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CASE HISTORY

Se gli importatori britannici, per dribblare la burocrazia, aprono una sede in Ue

La storia di Daniel Lambert Wines, importatore del Galles che ha scelto Montpellier per risparmiare 150.000 sterline all’anno
Mondo
La Brexit fa volare i costi delle importazioni

Come ampiamente anticipato, l’uscita della Gran Bretagna dal mercato unico europeo si traduce in una burocratizzazione che ha effetti su qualsiasi filiera commerciale, e quindi sul trasporto delle merci, dall’Unione Europea e verso l’Unione Europea. Direzione, la prima, percorsa in maniera univoca, da secoli, dal vino. Ma cosa è cambiato, all’atto pratico? Prima della Brexit, il Regno Unito faceva parte, come tutta la Ue, del sistema EMCS, un database doganale che riduceva al minimo la necessità di controlli e procedure regolamentari, rendendo relativamente semplici le spedizioni. Oggi, invece, le aziende di import inglesi fanno parte di un sistema diverso, e per ogni spedizione devono affrontare molti più ostacoli e costi, centinaia di pagine di scartoffie per ogni codice merceologico, che cambia a seconda della varietà di uva, del tipo di vino, della gradazione alcolica, delle dimensioni del contenitore in cui viene importato e se proviene da una denominazione di origine protetta.
Insomma, una vera e propria giungla che, economicamente, ha costi importanti. Daniel Lambert Wines, un piccolo importatore di base in Galles, ad esempio, ha raccontato al “The Guardian” di aver stimato in 150.000 sterline il costo della burocrazia, per importare 2 milioni di bottiglie in un anno. Una spesa importate, specie in un momento sì di ripresa, ma anche di enorme incertezza economica. Una soluzione, suggerita dallo stesso Governo britannico, per aggirare questi ostacoli, esiste: aprire una filiale nella Ue. Daniel Lambert, che importa il 70% delle bottiglie dalla Francia, ha scelto Montpellier.
La sua società avrà, in questo modo, un Eori - Economic Operator Registration and Identification (un codice univoco, assegnato a livello della Comunità economica europea, da utilizzare nei rapporti con le autorità doganali europee) con cui poter importare vino in Galles passando per la Francia, mitigando così gli effetti della Brexit e della burocrazia. E risparmiando 100-150.000 sterline l’anno.

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