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L’EVENTO

ProWein 2025: Italia n. 1 in fiera, al centro del fondamentale mercato di Germania

Oltre 800 le cantine, i consorzi e tante collettive sul palco di Düsseldorf (dal 16 al 18 marzo), tra business e tendenze del mondo del vino
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ProWein 2025, Italia n. 1 in fiera, con focus sul grande mercato di Germania

Con Vinitaly a Verona che resta punto fermo come evento principe per il racconto ed il business del vino italiano, e Wine Paris in grande ascesa guardando al mondo - nell’edizione 2025 oltre 600 le cantine italiane volate a Parigi, e molte altre in lista d’attesa - in molti vedono la ProWein di Düsseldorf un po’ in declino, con la logistica (ed i costi) della capitale francese a giocare un ruolo importante nella partita tra Francia e Germania come hub fieristico internazionale del vino. Ma la Germania, però, resta un grande ed imprescindibile mercato del vino, soprattutto per l’Italia, che è leader tra i vini di importazione, e con il mercato tedesco che ha portato nelle casse delle cantine e dei territori del vino del Belpaese oltre 1,18 miliardi di euro nel 2024 (+3,7%), e che è porta di accesso per tanti (e sempre più importanti) mercati del Nord e dell’Est Europa, ma non solo (come abbiamo scritto qui). Per questo, almeno in questa edizione 2025, restano tanti (sebbene in calo sul passato), gli italiani, oltre 800, protagonisti alla ProWein 2025, di scena dal 16 al 18 marzo (con WineNews a raccontarla).
Fiera che arriva in un momento delicato, in cui la guerra commerciale e dei dazi tra Usa e Unione Europea sta prendendo corpo, sperando in una soluzione diplomatica, che, però, sembra difficile, e che mette ancora più al centro il fondamentale mercato continentale del vino. Ed ancora imponente è la partecipazione dell’Italia, che è il Paese con più espositori in assoluto, alla fiera tedesca: da Albino Armani ad Allegrini Wines, da Altesino, Borgo Scopeto e Caparzo ad Angelini Wines & Estates, da Argea ad Argentiera, da Caprai ad Astoria, da Poliziano a Farina, da Umani Ronchi a Planeta, da Baglio di Pianetto a Barone Pizzini, da Basilica Cafaggio a Bisol, da Bottega a Cadis 1898, da La Vis a Valpolicella Negrar, da Ceci a Settesoli, da Torrevento a Carpineto, da Morando a Zonin1821, da Casanova di Neri a Citra, da Cusumano a Dei, da Donnafugata a Cecchi, da Fantini a Ferrari, da Feudi di San Gregorio a Fontanafredda e Fontodi, da Gruppo Italiano Vini a San Michele Appiano, da Kettmeir a Tramin, da Le Monde a Leonardo da Vinci, da Tenute del Leone Alato a Librandi, da Livio Felluga a Lungarotti, da Frescobaldi a Mazzei, da Marilisa Allegrini a Masciarelli, da Masi a Masottina, da Medici Ermete a Michele Chiarlo, da Monchiero Carbone a Nonino, da Ornellaia a Paladin, da Pasqua a Piccini, da Rocca delle Macìe a Ruggeri, da Schenk a Serena Wines, da Bellavista a Tedeschi, da Montalbera a Speri, da Tenuta Casenuove a Tenuta di Artimino, da Tinazzi a Tolaini, da Val d’Oca a Varvaglione, da Velenosi a Venica, da Vignaioli del Morellino di Scansano a Villa Sandi, da Zenato a Zorzettig, sono solo alcune delle tantissime aziende, che, da sole o nelle collettive, da quelle dell’Ice ai raggruppamenti di imprese come Iswa - Italian Signature Wine Academy e Italia del Vino Consorzio, da quelle gestite da gruppi come Area 39 a Fieramente, a quelle di tanti Consorzi di territori importanti del vino italiano, da quello del Brunello di Montalcino a quello del Vino Nobile di Montepulciano, dal Prosecco Doc alla Valpolicella, dalla Franciacorta al Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg, da quello Delle Venezie a quello dei Vini d’Abruzzo, dal Soave all’Asolo, dal Chianti al Custoza, dal Chianti Classico all’Alto Adige, dal Friuli Venezia Giulia per i vini delle regioni d’Italia ai raggruppamenti consortili regionali come quelli di Piemonte Land, dell’Istituto Marchigiano Vini, di Assovini Sicilia e della Regione Calabria, rappresenteranno il Belpaese a ProWein 2025. E in compagnia di tanti Paesi, dalla Francia alla Germania, dalla Spagna all’Austria, dagli Usa al Regno Unito, ma anche da Argentina, Armenia, Australia, Belgio, Brasile, Bulgaria, Canada, Cile, Cina, Costa Rica, Croazia, Georgia, Ungheria, Israele, Giappone, Libano, Messico, Moldova, Nuova Zelanda, Perù, Portogallo, Romania, Slovenia, Sudafrica, Svizzera, Turchia, Ucraina, Uruguay e Venezuela, tra gli altri. Per una fiera che, al centro, ovviamente, avrà il business, ma anche le grandi sfide che il vino mondiale sta affrontando, da anni: dal cambiamento climatico alla sostenibilità più in genere, dai cambiamenti nel packaging a quelli dei consumi, a partire da vini no e low alcol, su cui ProWein investe da anni, peraltro, con tante aree tematiche, dalla Masterclass Forum, l’area gastronomica urbana con chef stellati, la Champagne Lounge, la mostra speciale ProWein Zero, la presentazione “Union des Grands Crus de Bordeaux”, la mostra speciale Packaging & Design, l’Organic World e molto altro.

Focus - Prowein 2025: il ruolo della Germania per i territori italiani, secondo i Consorzi
A spiegare perché è importante esserci, sono gli stessi vertici di alcuni dei Consorzi i cui territori hanno proprio in quello di Germania il mercato principale, o uno dei più importanti in assoluto. Come il Lugana, per esempio, “vino che trova una grande affinità con i consumatori tedeschi - spiega Edoardo Peduto, direttore del Consorzio Lugana Doc - soprattutto in un momento di evoluzione delle abitudini di consumo. E rileviamo un crescente afflusso di visitatori provenienti da Germania, Austria e Svizzera, un dato che conferma la nostra area come una delle principali destinazioni turistiche italiane. La partecipazione a eventi di rilevanza internazionale come ProWein rappresenta un’opportunità strategica per rafforzare i legami con i mercati che contribuiscono in modo significativo all’economia del territorio, consolidando la reputazione del Lugana come simbolo di qualità e tradizione”, conclude Peduto. “Se Parigi è stata per Montepulciano una gradita novità nel panorama fieristico internazionale, torniamo a Düsseldorf forti di una quota di mercato importante su questo Paese - dice il presidente del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, Andrea Rossi - la Germania, che è il primo mercato del Vino Nobile con il 37% di tutte le esportazioni, nel 2024, tuttavia, ha perso lievemente rispetto all’anno precedente, a maggior ragione dobbiamo puntare su questo storico appuntamento”. Restando in Toscana, anche il Chianti “non può mancare in uno dei suoi mercati di riferimento”, spiega il presidente del Consorzio della più grande denominazione rossista italiana, Giovanni Busi. “Il mercato del vino europeo - commenta Busi - vede nella Germania l’interlocutore prioritario per la nostra denominazione. ProWein 2025 diventa un’occasione di confronto tra gli addetti ai lavori, anche perché, nel continente, il calo dei volumi di vendita nel 2024 è stato concreto. I costi di produzione, la riduzione del potere d’acquisto e una dinamica di progressiva recessione globale hanno influito negativamente. Sono tutti fattori intorno ai quali siamo chiamati a riflettere con attenzione perché, al netto della nostra vocazione verso segmenti intercontinentali, l’Europa resta un punto di riferimento imprescindibile”.
Dalla più grande denominazione rossista, alla più grande dedicata ai vini bianchi, quale la Doc delle Venezie, terra del Pinot Grigio italiano, per la quale “la Germania continua a essere un mercato strategico, confermando la sua terza posizione sul podio dei principali mercati di destinazione per il Pinot Grigio Doc Delle Venezie - spiega il Consorzio, guidato da Albino Armani - che nel 2024 ha registrato un incremento del +3% di volume imbottigliato sull’anno 2023 e un +8% in termini di certificazioni, per un totale di 230 milioni di bottiglie che sul mercato sono caratterizzate dal contrassegno di Stato, a garanzia della tracciabilità e della conformità ai requisiti del disciplinare di produzione. Un successo accompagnato da una costante attenzione al futuro e all’innovazione, che si riflette nei progetti - che dovranno passare attraverso una modifica del disciplinare - focalizzati sulle nuove tendenze di consumo e sulla sostenibilità: una nuova tipologia a bassa gradazione alcolica naturale (tra i 9 gli 11 gradi) e l’introduzione dei vitigni resistenti, i cosiddetti Piwi, per la produzione del Pinot Grigio Doc Delle Venezie. Si tratta di tematiche che rispondono alle rinnovate esigenze del consumatore internazionale, più attento alla salute e all’ambiente, e quindi di una crescente domanda dei cosiddetti vini No Lo (no e low alcol), dove il Centro e Nord Europa sono da tempo apripista”. Ma la Germania si conferma un mercato chiave anche per il Soave, altro grande bianco veneto, che punterà su tante masterclass coordinate dalla rivista “Vinum”, rivolte alla ristorazione e agli operatori tedeschi. “Quello tedesco è un mercato importante per il Soave - sottolinea Cristian Ridolfi, presidente del Consorzio del Soave - e ProWein ne rappresenta la bandiera: siamo consapevoli che siano in corso importanti cambiamenti sia a livello di mercati, sia a livello di appuntamenti fieristici in Europa. Proprio per tale ragione riteniamo che sia strategico analizzare con ponderazione come evolve la situazione, tenendo sempre ben presente gli attuali trend di consumo che privilegiano vini bianchi, sapidi, freschi e dal moderato contenuto alcolico”. Non possono prescindere dalla Germania neanche i Vini d’Abruzzo, per i quali quello tedesco è il primo mercato straniero, “in particolare, per il Montepulciano d’Abruzzo. Accanto a questo mercato chiave - spiega il presidente del Consorzio, Alessandro Nicodemi - vi sono anche Stati Uniti e Canada, il Regno Unito ed i Paesi del Nord Europa, come Svezia, Danimarca e Norvegia, che stanno registrando delle buone performance. I consumatori in questi Paesi sono attratti soprattutto dal discorso sostenibilità su cui i produttori abruzzesi stanno lavorando molto, oltre che dall’eccellente rapporto qualità-prezzo dei vini. ProWein è da sempre una vetrina imprescindibile per i nostri vini che riscuotono grande apprezzamento sul mercato tedesco. Oltre a promuovere le nostre cantine a livello internazionale, lavoriamo continuamente per rafforzarne il posizionamento valorizzando il legame tra vino e territorio d’origine. Il nostro messaggio è chiaro: i vini d’Abruzzo nascono nella regione più verde d’Europa, tra mare e montagna, grazie a produttori capaci di esaltarne al meglio le peculiarità uniche”.
Mercato importante anche per il Brunello di Montalcino (con una ventina di cantine a Düsserdolf): “dopo Wine Paris, confermiamo anche quest’anno la partecipazione - spiega dalla terra del Brunello, il presidente del Consorzio, Fabrizio Bindocci - con la consapevolezza che, in un scenario globale sempre più complesso per il nostro settore segnato per di più dall’annuncio dei dazi statunitensi, è essenziale diversificare i mercati rafforzando la promozione internazionale, come la Germania e i mercati del Nord Europa. Negli Usa, la nostra principale piazza di sbocco, destiniamo, infatti, oltre il 30% della produzione, per cui ampliare i nostri orizzonti diventa oggi più che mai una necessità”. Ma la Germania è nella top five dei mercati mondiali anche per un territorio importante come la Valpolicella, “e primo mercato europeo di destinazione - commenta il presidente del Consorzio, Christian Marchesini - ed una piazza in cui l’Amarone continua a trainare le vendite con uno share a valore del 9%, seguito dal Valpolicella Doc e dal Valpolicella Ripasso. In questo momento di ridefinizione della geografia degli eventi fieristici promozionali, le aziende della Valpolicella continuano a scommettere anche sulla fiera tedesca. In ProWein anche con un approccio diverso nelle degustazioni dei vini della Valpolicella (con 40 cantine: da Farina a Paolo Cottini, da Rubinelli Vajol a Scriani, da Buglioni a Tommaso Bussola, da Montezovo a Novaia), come quello dell’abbinamento alle diverse stagionature del Parmigiano Reggiano (partner della Valpolicella per l’occasione, con il progetto speciale “The Quality Heritage of Europe”) e con un evento fuori salone con un aperitivo tutto italiano con i vini della denominazione, abbinati a finger food a base di Parmigiano Reggiano”. Ma in Germania non può certo mancare nemmeno uno dei territori più affascinanti per i consumatori tedeschi, quello dei vini altoatesini. Con i produttori dell’Alto Adige che porteranno in scena, ancora una volta, la grande varietà vitivinicola che contraddistingue questa regione: una terra di grandi bianchi che, al tempo stesso, è un’eccellenza e sinonimo di alta qualità anche nel panorama dei vini rossi. “Questa fiera è un appuntamento consolidato nel nostro calendario annuale, nonostante i cambiamenti costanti del settore, poiché la Germania continua ad essere per noi uno dei principali mercati di esportazione”, spiega il presidente del Consorzio Vini Alto Adige, Andreas Kofler, aggiungendo una riflessione sullo slogan pensato per ProWein 2025, “Red, White, Wow - Cheers to Alpine Vibes!”: “l’effetto wow che racconteremo a Düsseldorf è il risultato della perfetta interazione tra l’altitudine alpina, il sole mediterraneo e l’approccio sartoriale dei produttori. La varietà dei terreni, la gamma da 200 a oltre 1.000 metri di altitudine e l’attenta selezione dei vitigni per ogni località ci consentono di proporre vini freschi, precisi e pieni di carattere”.
“Germania e Nord Europa sono piazze fondamentali per i nostri vini - ha spiegato, dal canto suo, Michele Bernetti, presidente dell’Istituto Marchigiano Vini, maxi-consorzio che riunisce oltre 500 aziende associate per 16 denominazioni di origine e la maggior parte dell’export regionale delle Marche - basti pensare che, nel 2024, Berlino ha rappresentato la terza destinazione per i nostri vini, dopo Regno Unito e Paesi Bassi, con una domanda che ha assorbito circa il 10% sul totale export, che vale a sua volta la metà delle vendite complessive di vino marchigiano. ProWein (che vede oltre 40 aziende, da Umani Ronchi a Belisario, a Garofoli) storicamente rappresenta la rassegna di riferimento per questi mercati, un tassello fondamentale nella nostra strategia promozionale anche in considerazione degli equilibri mutevoli della politica commerciale globale e degli annunciati dazi Usa”. Non può mancare, ovviamente, il mondo Prosecco. Quello tedesco, per esempio, resta uno dei principali mercati del Prosecco Superiore di Conegliano e Valdobbiadene, presente con tante aziende importanti (da Col Sandago a Col Vetoraz, da La Tordera a Mionetto, tra le altre), con la Docg che in Germania esporta oltre 8,1 milioni di bottiglie, per un valore di più di 50 milioni di euro, sottolinea il Consorzio, guidato da Franco Adami. Ma anche il territorio tutelato dal Consorzio del Prosecco Doc vede in Germania un mercato fondamentale, come testimonia una grande azienda come Serena Wines 1881: “nel 2024, la Germania ha assorbito un totale di 5,3 milioni di bottiglie, di cui circa 1 milione solo a marchio Serena 1881, riconfermandosi il nostro mercato di riferimento, con una crescita del 3,5% nel fatturato sul 2023 del marchio Serena 1881. Questo risultato è frutto di una presenza capillare sul territorio e di una forte rete distributiva - commenta Luca Serena, ad e rappresentante della quinta generazione dell’azienda - e nel 2024 abbiamo venduto 600.000 bottiglie della referenza Più Frizzante, seguita a ruota dal Prosecco Doc Treviso Frizzante, secondo prodotto più richiesto.
Un mercato importante, la Germania, anche per il vino del Sud Italia. “ProWein 2025 rappresenta un’occasione importante di confronto e un’opportunità commerciale unica”, commenta Mariangela Cambria, presidente Assovini Sicilia, secondo un cui studio, per il 95,7% delle cui aziende associate, l’Europa, Germania in testa, si conferma il principale mercato di esportazione per il 95,7% delle imprese. “Il nostro obiettivo - continua Cambria - è di continuare a promuovere la qualità dei nostri vini nel mercato estero, oggi minacciato dalla scure dei dazi e dalla flessione dei consumi. Il vino siciliano può vincere le sfide globali solo con la qualità e la varietà che contraddistingue la nostra produzione vitivinicola”. Ma ci sono anche regioni emergenti che guardano a quello tedesco come mercato fondamentale per la loro affermazione. “La Germania - sottolinea Gianluca Gallo, Assessore all’Agricoltura della Regione Calabria, che sarà presente con una mini-expo de “I Vini di Calabria” e sponsor del Meininger Award - Excellence in Wine & Spirit, il premio istituito nel 2006, dedicato alle personalità più influenti del settore - è un mercato strategico per il nostro sistema vitivinicolo, come testimonia l’incremento delle esportazioni da parte delle aziende calabresi e l’avvio di importanti rapporti commerciali con il trade tedesco. Tuttavia, per consolidare la nostra competitività è necessario essere attivi sul fronte della promozione. Proprio in questa direzione - aggiunge Gallo - va la nostra partecipazione a ProWein, una fiera tra le più rilevanti nel settore vitivinicolo a livello internazionale. Non ci limiteremo a portare le nostre aziende nello spazio regionale, ma abbiamo organizzato una serie di iniziative che coinvolgeranno giornalisti del settore, chef e importanti buyer: prima tra tutti, la cena iniziale dove i vini calabresi saranno i protagonisti del wine pairing. Il tutto finalizzato a rafforzare la presenza dei nostri vini in Germania, anche grazie alla forte comunità italiana e calabrese che vi risiede”. Dulcis in fundo, la Franciacorta (con tante cantine, da Bellavista a Barone Pizzini, da Lo Sparviere a Mosnel, da Camilucci a Mirabella ...) che conferma che ProWein 2025 è un’occasione unica per i mercati della Germania (10% dell’export) e dell’Europa del Nord, mercati dove lo bollicine lombarde vogliono sempre di più giocare un ruolo di sviluppo e di consolidamento della reputazione internazionale, basata su eleganza, artigianalità e innovazione.

Focus - ProWein 2025, il “fuori salone” ...
E se, dunque, cantine e territori saranno protagonisti in fiera, anche con tante masterclass e degustazioni, con la regia dell’Ice e dei consorzi (qui il programma completo), come in ogni grande evento non mancherà il “fuori salone”. E se già dal 13 marzo si è aperto il cartellone “ProWein Goes City”, con decine e decine di eventi a tema nei ristoranti e nei locali  di Düsseldorf, non mancano gli appuntamenti in cui il vino italiano sarà protagonista. Soprattutto sabato 15 marzo, un giorno prima della fiera: dalla mattina, in Hotel Ko59, sarà di scena la Meininger’s Wine Conference, che sarà seguita, come detto dalla consegna dei Meininger Award - Excellence in Wine & Spirit (con la Regione Calabria tra gli sponsor). Sempre il 15 marzo, alla Rheinterrasse Düsseldorf, con vista sul Reno, sarà ci scena il classico “Tre Bicchieri Dusseldorf”, tasting delle più importanti cantine italiane premiate del “Gambero Rosso” (da Barone Pizzini a Bisol 1542, da Bortolomiol a Terlano, da Tramin a Casanova di Neri, da Cusumano a Cecchi, da Il Borro a Ferrari, da Berlucchi a Lungarotti, da Frescobaldi a Pasqua, da Poliziano a Speri, da Rocca delle Macìe a San Felice, da Tasca d’Almerita ad Umani Ronchi, da Velenosi a Venica & Venica, da Villa Sandi a Zenato). Mentre al Maritim Hotel Düsseldorf, prima con la degustazione (dalle ore 16) e poi con il gala serale, dalle ore 20, andrà in scena il “Falstaff Big Bottle Party 2025”, una delle più importante riviste nella comunicazione enogastronomica (che ha, da poco lanciato, anche “Falstaff Italia”, guidata da Othmar Kiem e Simon Staffler), con tante importanti e buone griffe italiane, da Caprai a Camigliano, da Ornellaia a Planeta, da Speri a Tedeschi, da Tenuta Sette Ponti a Folonari, da Zorzettig a Ferrari, da Cantina Santadi a Di Majo Norante, da Gianfranco Fino a San Michele Appiano, da Leone De Castris a Mazzei, da Argentiera a La Gerla Montalcino.

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