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PROPOSTO UN PATTO NELLA SOCIETA’ TRA VITICOLTORI E CONSUMATORI SUL TEMA DELLA RISORSA VINO, “UN BENE COMUNE DA SALVAGUARDARE”

Al vino deve essere nuovamente riconosciuto l’alto valore comune e sociale nella qualità della vita, nell’offerta turistica, nel ruolo che hanno gli agricoltori italiani quali “custodi del territorio” e della sicurezza alimentare. Del resto, l’Italia ha nel vino una risorsa che rappresenta una parte importante dell’agricoltura, con 500.000 piccoli produttori. Le decisioni assunte a Bruxelles, la crisi internazionale, le campagne antialcool che tendono a negare il valore del vino come alimento, stanno producendo forti danni al settore; per questo l’iniziativa vuole richiamare l’attenzione sul corretto valore del vino in un consumo consapevole, dando risalto all’importanza di un patto sociale tra produttori e consumatori a tutela del bene comune. Se provassimo ad immaginare i nostri territori senza la viticoltura ci troveremmo tutti più poveri economicamente, culturalmente e spiritualmente; inoltre in molti casi abiteremmo in un territorio fatto di paesaggi degradati. Tutto questo è emerso nel convegno “Risorsa Vino, bene comune”, organizzato dal gruppo cooperativo, romagnolo Cevico (che con i suoi 4.500 soci viticoltori rappresenta il 2,5% della produzione del vino in Italia).
Nel convegno (che ha visto, tra gli altri, come relatori Denis Pantini, responsabile Area Agricoltura e Industria Aalimentare Nomisma; Sergio Soavi, responsabile prodotti tipici Coop Italia; Giovanni Panzeri, direttore prodotto a marchio Conad Nazionale; Giovanni Luppi, presidente Legacoop Agroalimentare, Gian Alfonso Roda, presidente Enoteca dell’Emilia Romagna) si è poi discusso del problema reale che investe il settore: “sono 3 anni che le aziende vitivinicole lavorano senza trarre reddito dalla propria attività, con uve di qualità quotate appena 15-20 euro al quintale ed i primi segnali di ridimensionamento del settore sono evidenti a tutti”.
La presidente del gruppo cooperativo Cevico, Ruenza Santandrea, ha sottolineato che “gli obiettivi dei viticoltori sono gli stessi dei consumatori, ovvero un lavoro retribuito in maniera equilibrata e un giusto prezzo finale, in modo che la qualità sia giustamente percepita dal cliente, il quale, a sua volta, ha sempre più desiderio di conoscenza dei prodotti, dei territori e dei processi produttivi” e ha chiesto “alle forze politiche ed alla pubblica opinione di compiere assieme un grande sforzo, affinchè possa essere riassegnato al vino un ruolo da protagonista positivo nella vita di ogni persona”.
“L’imminente apertura dei negoziati sulla riforma della Pac (Politica Agricola Comune Europea) è un’occasione irrinunciabile - si legge in una nota stampa - per rilanciare le comuni convergenze tra imprese agricole e consumatori, respingendo quindi i tentativi di ridimensionamento normativo e finanziario sostenuti a Bruxelles dai Paesi non produttori”.

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