02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

ROAD SHOW PER IL TEROLDEGO ROTALIANO DOC, IL GRANDE ROSSO TRENTINO … IN DEGUSTAZIONE, DAL 22 AL 27 OTTOBRE, IN CENTO ENOTECHE, RISTORANTI, WINEBAR D’ITALIA

Dal 22 al 27 ottobre, in cento enoteche, winebar, ristoranti sparsi in tutta Italia si rinnova la proposta dell’autoctono Teroldego Rotaliano Doc, denominato “il principe dei vini trentini”. “E’ una giusta occasione - si legge in una nota stampa - per conoscerlo è degustarlo in uno dei cento locali coinvolti nel grande progetto di comunicazione portato avanti dal web-site ufficiale del Trentino turistico ed enogastronomico: www.trentino.to/centoenoteche, tel. 0461/887134).
In questi locali, con insegna “Cento Enoteche Teroldego rotaliano”, verranno proposte degustazioni individuali o collettive, semplici e guidate, e, cosa più importante, vi si troverà personale preparato - vero appassionato di vino - disponibile a rispondere ad ogni domanda inerente questo vino e del materiale informativo specifico.
“Questo rosso secco - si legge ancora sulla nota stampa - è il prodotto simbolo di una zona di lunga tradizione vinicola, la Piana rotaliana - a nord di Trento - che combina in sé le condizioni di suolo e clima che permettono a questa varietà di esprimersi al meglio.Di colore rubino intenso, che diventa granato dopo l’invecchiamento, il vino ha un profumo fruttato, che ricorda il lampone e il mirtillo. Al gusto rivela la propria struttura sostenuta e una bella sapidità di fondo. Si tratta di un prodotto suggestivo, estremamente elegante e ricco di storia. Era già conosciuto nell’epoca del Concilio di Trento, quando “li vini teroldeghi” furono definiti dal Mariani (storiografo ufficiale) come “li vini muti che fan parlare”. Un po’ di tempo dopo, Cesare Battisti, descrive la Piana Rotaliana come “il più bel giardino vitato d’Europa” e annota con finezza: “Bastano poche gocce di Teroldego per dare un’impronta caratteristica ad un vino”. Anche l’etimologia ha il suo fascino: tra le varie proposte la più accredita fa risalire il nome all’unione dei due suffissi “Tiroler” e “Gold”, stando quindi a significare “l’oro del Tirolo”.

La leggenda - La nascita del Teroldego rotaliano: il sangue di drago
Secondo le saghe locali, Castel San Gottardo - il più singolare castello feudale di queste zone che si trova a Mezzacorona - era abitato da un drago che spaventava le popolazioni locali ed aveva però due punti deboli: era goloso di latte ed era molto vanitoso.
Un bel giorno, un cavaliere astuto e coraggioso presentò al drago una scodella di latte e uno specchio. Questi naturalmente uscì dal suo rifugio per bere e specchiarsi. Ma proprio dietro lo specchio lo attendeva una sgradita sorpresa: il cavaliere, accortamente appostato, lo uccise con la sua spada.
Figurarsi la gioia: il cavaliere fu portato in trionfo per la Piana rotaliana con la carcassa del drago… e dalle gocce di sangue perdute girovagando per i campi, si dice siano nate le prime piantine di Teroldego.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli