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SAN MICHELE ALL’ADIGE “SALVA” IL VITIGNO DI GOETHE E FA 19. SI CHIAMA SAN LORENZO, È PRESENTE IN TRENTINO DAL 1871 E DA OGGI È RICONOSCIUTO UFFICIALMENTE COME VITIGNO IDONEO ALLA PRODUZIONE DI VINO

Citato da Goethe nelle sue “Ampelografhie” del 1887 ed arrivato in Trentino dalla vicina Austria nella seconda metà dell’’800, il Saint Laurent è una varietà dall’aroma fruttato di amarena, particolarmente indicato per la produzione di vini rossi freschi: ma è soprattutto l’ultimo vitigno “salvato” dall’Istituto Agrario di San Michele all’Adige, il n. 19. E questa volta è una varietà del territorio, presente nell’Istituto sin dal 1871, ma riconosciuta solo oggi, come “San Lorenzo”, e dopo l’iscrizione nel Registro nazionale delle varietà di vite idonee alla produzione di vino.

Un vitigno “sfortunato”, che “ha avuto una limitata diffusione. Alla fine dell’800 - spiegano Marco Stefanini e Tiziano Tomasi dell’Istituto di San Michele - la produzione in Trentino era di 7.000 ettolitri di vino. Il nome deriva dalla ricorrenza di San Lorenzo, il 10 Agosto, che segna comunemente l’inizio dell’invaiatura. Introdotto sperimentalmente nelle zone più elevate della Valsugana e della Valle d’Isarco dall’ Istituto Agrario di San Michele fin dal 1871 con ottimi risultati. Le aree dove fino a poco tempo fa era diffuso erano la valle di Cembra e la Valsugana”.

Attualmente è coltivato in alcuni vigneti della Valsugana Vitigno di buona vigoria con germogliamento precoce, acino grosso arrotondato con buccia di medio spessore e di color blu-nero, sopporta bene i freddi invernali e mostra una buona resistenza alla peronospora ed all’oidio. Un vitigno particolarmente indicato per la produzione di vini rossi freschi, con una aroma fruttato da amarena, caratteristiche organolettiche intense e fini a nota fruttata; dà vini di medio corpo e di media alcolicità, con buona consistenza, mediamente acidi e si presta molto bene sia per produrre vini rossi fermi da bere giovani o di medio invecchiamento.

Nel 1990 è stato effettuato un apposito vigneto sperimentale a San Michele, nell’azienda sperimentale della Fondazione Mach in località Giaroni, dove sono stati effettuati rilievi sul comportamento vegetativo e produttivo e sulla suscettibilità ai parassiti con particolare riferimento a peronospora, oidio e botrite. È stata controllata anche la produzione, la quantità totale, la fertilità delle gemme ed il numero dei grappoli, il grado zuccherino, l’acidità totale ed i polifenoli. E si è provveduto, sin d’allora, alla microvinificazione delle produzioni ottenendo dei vini che sono stati sottoposti in diverse occasioni ad assaggi professionali con produttori ed enologi.

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