“Perla bianchista” del vino italiano e del Friuli Venezia Giulia, che ha fatto la storia dei vini bianchi italiani di eccellenza, che oggi godono di crescente notorietà in Italia e nel mondo, e grazie all’altissima vocazione della “Mezzaluna fertile” del vino italiano, che racchiude i vigneti dove nascono Collio Bianco, Ribolla Gialla, Friulano, Chardonnay, Pinot Grigio, Sauvignon, Malvasia, Pinot Bianco e Picolit, panorami spettacolari, sapori e tradizioni di una terra di confine che dalle Alpi Giulie scende al Mar Adriatico abbracciando la Slovenia, 7.000 ettari di cui 1.300 ettari vitati con le radici nella ponca, il Collio, con le sue 300 aziende, poche grandi e tante piccole, e 125 imbottigliatori per oltre 7 milioni di bottiglie prodotte, sostiene le attività di ricerca che abbiano portato un valido contributo, sul piano scientifico, applicativo e divulgativo, nei settori della viticoltura, dell’enologia e della valorizzazione della Denominazione e del suo territorio, con particolare attenzione ai vitigni ed ai vini bianchi, alla loro promozione ed alla loro comunicazione. Lo fa con del “Premio Collio” n. 17 voluto dal Consorzio Tutela Vini Collio per celebrare i 60 anni della sua nascita, e dedicato al Conte Sigismondo Douglas Attems di Petzenstein, primo presidente che ha avuto la lungimiranza di riunire i produttori nella prima forma consortile. Promosso con Università di Udine, Mib Trieste School of Management e Arga Friuli Venezia-Giulia, il riconoscimento è articolato in quattro sezioni - miglior Tesi di laurea triennale o magistrale, miglior Dottorato di ricerca, miglior articolo giornalistico divulgativo italiano e miglior articolo giornalistico divulgativo straniero - sarà conferito il 1 giugno nella cerimonia dei festeggiamenti per l’anniversario del Consorzio.
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