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Prima di avanzare tecnologicamente nei metodi produttivi in agricoltura c’è bisogno di sistemare e proteggere il patrimonio paesaggistico ed evitare l’erosione del suolo: parte il nuovo progetto del Consorzio di Tutela del Soave “No-Rolling-stones”

Italia
Il Consorzio del Soave in campo contro il consumo del suolo con il progetto Soave No Rolling Stones

Anche se apparentemente in contro senso, per tutelare la produzione del patrimonio enogastronomico italiano, e per il suo sviluppo, serve fare un passo indietro nella tecnologia. O meglio, serve una maggiore attenzione alle innovazioni tecnologiche impiegate in agricoltura, quindi paradossalmente c’è da rallentare. Non è solo un’ipotesi di quegli imprenditori che hanno scelto la via “green”, e lo dimostra l’impegno del Consorzio del Soave in materia di tutela e conservazione del paesaggio, e il suo nuovo progetto,“No-Rolling-stones” (www.ilsoave.com). Nato sulla scia di quanto previsto dalla Regione Veneto in materia di produttività e sostenibilità dell’agricoltura, “No-Rolling-stones” vuole perseguire un sistema di produzione agricola che sia rispettoso delle identità paesaggistiche, grazie ad attente misure per la tutela del paesaggio e la gestione del territorio; il progetto ha anche l’obbiettivo di ricercare soluzioni per una gestione del suolo più funzionale, nell’ottica di una crescente competitività agricola. L’approccio all’agricoltura con l’utilizzo di mezzi meccanici di nuova concezione, che puntano a massimizzare l’uso del suolo, genera infatti forti rischi di erosione e di perdita di identità paesaggistica; inoltre il passare del tempo, soprattutto in contesti storici caratterizzati da manufatti quali muretti, scoli, viabilità pedonale, genera una degradazione fisiologica e necessita di riconsolidamento e di sistemazione.

“È dimostrato che l’erosione del suolo in tutto il nostro Paese - evidenzia Arturo Stocchetti, presidente del Consorzio di Tutela del Soave - potrebbe essere ridotta del 43% se venissero applicate le buone pratiche previste anche dai regolamenti europei. Siamo ben consapevoli infatti che l’erosione del suolo è una delle più grandi minacce per i terreni, poiché degrada gli ecosistemi e può provocare la riduzione dei raccolti, minacciando la sicurezza alimentare e i redditi degli stessi agricoltori. In tal senso la nostra è una assunzione di responsabilità, soprattutto nei confronti di chi opera in forti pendenze come in tante aree storiche del Soave”.
I requisiti che sono valsi alle Colline Vitate del Soave il riconoscimento ministeriale di primo Paesaggio rurale di interesse storico d’Italia presentano quest’anno la possibilità per il comprensorio del Soave di fare il suo ingresso nel GIAHS, (Globally important agricutural heritage system, Sistemi di patrimonio agricolo di importanza mondiale,), il programma avviato dalla FAO nel 2002 e sottoscritto dall’Italia nel 2016, con l’obbiettivo di individuare e valorizzare i territori ricchi di biodiversità dove l’agricoltura sostenibile produce tipicità che raccontano il saper fare italiano.

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