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RITROVARE EQUILIBRIO TRA PRODUZIONE E CONSUMO: ECCO IL “MUST” PER IL VINO ITALIANO DEL DOMANI. EMERGE DAL CONVEGNO “LO STATO DEL VINO” ORGANIZZATO DAL “GAMBERO ROSSO”

L’analisi è cruda e semplice: il vino italiano è troppo, e deve ritrovare il giusto equilibrio tra quantità prodotta e capacità di consumo dei bevitori italiani e stranieri, ovvero, riequilibrare l’offerta sulla domanda. Ecco il punto chiave del convegno “Lo stato del vino”, organizzato oggi dal “Gambero Rosso”, alla Città del Gusto a Roma. A sostenerlo alcuni dei più importanti esponenti dell’enologia Italiana. Come Emilio Pedron, ex ad del Gruppo Italiano Vini, che ha anche puntato il dito sulla caduta dei prezzi all’origine, del vino e dell’uva, che tanti hanno imputato alla crisi, “ma che, in gran parte, è colpa della mancanza di cultura di tanti produttori che, di fronte a momenti difficili, non conoscono altro strumento che la leva del prezzo. Una via non richiesta dal mercato, visto che l’export del vino, al consumo, è addirittura aumentato in valore”. Sulla necessità di ridimensionare la produzione nazionale anche Gianni Zonin, che ha evidenziato le potenzialità della grande distribuzione, che vede nel vino l’ottava voce di fatturato, e che ha cambiato atteggiamento nei confronti dei produttori. “Prima i responsabili della Gdo chiedevano il prezzo, poi eventualmente degustavano. Ora non è più così, perché anche i consumatori si sono evoluti. Ma servono numeri importanti per avere forza contrattuale. E poi i produttori devono tornare a fare marketing diretto, a recuperare il contatto con i consumatori, non affidandosi troppo all’intermediazione della stampa e di altri soggetti”. Il marchese Piero Antinori ha, invece, ricordato come non tutto sia da buttare: “l’immagine del vino italiano di oggi ci deve far sentire soddisfatti dei livelli raggiunti, anche se bisogna fare un salto in avanti in più. Ma 30-40 anni fa quando andavo in Usa, il simbolo della produzione del Belpaese era un fiasco di Chianti scadente, in Canada mi chiedevano perché avrebbero dovuto comprare un vino italiano. Oggi, invece, i nostri vini sono ai primi posti per qualità e volume in questi e altri mercati”.

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