“Sarà l’eccellenza enogastronomica italiana, ma specialmente il vino, a trainare la ripresa economica dell’Italia”. Ne è convinta il direttore generale di Gruppo Italiano Vini Roberta Corrà, che vede un futuro roseo all’orizzonte, soprattutto per quanto riguarda l’export, con Usa e Canada in prima linea, seguiti da Giappone e dai nuovi mercati. “Per noi, Gruppo Italiano Vini, l’export rappresenta il segmento più importante. La nostra esportazione - continua Corrà - conta il 70% del nostro fatturato, soprattutto in Stati Uniti e Canada che sono il vero motore per il nostro export. Ma siamo contenti anche della Francia, con i nostri vini premium. Tra i Paesi emergenti c’è il Giappone che sta andando molto bene. Speriamo che la Russia viva una serenità economica che gli consenta di assestarsi economicamente, come gli altri Paesi dell’est, dove si va avanti a fatica”.
Ma il Gruppo Italiano Vini, una delle realtà enoiche più grandi ed importanti d’Italia, che mette insieme 1.340 ettari di vigneti e 18 tra cantine e marchi in tutte le regioni più importanti del vino italiano, ha una strategia anche per un mercato difficile come la Cina: “Sulla Cina - spiega Corrà - abbiamo un grande interesse, quest’anno abbiamo aperto la nostra trading, per arrivare il più vicino possibile al consumatore. Abbiamo appena assunto un general manager e un direttore vendite, stiamo rafforzando l’organizzazione ed abbiamo un nostro magazzino. Quindi il Gruppo Italiano Vini intende puntare forte in Cina. Sappiamo che non è un mercato facile per molti motivi, facciamo fatica anche a spiegare il nostro vino, perché ha odori, sapori sensazioni molto distanti dalle abitudini alimentari della popolazione cinese, non è facile per noi raccontare l’emozionalità del vino. La nostra strategia, oltre ad andare là con una forza importante, è anche incominciare un percorso di educational. Che poi è un percorso - conclude- che dovrebbe fare anche l’Italia del vino. Bisognerebbe far passare il messaggio dell’importanza del vino italiano all’estero, come sono riusciti a fare i francesi in passato”.
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