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QUOTIDIANO NAZIONALE

Una vigna tutta d’oro … Per comprare il suo secondo chateau bordolese, Jack Ma, patron di Alibaba, la piattaforma leader dell’e - shopping in Cina, ha sborsato lo scorso anno 16 milioni di euro per 64 ettari vitati principalmente a merlot. Il tycoon cinese, che al Vinitaly disse di amare il vino italiano, però quando compra non ha dubbi: punta sulla Francia. Chàteau Perenne è il suo secondo colpo in zona Bordeaux dopo Chàteau de Sours. Facendo i conti a spanne, l’ultimo acquisto gli è costato 250.000 euro/ettaro. Tenendo presente che Bordeaux è una delle più famose denominazioni francesi, a quel prezzo forse ha fatto un affare tenendo conto delle valutazioni delle tenute a vigneto in Italia: per fare un esempio, a Bolgheri, territorio di prima fascia (ma non di primissima), un ettaro è quotato tra i 350.000 ed i 500.000 euro. In effetti, mentre nello Stivale i prezzi dei terreni agricoli sono in stallo già da diversi anni, i vigneti tricolori hanno subìto una rivalutazione impressionante negli ultimi 50 anni. Percentuali da capogiro che spesso hanno poco a che fare con la redditività di imprese, il cui conto economico può funzionare solo se il principale fattore produttivo, cioè la terra, te la ritrovi in casa, in famiglia. In sostanza, se non te la devi comprare. Così si assiste alla corsa all’acquisto da parte di grandi gruppi assicurativi e finanziari, fondi d’investimento, gruppi multinazionali. Il sito WineNews ha fatto un’indagine tra imprenditori, intermediari e insider del settore. Si parla di rivalutazioni nell’ordine del 2.500% per un ettaro di vigneto a Brunello di Montalcino, del 1.400% per l’Amarone della Valpolicella, e di oltre il 700% per un ettaro a Barolo (esclusi i cru più pregiati), per citare i casi più clamorosi. “Ma nonostante questo, negli ultimi mesi, si è intensificato notevolmente il fenomeno del merger & acquisition nel mondo del vino, italiano e non solo sottolinea il direttore di WineNews.it, Alessandro Regoli con affari non solo tra imprese del settore, ma anche con capitali da parte di fondi di investimento di ogni angolo del mondo”. Progetti di impresa o solo speculazione? Si può parlare di “bolla” destinata a scoppiare? “Mah, se parliamo di bolla per i vigneti come definirebbe un ettaro a pesche nella pianura irrigua faentina pagato in certi casi 80.000 euro, con il trend di mercato più che negativo che ha condizionato questo settore da oltre dieci anni?”, commenta Denis Pantini, numero uno di Nomisma Agroalimentare e di Nomisma Wine Monitor. “Nel caso dei terreni agricoli non esiste logica di redditività che tenga - continua - poiché sono tanti i fattori che finiscono con l’incidere sulla quotazione: dalla scarsità dell’offerta (la terra è per definizione “finita”) al concetto di bene rifugio e di investimento patrimoniale, che connota quasi tutti i terreni agricoli italiani che possono vantare una posizione di pregio paesaggistico - territoriale (vigneti toscani, piemontesi e così via). Senza contare l’effetto - moda: quante sono le star che comprano casali e vigneti in Toscana?”. Montalcino e Barolo il top, anche nei prezzi … L’indagine. Un ettaro a Brunello costa fino a 550mila euro. Ancora più caro il Piemonte... Stando all’indagine di WineNews i vigneti più cari sono in Piemonte e Toscana. Montalcino è al top in regione dove un ettaro a Brunello oscilla tra i 450.000 ed i 550.000 euro; segue Bolgheri, dove si va dai 350.000 ai 450.000 euro. Il Chiami Classico sta tra 130.000-200.000 euro mentre Montepulciano col suo Nobile può valere 140.000-160.000 euro. In Maremma un ettaro a Morellino si aggira sui 100.000 euro, stessa quotazione per il Chiami Rufina (quello di montagna). In Piemonte un ettaro a Barolo vale da 1 a 1,5 milioni di euro con punte a 2 milioni per i cm più prestigiosi. Si scende per il Barbaresco (400.000-500.000 euro). Il variegato mondo del Barbera va da 70.000 a 100.000 euro. In Veneto, l’Amarone spinge le quotazioni della Valpolicella sui 400.000 euro, mentre nella zone più vocate si sale fino a 600.000. Il successo del Prosecco sui mercati mondiali ha portato i vigneti doc sui 250.000 euro, mentre la Docg Conegliano Valdobbiadene può valere fino a 600.000 euro, con il cm Cartizze che può schizzare anche a 1,5-2 milioni di euro. Bene anche il Lugana sul Garda (250.000 euro), più contenuto il Soave (tra i 120.000-180.000 euro). In Alto Adige, la terra è poca e preziosa. Le bollicine del Trentodoc stanno sui 350.000 euro, le zone del Pinot nero, del Muller o la Val Isarco possono sfiorare il milione di euro. In Lombardia le bolle di Franciacorta oscillano tra 170.000- 300.000 euro, mentre i grandi bianchi del Conio in Friuli vanno da 100.000 a 200.000 euro. Il “borsino” dei vigneti si raffredda man mano che scendiamo al Centro - Sud. In Umbria un ettaro di Montefalco Sagrantino sfiora i 100.000 euro, mentre nelle Marche uno di Verdicchio di Jesi o di Matelica sta tra i 70.000 gli 80.000 euro. In Sicilia il territorio più cool, l’Etna doc, oscilla tra , gli 80.000 e i 120.000 euro.

Lorenzo Frassoldati

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