Il sogno di trascorrere un weekend d’autunno in campagna a raccogliere le olive in mezzo alla natura adesso diventa realtà, e si potrà fare in tutta sicurezza: è stato infatti siglato in Toscana un Protocollo d’intesa tra l’Ispettorato nazionale del Lavoro e l’Associazione nazionale Città dell’Olio che regolamenta la raccolta turistica delle olive su tutto il territorio regionale e nazionale. Obiettivo dell’accordo è stabilire linee guida perché lo svolgimento della raccolta turistica delle olive avvenga seguendo regole precise e in condizioni sicure. Secondo il nuovo Protocollo il coinvolgimento dei visitatori esterni deve essere diretto, ma limitato, e comunque avere carattere ricreativo e ovviamente non retribuito.
“In Italia, sono circa un milione le imprese olivicole, per un valore della produzione che sfiora i 2 miliardi di euro - spiega il presidente dell’Associazione nazionale Città dell’Olio Michele Sonnessa - le oltre 550 cultivar presenti in Italia che rappresentano oltre il 40% della biodiversità a livello globale, sono un patrimonio di inestimabile valore che abbiamo il dovere di valorizzare attraverso esperienze di turismo dell’olio come la raccolta turistica delle olive. Con la sua regolamentazione abbiamo aggiunto un’altra importante tappa al percorso verso una sempre maggiore qualificazione dell’offerta oleoturistica”.
Il Protocollo chiarisce cosa si intende per “raccolta turistica delle olive”: un’esperienza partecipativa offerta a turisti che prevede il coinvolgimento diretto, ma limitato, nelle operazioni di raccolta delle olive. L’esperienza della raccolta deve avere carattere divulgativo, educativo e ricreativo.
“Tale attività - si legge nel documento - non ha finalità produttive, né può considerarsi prestazione di lavoro, né può ripetersi per più di due volte nella stessa azienda nell’arco di una settimana e si svolge su base volontaria”. Quindi non è retribuita ed è di breve durata (per un tempo non superiore a due ore nell’arco della giornata). L’azienda organizzatrice è tenuta a fornire i dispositivi di protezione individuale necessari e a delimitare fisicamente le aree pericolose. Inoltre, il referente aziendale deve garantire la vigilanza costante sull’attività. Ai turisti impegnati nella raccolta deve essere interdetto sia l’utilizzo di qualsiasi macchina agricola, sia lo svolgimento delle operazioni di carico e scarico dei sacchi/cassette di olive. Possono organizzare la raccolta turistica delle olive esclusivamente le aziende agricole e i frantoi che svolgono attività oleoturistica ai sensi della normativa vigente e che risultano regolarmente registrate presso gli organismi competenti. I luoghi in cui si svolge l’attività devono essere conformi alle norme in materia di sicurezza, igiene e accessibilità, e devono essere espressamente individuati e riconoscibili con apposita segnaletica, comunque delimitati all’interno della proprietà aziendale, separati dalle aree adibite alla raccolta professionale.
“Siamo particolarmente orgogliosi di aver messo a segno un altro importante traguardo che ci permette di qualificare l’offerta turistica legata all’olio, tutelando sia le aziende che i turisti - ha dichiarato il vicepresidente e tesoriere dell’Associazione nazionale Città dell’Olio Marcello Bonechi - le linee guida realizzate d’intesa con l’Ispettorato nazionale del Lavoro sono un valido supporto al grande lavoro che già facciamo come Città dell’Olio nell’ambito della formazione di olivicoltori e operatori turistici e della ristorazione e nella promozione delle esperienze turistiche dedicate all’olio attraverso il portale del Turismo dell’olio e il nuovo progetto del Club di prodotto”.
“Da oggi abbiamo uno strumento in più per supportare i frantoiani e gli olivicoltori della nostra regione ma anche per tutelare i turisti che desiderano fare l’esperienza della raccolta delle olive in totale sicurezza. Speriamo che questa opportunità permetta loro di fermarsi nelle nostre Città dell’Olio per conoscere meglio i territori di origine dell’olio evo, visitando frantoi e musei dell’olio, partecipando a corsi di assaggio e degustazioni, entrando in contatto diretto con le nostre Comunità dell’Olio” conclude Roberto Ciappi, Coordinatore regionale Città dell’Olio della Toscana.
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