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QUANDO INVESTIRE IN VINO D’AUTORE RENDE ... LA BIONDI SANTI AL PRIMO POSTO NELLA CLASSIFICA DELLE “BLUE CHIPS” ITALIANE IN BOTTIGLIA. QUOTAZIONI E RIVALUTAZIONI DA RECORD: IL PRIMATO E' DELLA LEGGENDARIA RISERVA 1955 (+141.923%)

Biondi Santi
I due capolavori del vino italiano "d'antiquariato": le Riserve 1888 e 1891 del Brunello di Montalcino Biondi Santi

Il vino d’autore è piacere, passione e glamour, ma le etichette più pregiate possono trasformarsi anche in un’importante occasione di investimento: chi ha scommesso, nel mercato e nelle aste, sulle blue chips wine si è assicurato rendimenti da record, superando di gran lunga i guadagni di Bot, Borsa e beni immobiliari, specialmente in questi tempi di crisi economica. La conferma? Stando alle quotazioni delle aste internazionali nel 2002, la Biondi Santi, storica griffe che ha creato il Brunello di Montalcino, è la cantina a più alto indice di rendimento in Italia: la Riserva 1955 - unico vino del nostro Paese inserito tra i dodici migliori del Novecento nella classifica di Wine Spectator, la “bibbia” enologica degli Usa - si è rivalutata del 141.923% sul valore iniziale e la Riserva 1945 si è incrementata dell’85.112%. Addirittura cifre da capogiro per i “gioielli” storici della maison che ha fatto grande il Brunello di Montalcino, annate ormai introvabili e ricercatissime dai collezionisti nelle aste di tutto il mondo (Christie’s, Sotheby’s, Finarte, Pandolfini): nel 1988, la Riserva 1888 è stata venduta per 20.658 euro, e nel 2001 la Riserva 1891 è stata aggiudicata, dopo vari rilanci, per 15.235 euro.
Ma, oltre che per le aste, lo stesso trend vale per i rendimenti di mercato delle migliori vendemmie Biondi Santi: in enoteca, al 1 gennaio 2003, la Riserva 1975 (in commercio dal 1981, dopo sei anni dalla vendemmia, come tutte le Riserve Biondi Santi) si è rivalutata del 2.410% e la Riserva 1990 (in commercio dal 1996) si è incrementata, in soli sette anni, dell’832%.
Attenzione: si tratta di esempi più unici che rari, che solo la Tenuta Il Greppo dei Biondi Santi può garantire: per questa ragione è l’unica griffe italiana che può essere accostata ai grandi Premier Cru francesi, con i quali condivide blasone, storia ed eccellenza qualitativa. Un primato che Jacopo Biondi Santi sta trasferendo in parallelo nello Schidione, già supertuscan di culto nel mercato e nelle aste, che nasce in Maremma nella tenuta del Castello di Montepò, antico maniero appartenuto alla famiglia dello scrittore inglese Graham Greene.

Il ritratto - Biondi Santi, la dinastia del vino da Montalcino a Montepò
“Coniugare la tradizione con le nuove esigenze del mercato”: è questa la filosofia di Jacopo Biondi Santi, alla guida di un insieme di aziende: Tenuta Il Greppo (22 ettari vitati), griffe storica del Brunello di Montalcino e del vino italiano di grande prestigio; Villa Poggio Salvi (38 ettari), dagli anni Ottanta proprietà di Francesca Tagliabue, moglie di Jacopo Biondi Santi; Castello di Montepò a Scansano (60 ettari), una delle tenute più affascinanti della Toscana, di proprietà di Jacopo e Francesca Biondi Santi, che l’hanno acquistata nel 1997 dalla famiglia dello scrittore inglese Graham Greene. La Biondi Santi Spa (giro d’affari 2002: 8,5 milioni di euro) ha oggi a listino 36 referenze, frutto del lavoro delle tre aziende, ognuna con una propria filosofia e marchio commerciale. La produzione totale è di 500.000 bottiglie all’anno, di cui il 45% è destinato all’export: i principali mercati di riferimento sono Stati Uniti, Giappone, Germania, Svizzera, Brasile e Canada. Dal 2002 la Biondi Santi è nella selezionata rosa di aziende di Altagamma, associazione nata nel 1992 che riunisce le più belle griffes del “made in Italy”: Ferrari, Gucci, Ferragamo, Versace, Etro, Fendi, Ferrè, Valentino, Tod’s, Bulgari. Grandi imprese appartenenti al settore della moda, del design e dei motori, unite con l’obiettivo di contribuire alla valorizzazione dei beni e dei marchi del nostro Paese, cui si affianca con assoluta proprietà il grande vino rappresentato da Biondi Santi.

Quotazione & rivalutazioni delle Riserve
(analisi a cura dello Studio commerciale
dott. Paolo Fabbrini - Montalcino)


Brunello di Montalcino Biondi Santi Riserva 1990
Anno commercializzazione, 1996
Valore iniziale, 103,30
Valore rivalutato Istat, 117,24
Valore mercato, 860,00
Rendimento mercato, 832,53%
Valore aste, -
Rendimento aste, 0,00%

Brunello di Montalcino Biondi Santi Riserva 1975
Anno commercializzazione, 1981
Valore iniziale, 28,00
Valore rivalutato Istat, 89,46
Valore mercato, 675,00
Rendimento mercato, 2.410,71%
Valore aste, -
Rendimento aste, 0,00%

Brunello di Montalcino Biondi Santi Riserva 1955
Anno commercializzazione, 1961
Valore iniziale, 0,78
Valore rivalutato Istat, 15,60
Valore mercato, 4.300,00
Rendimento mercato, 551.282,05%
Valore aste, 1.107,00
Rendimento aste, 141.923,08%

Brunello di Montalcino Biondi Santi Riserva 1945
Anno commercializzazione, 1951
Valore iniziale, 1,78
Valore rivalutato Istat, 47,11
Valore mercato, 4.700,00
Rendimento mercato, 264.044,94
Valore aste, 1.515,00
Rendimento aste, 85.112,36%

Brunello di Montalcino Biondi Santi Riserva 1891
Anno commercializzazione, *
Valore iniziale, 25,00
Valore rivalutato Istat, 392,87
Valore mercato, -
Rendimento mercato, 0,00%
Valore aste, 15.235,48
Rendimento aste, 60.941,91%

Brunello di Montalcino Biondi Santi Riserva 1888
Anno commercializzazione, *
Valore iniziale, 25,00
Valore rivalutato Istat, 392,87
Valore mercato, -
Rendimento mercato, 0,00%
Valore aste, 20.658,28
Rendimento aste, 82.633,10%

Legenda
1. Il valore iniziale è il prezzo di vendita al dettaglio nell’anno di commercializzazione (che nelle Riserve Biondi Santi avviene dopo sei anni dalla vendemmia)
2. Il valore rivalutato è il valore determinato in base agli indici nazionali dei prezzi al consumo per le famiglie (ISTAT)
3. Il valore di mercato è il prezzo di vendita al consumatore della Tenuta Il Greppo dal 1 gennaio 2003 4. Il rendimento di mercato è la percentuale di rendimento tra il valore iniziale e il valore al 1 gennaio 2003 5. Il valore nelle aste è il prezzo di vendita determinato nelle aste specializzate che si sono tenute: nel 2002 (Riserva 1955 e Riserva 1945), nel 2001 (Riserva 1891) e nel 1988 (Riserva 1888) 6. Il rendimento nelle aste è il rapporto tra il valore nelle aste e il valore iniziale

* per la Riserva 1891 e per la Riserva 1888, i valori della tabella sono stati calcolati a partire dall’anno 1966

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