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PREZZI ANCORA IN DISCESA PER TUTTI, PROBLEMI DI SOVRAP-PRODUZIONE PER I PRODUTTORI IL NUOVO MONDO E PER LO CHAMPAGNE ... E OCCHIO ALLA CINA. ECCO IL 2010 DEL VINO, SECONDO JOHN MARIANI (BLOOMBERG)

Italia
John Mariani (Agenzia Bloomberg)

Come sarà il 2010 per il mondo del vino? La prima previsione dell’anno arriva dall’americano John Mariani, firma del vino per il gruppo Bloomberg. Di seguito la traduzione dell’articolo pubblicato sul sito www.bloomberg.com ...

Era dalla follia del millennio nel 1999 che non vedevo così tanta frenesia nel mercato del vino. Allora c’era il boom delle ordinazioni per i magazzini, le case d’aste battevano record su record, i produttori di Champagne avvisavano che non ce ne sarebbe stato abbastanza per i brindisi delle feste, i produttori erano entusiasti e i prezzi delle bottiglie si facevano mese per mese. Quanta differenza può fare una decade. Con l’alta disoccupazione, budget di spesa al ribasso ed eccesso di vino, è il turno del consumatore di essere felici, con prezzi più bassi, più scelta e meno pretese. Qui 99 punti in classifica non sembrano essere più il requisito per comprare buon vino.
Ed, allora, cosa accadrà nel 2010 ...
1 - I prezzi continueranno a scendere, dai pregati Bordeaux e Borgogna fino ai vini culto della California che un tempo erano disponibili solo su ordinazione. E questo vale anche per i produttori italiani, spagnoli e cileni che pensavano di poter spuntare gli stessi prezzi delle più antiche cantine francesi.
2 - Più persone compreranno on line. I consumatori possono andare su siti come wine-searcher.com or vinfolio.com, e paragonare i prezzi per lo stesso vino non solo negli Stati Uniti, dove molti stati adesso permetto la spedizione tra stato e stato, ma anche in Uk, Germania e altri Paesi. La differenza può essere sorprendente: un vino può costare 40 dollari in un negozio e 75 in un altro. E le enoteche faranno scora di vini più economici, che incidono per la maggiore nei loro guadagni.
3 - Il wine bloggin crescerà, soprattutto tra coloro che annunciano di aver trovato bottiglie spettacolari per meno di 15 dollari. Ma come per tutti i blog, i lettore dovranno stare attenti alla fonte di questi proclami.
4 - La California, aimè, non riuscirà a tornare indietro dal grande, alto, tasso alcolico, legnosi rossi e bianchi, perché i produttori ritengono che è lo stile maggior preferito dalla maggior parte degli americani, più di eleganza e complessità. Il problema è che i vini meno costosi di questo stile sono spesso terribili, senza equilibrio e imbevibili, dopo un bicchiere. Le aziende vinicole della California hanno giocato bene sulla finezza, ma poi hanno maturato troppo le proprie uve e usato il legno nuovo per troppo tempo.
5 - Lo tsunami dei nuovi vini dal Sud America e dall’Europa orientale calerà per le eccedenze del mercato. I vini greci, portoghesi e brasiliano hanno avuto un buon riscontro dalla stampa negli ultimi anni, ma a meno che non tengano i prezzi bassi, non faranno molta strada.
6 - Le cantine della Nuova Zelanda saranno nei guai. Le ultime prodigiose vendemmie hanno saturato il mercato con i loro vini iperfruttati, e molti appassionati vogliono un salto di qualità.
7 - Lo Champagne avrà seri problemi. E non solo perché i prezzi sono saliti troppo, con troppi che vendono oltre i 100 dollari a bottiglie, ma anche perché altri produttori di bollicine sono stati bravi a rendere i loro vini ben posizionati, ben recensiti e con prezzi appetibili. Nello Champagne stanno riducendo la produzione e trattenendo il vino già imbottigliato per bilanciare la situazione, ma sarà una dura lotta contro il nuovo successo del Prosecco dall’Italia, dei vini mossi della California e del Cava dalla Spagna. Ci sono troppe etichette di Champagne sul mercato.
8 - I ristoranti di qualità compreranno piccole quantità di vini costosi dopo aver tagliato il budget in attesa di piazzare i vini acquistati in precedenza con grandi investimenti. Aspetteranno finchè i clineti diranno ai sommelier: “il prezzo non importa”. Buona fortuna, su questo aspetto. Meno ristoranti “top” saranno ancora aperti, e nuovi locali più umili costruiranno carte dei vini con piccole e interessanti etichette da tutto il mondo, vendendoli a prezzi ragionevoli.
9 - Molti produttori passerebbero dalle chiusure in sughero a quelle a vite, per evitare problemi ai vini imbottigliati dovuti ai tappi e all’ossidazione, e anche per fare vini più accessibili al consumatore medio. La scomoda verità e che molti winemakers con cui ho parlato dicono che gli piacerebbe passare al tappo a vite, ma pensano che i consumatori considererebbero il vino meno pregiato. Molto stupido.
10 - Gli americani compreranno più vino sotto ai 10 dollari a bottiglia. La scommessa migliore per un mercato in espansione è la Cina, che è assetata di vini buoni ed economici. E, come per ogni cosa, presto i cinesi se li produrranno da soli.

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