negli Stati Uniti è simbolo della enologia tricolore. Anche i prezzi di vendita, lontano da ogni logica speculativa, premiano il valore aggiunto della certificazione, della tracciabilità e della qualità del nuovo prodotto a denominazione. La vendemmia quest’anno - continua Armani - ha visto una contrazione produttiva attorno al 20%, mantenendosi il totale prodotto nella media considerati i nuovi ettari entrati a far parte della Doc. Tutto ciò, considerate anche le giacenze, ha portato ad una situazione di mercato dove non registriamo tensioni sui prezzi, una premessa importante per affrontare con la dovuta serenità la nostra prima campagna di commercializzazione all’estero”.
Se l’Italia è il principale paese produttore mondiale di Pinot Grigio con una del al 43% (gli Stati Uniti sono al secondo posto con il 14%), il Triveneto, l’areale della nuova Doc delle Venezie (la prima in Italia che coinvolge tre Regioni, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino, ndr), producendo l’85% del Pinot Grigio italiano è la principale regione produttiva al mondo di questo vino-vitigno, ricorda il Consorzio. Il fenomeno “Pinot grigio del Triveneto” ha visto triplicare gli ettari di vigneto dai 9.000 del 2010 ai 27.000 nel 2017 (a livello nazionale si è passati nello stesso periodo da 10.000 a 32.000) con un trend ancora in crescita.
È il più importante vino fermo italiano in termini di export. Il 96% della produzione di Pinot grigio del Triveneto è destinato all’esportazione con principali destinazioni gli Usa, come detto, (37%), il Regno Unito (27%), la Germania (10%), e il Canada (7%).


E proprio negli States, il Pinot Grigio, sottolinea ancora il Consorzio, è ritenuto dal 40% dei consumatori il vino preferito, tant’è che, con l’8% del mercato, è, in valore, il terzo vino varietale venduto negli Stati Uniti.
E il Pinot grigio italiano, con un export di 250/300 milioni di dollari circa franco cantina, è il più importante e diffuso dopo quello californiano, avendo, però, un “percepito qualitativo” nettamente superiore se si considera che la spesa media di acquisto per Pinot Grigio italiano e di 19,59 dollari a bottiglia, mentre per quello californiano il consumatore statunitense spende mediamente 11,61 dollari.
In termini di valore, il Pinot grigio italiano rappresenta circa il 35% circa del totale mercato di questo varietale negli Usa. Gallo, Constellations Brand e The Wine Group, coprono insieme il 55% del mercato (30% Gallo, 16% Constellations Brand, 9% Wine Group).
“E la bella accoglienza ricevuta dalla nuova Doc delle Venezie - ha concluso Armani - dimostra che il mercato USA è sempre più attento e sensibile all’origine del vino ed alla certificazione del prodotto. Valori che noi possiamo garantire con una Doc nata proprio con l’obiettivo di mettere in sicurezza e valorizzare la qualità dei Pinot Grigio italiano. Il riscontro positivo dell’intera operazione “delle Venezie” non era affatto scontato. Questi primi segnali, però, ci confermano che siamo sulla strada giusta”.

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